La via che ha condotto il Comune di Pianella fuori dalle Città dell’Olio è una via a cui produttori e associazioni di categoria che si occupano da sempre della filiera agricola stanno cercando di trasformare con una strada con ritorno.
Già, perché si susseguono gli incontri per l’amministrazione comunale l’indomani della scelta di chiamarsi fuori dalle reti più importanti dei Comuni, quelle legate alle città del Vino e dell’Olio che sono le eccellenze principe del territorio per Pianella, uno dei vertici di quello che viene definito il Triangolo d’Oro della provincia di Pescara per la coltivazione e produzione olivicola, da sempre e che comprende anche Loreto e Moscufo.
Così lunedì pomeriggio i produttori si confronteranno con le ragioni di sindaco, giunta e maggioranza, firmatari dell’ordine del giorno che ha decretato l’uscita a partire dal 2015. Il 27, invece, sarà la volta delle associazioni di categoria, quelle agricole, cercare non solo di capire, ma di convincere la cittadina a ripensarci.
Ripensarci, perché la motivazione economica (il costo dell’appartenenza, circa 2.400 euro fra Vino e Olio) non ha convinto la pubblica opinione della bontà della scelta. Così la pensano in tantissimi. Oltre a Res Tipica che con il coordinatore Fabrizio Montepara, che è anche coordinatore Abruzzo e vice presidente nazionale delle Città del Vino, ha fatto un tentativo, oltre alla Cia e agli altri che hanno cercato una motivazione valida alla scelta, invitando il sindaco a tornare indietro, anche Coldiretti tramite la voce di Campagna Amica, Mauro Di Pasquale, chiederà al Comune di cambiare verso alla decisione presa.
“E’ una scelta penalizzante – dice Di Pasquale – perché presa senza sentire prima i produttori che sono stati convocati a posteriori, perché tiene conto di quanto la città ha fatto in passato e non di quello che si potrebbe fare sfruttando a pieno la partecipazione alla rete delle Città dell’Olio per uno dei centri maggiori per produzione e qualità. Chiederemo all’amministrazione comunale di provare ad essere nell’unione nazionale delle città in modo diverso, attivo, partecipativo e poi, solo poi, di decidere, ma insieme a tutto il comparto che potrebbe avere un’idea diversa da quella prevalsa in Consiglio Comunale”. Una scelta non politica, ma ragionata con il territorio, insomma, è quella che lo stesso territorio pianelle chiede e la sua storia che dal 1997 è scritta insieme a quella delle Città dell’Olio, fra le più autorevoli d’Abruzzo.