La Procura di Lanciano ha aperto un’inchiesta contro ignoti per il crollo del trabocco di Punta Turchino di San Vito Chietino, l’unico di proprieta’ di un ente pubblico. I magistrati frentani vogliono vederci chiaro sulle cause che hanno generato il crollo della struttura del trabocco dopo la mareggiata della notte tra sabato e domenica scorsi (il Trabocco Turchino nella foto dell’Ansa).
La Procura, che ha agito di propria iniziativa, ha dato mandato alla Capitaneria di Porto di Ortona di raccogliere informazioni e documenti per accertare eventuali responsabilità per distruzione o deturpamento di bellezze naturali (articolo 734 codice penale).
La struttura crollata, di proprietà del Comune di San Vito Chietino per cui l’amministrazione ha recentemente presentato il progetto di ricostruzione, con i lavori che partiranno a settembre, era stata costruita nell’estate del 1987 da Franco Cicchetti, un traboccante di San Vito. Il trabocco è stato più volte ricostruito e fatto oggetto di ristrutturazioni di cui l’ultima in ordine cronologico nel 2005.
La particolare bellezza della posizione in cui sorge, località Portelle, la storiografia vuole che la struttura sia stata ammirata e descritta da Gabriele d’Annunzio nel romanzo “Trionfo della Morte”, dopo un suo soggiorno a San Vito Chietino nell’estate del 1899.
L’agonia prima della rinascita (nelle foto di Alberto Paolucci). Il Comune di San Vito per vederlo risorgere aveva fatto un avviso pubblico, al fine di trovare delle sponsorizzazioni sul territorio per ricostruirlo, per conservarne intatto il potere ipnotico che avvinse d’Annunzio e che cattura lo sguardo di quanti accarezzano il profilo unico della nostra costa dei trabocchi, fermandosi su quello, il ferito.
A recuperalo saranno due mecenati teramani, un’operazione dal costo di 120mila euro, 40mila a carico della Regione e il resto diviso due e dureranno 4/5 mesi in base alle condizioni del mare. Realizzato nel 1860 e più volte restaurato, il trabocco fu seriamente danneggiato da una mareggiata a novembre. Presto sarà demolito e ricostruito, così com’era. Un’impresa possibile con 100 pali di acacia e materiali da assemblare secondo tradizione, in fase di luna calante durante il mese di agosto. Da qui il recupero settembrino.