Un’occasione unica, più che rara. Quella di vedere serviti insieme vino e birra in un menu nato per raccontare il territorio. E’ successo che un vignaiolo-frantoiano, Francesco Valentini, in virtù di una speciale amicizia con un birraio-chef, Jurji Ferri, abbia deciso di presentare in un birrificio una delle sue creature più preziose, il nuovo olio di casa Valentini nella nuova sede della Almond in quel di Loreto Aprutino.
Ma i due, artigiani di mondi diversi ma entrambi portatori di qualità territoriale, il primo in toto, il secondo, in gran parte abruzzese, sono uniti dalla voglia di far parlare proprio le tipicità, di farlo attraverso la terra lauretana in cui entrambi hanno le rispettive basi e in occasione della serata hanno ufficializzato l’idea di collaborare. Così Valentini seminerà e produrrà cereali che diverranno la base per una birra artigianale a marca Almond a filiera corta, la prima per l’etichetta pluripremiata e ormai nota anche nel mondo. Da parte di chi il mondo lo calca già da tempo per via del vino e dell’olio, è un grande gesto di attenzione e generosità verso chi opera sul territorio in una trincea militante ma sorprendente qual è quella della birra artigianale.
“Siamo amici, siamo entrambi artigiani, collaboreremo – le parole chiave di Valentini durante la presentazione dell’olio – Questo per spiegare perché ho scelto di fare la presentazione del nuovo olio in un birrificio. E’ arrivato il momento giusto per mettere in cammino progetti che partono dal basso, dalla terra, ne ho uno anche con il Pastificio Verrigni, proprio sui cereali, ma con Jurji abbiamo già prodotto una birra insieme, la Elena, intitolata a mia moglie, particolare, perché con un cuore di trebbiano dentro. Ecco un cammino condiviso è quello che bisogna intraprendere per andare avanti”.
Così, dopo una visita all’interno dello stabilimento, servita per svelare ai tanti intervenuti, o pochi fortunati (le richieste di essere parte della serata sono state centinaia) tutto ciò che è possibile svelare sulla produzione di birra artigianale abruzzese, Jurji Ferri, forse l’artigiano più emozionato fra i due, ha spiegato la sua versione sulla nascita di questo sodalizio: “Abbiamo messo insieme quello che sappiamo fare – ha detto – ci conosciamo ormai da anni, ci siamo contaminati, mantenendo i nostri ambiti puri, ma provando sperimentazioni che serviranno ad entrambi per scoprire nuovi prodotti per dare voce al territorio. Abbiamo abbinato, non era mai successo prima, vino e birra a prodotti di Loreto, dai formaggi di un casaro giovane e coraggioso, ai fagioli tondini di un produttore che raccoglie a pochi metri da qui. Ci abbiamo aggiunto l’olio, degustando un prodotto eccezionale e usandolo nelle ricette messe in tavola. Lo abbiamo fatto divertendoci e divertendo, speriamo, in modo che attraverso il menu abbia parlato un prodotto che è artigiano per entrambi”.
Così il trebbiano classe 2007 ha avuto come compagna di viaggio la Hibernum con il suo colore ambrato e con il suo bouquet agrumato pronto per esaltare gli antipasti a base di salumi e formaggi.
Invece il trebbiano 2010, altra annata, completamente diversa dalla prima, pluridecorata per i suoi sentori fermi ha giocato a binario con una delle birre più celebrate di Ferri, la Pink Ipa, ormai nota non solo in Italia, corposa, saporita, birra, per accompagnare una sana e fagioli con il pesce.
Strade separate sul secondo, maialino nero abruzzese con finocchio e composta di arancia cotto però con la birra Hibernum, abbinato al signor Montepulciano 2001 di casa Valentini, morbido, avvolgente, perfetto per e in tutti i sensi.
Come singolare al gusto, perché molto elisir, la birra più rara della Almond, ne erano rimaste solo 36 bottiglie prima di stappare quelle necessarie a degustare la crema inglese e il cantuccio fatta dall’anima chef di Jurji Ferri e da sua moglie Valeria e insaporito con una stilla di olio Valentini 2013 con la vaniglia usata per le birre: Noa Reserve, metodo Solera.
Belle presenze, tante, dal “chimico” professor Leonardo Seghetti, l’alchimista del territorio per gli oli Valentini che ha istruito anche su come sentirne l’essenza nel momento della degustazione, all’alter ego in versione birra, Antonino Di Domizio , degustatore e Virgilio per Almond. E poi fra la stampa di settore due voci e palati d’eccezione, a “filiera corta” perché abruzzesissimi anche se prestati alle cronache di Gambero Rosso ed Espresso, quali Alessandro Bocchetti e Antonio Paolini, che hanno raccontato vini e progetti articolati nella serata.
“Lo rifaremo – dice Valentini – perché da qui comincia un percorso che ci porterà verso la prima birra a filiera corta. I tempi sono quelli della messa a coltura dei grani necessari“.
“Ma nel frattempo torneremo con altre iniziative – conclude Jurji Ferri ringraziando tutti, consorti rispettive comprese – Le nostre mogli ci chiamano fusi perché siamo alti, giocando con le parole come fusi presto vi racconteremo i nostri “sfusi“, spillando ciò che produciamo dalle botti per dare vita ad un’altra serata unica che serva a raccontare un altro pezzo di storie rispettive che torneranno ad incrociarsi qui, nel birrificio”.