L’idea è quella di avere i territori a portata di clic. E di arrivare ai territori attraverso i prodotti che esprimono, o le tipicità che li rappresentano, o, meglio, attraverso la foto o una semplice etichetta. Grazie ad un’App, quella di Wanteat. Un mondo che entra nello smartphone, un progetto che vede insieme l’Università di Torino, Telecom Italia, Slow Food, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ma il motore dell’idea è abruzzese, la società Wanit.it che raggruppa creativi e professionisti che già da tre anni stanno cercando di dare un orizzonte a questa applicazione.
Wanteat è già stato presentato a Cheese 2011, al Salone del Gusto 2010 e 2012, in marzo a TuttoFood 2013, il mese scorso, a Bra, per il Cheese 2013 e, informalmente, anche al Greenfest in corso all’Aurum di Pescara fino all11 ottobre.
“L’idea nasce per collegare prodotti e territori – dice Victor Sacchini, uno dei creativi nostrani della App – Poi, trovandomi in giardino con un mio amico, abbiamo lanciato l’eureka della App, ovvero il mezzo attraverso cui ciò sarà possibile. La nostra piattaforma è nata così: è piaciuta a Telecom che sta provando con noi un nuovo mezzo di interazione con i suoi utenti, è piaciuta a Slow Food che oltre a darci fiducia ci ha affidato un canale su cui provarla, quello dell’Arca del Gusto, dove finiscono i prodotti in estinzione. Piace anche ai produttori e ai commercianti di tipicità che durante l’ultima edizione di Cheese hanno aderito numerosi alla nostra piattaforma con i loro prodotti e i profili delle loro imprese. In pratica fotografando le etichette dei prodotti inseriti si può scoprire da dove vengono, chi li produce, come cucinarli e a chi piacciono”. Insomma, la qualità, già social, diventa più social. Ovvio che più saranno i produttori che entreranno in Wanteat, più informazioni la App potrà dare.
Ma non è app-licabile solo al mondo dell’enogastronomia, principe di tutte le iniziative innovative del momento. L’App può funzionare per gli eventi, ad esempio, per i professionisti, per tutto ciò che può diventare riconoscibile ed è portatore di una sua particolare storia.
“Si entra gratis – spiega ancora Victor – per attivare i servizi si pagano invece 49 euro al mese”. La società Wanit, invece, è appena nata e raggruppa diversi nomi di giovani imprenditori: amministratore delegato è il commercialista pescarese Roberto D’Eramo, comunicatore è il giornalista Marco Manzo e poi ci sono altre sigle Power On di Victor Sacchini, Four Comunication di Alessandro Palucci, l’avvocato del gruppo, 7 Host di Michele Piscopo e Progetto Ambiente di Giovanni Fimiani. Ma tra i soci figurano anche altri nomi dell’imprenditoria locale, come Nicola Sacchini di Power On e Fioravante Allegrino, manager di Sogeda.
Per chi fosse curioso di approfondire, ecco un link che racconta le origini di Wanteat, nato da un progetto di ricerca finanziato dalla Regione Piemonte e a cui hanno partecipato l’Università degli Studi di Torino, l’Università di Scienze Gastronomiche, Telecom Italia e Slow Food: http://www.piemonte.di.unito.it/applications.html