Si è svolto questa mattina, in Camera di Commercio a Pescara, un incontro-dibattito sul tema del controllo e della tracciabilità dei prodotti ittici, quali strumenti di valorizzazione della qualità. Un’iniziativa congiunta, dell’Ente camerale pescarese e della Direzione marittima, al fine di approfondire ed informare sui diversi aspetti che ruotano intorno alla materia. Dalle violazioni più diffuse nella commercializzazione dei prodotti ittici agli adempimenti a carico dei motopescherecci, dall’etichettatura e la tracciabilità inerenti al percorso che parte dal commerciante e finisce con il consumatore, alla gestione sanitaria del mercato ittico. E quello sanitario è uno degli ambiti su cui si è posto un accento determinante, grazie anche alla collaborazione della Asl di Pescara (Servizio veterinario) che ha relazionato in merito a tutti quegli aspetti cogenti nella filiera ittica.
Pescara ha una storia positiva da raccontare. Il mercato ittico comunale è infatti famoso fra le struttura italiane perché luogo di applicazione di un’app che realizza la tracciabilità del pescato dal mare alla tavola di chi lo consuma. Questo grazie ad un’app, E-Fish che accompagna il prodotto dalle banchine ai banchi del pesce, ai ristoratori, o ai venditori al pubblico. L’applicazione consente, inquadrando l’etichetta del pescato con uno smartphone, di rivelare tutte le caratteristiche e le notizie relative al prodotto. Una vera e propria rivoluzione 2.0 che fa della struttura un luogo di acquisto reale, ma anche virtuale, perché è possibile partecipare alle aste telemqatiche, vedendosi assicurata la medesima condizione di tracciabilità, anche da molto lontano.
“L’applicazione delle nuove normative entrate in vigore a dicembre 2014 – ha spiegato il presidente della CCIAA, Daniele Becci – concorre alla tracciabilità dei prodotti della filiera ittica ed avvicina i consumatori ad un’informazione chiara e completa. Al fine di permettere, infatti, ai consumatori di effettuare scelte consapevoli, è necessario che vengano loro fornite informazioni esaurienti e comprensibili ad esempio sull’origine e sul metodo di produzione dei prodotti. Solo così si contribuisce – ha continuato Becci – all’eliminazione delle pratiche di pesca illegale, all’approvvigionamento alimentare di prodotti ittici con elevati parametri di qualità e sicurezza e si promuovono i prodotti della pesca e dell’acquacoltura in modo non discriminatorio ma servendosi di elementi fondamentali, come l’origine degli stessi, in termini di prodotti locali e sostenibili”.
“ La corretta gestione dell’informazione – ha precisato il Direttore Enrico Moretti – favorisce un migliore controllo delle dinamiche interne al mercato e garantisce maggiore sicurezza al consumatore in termini di supporto alla valorizzazione delle produzioni del comparto ittico e con particolare riferimento alle referenze ittiche della regione. Il tutto si traduce in un vantaggio di marketing e commerciale rispetto alla concorrenza sleale di prodotti non tracciati e anonimi, pericolosi per la salute umana”.