Sono partiti dal Molise in treno. A Sulmona sono scesi e sono saliti sull’autobus per proseguire verso Castel di Sangro, perché la linea ferroviaria Sulmona-Carpinone è chiusa. Parliamo del gruppo di tour operator mondiali radunati dalle Regioni Molise e Abruzzo per promuovere forse il tratto più bello della Transiberiana d’Italia. Peccato, però, che la promozione istituzionale di quel tratto dove treni turistici girano militanti da poco più di un anno grazie a Transita, l’impresa sociale abruzzese-molisana che ha riaperto il passaggio a livello della linea dismessa, parta in paradossale coincidenza con l’ultimo viaggio dei treni, domenica 20 ottobre.
“Abbiamo dovuto rimborsare 1.300 biglietti già prenotati perché i viaggi del 2013 sono tutti cancellati, erano 5 – dice il presidente di Transita Francesco Tufano – abbiamo bloccato anche la programmazione di quelli del 2014, perché ufficialmente noi sappiamo che i viaggi sono terminati”. Leggendo la nota della Regione su questo viaggio promozionale però non si capisce che la linea è out. Non c’è neppure un accenno a questa situazione che inventata non è. Per capire quanto è pirandelliana la situazione bisogna entrare nelle vicende della linea che Tufano ci accenna al telefono, perché quando lo raggiungiamo è alla guida proprio di quel gruppo radunato dalle Regioni Abruzzo e Molise in virtù di un progetto comunitario transfrontaliero che si è attivato nel momento peggiore. Purtroppo.
Raggiunto telefonicamente l’assessore regionale al Turismo Mauro Di Dalmazio spiega: “Sono a conoscenza della situazione della linea su cui ho viaggiato da frequentatore e di cui da amministratore vedo le potenzialità turistiche notevoli che vanta. E’ un passaggio di straordinaria bellezza che la regione non deve perdere. Una vicenda che sta seguendo il settore Trasporti e per cui so che l’assessore Giandonato Morra si sta impegnando alla ricerca di una soluzione – ammette, poi spiega che – Il tour è invece parte del progetto “Adristorical lands”, finanziato con il programma comunitario transfrontaliero Ipa Adriatico. Il viaggio su quella linea è stato inserito proprio per cercare di preservarne importanza e bellezza, ma è ricompreso in un progetto che l’Abruzzo condivide con altre regioni e che purtroppo non contiene fondi per la manutenzione della linea. Per quello occorre un altro impegno, che speriamo trovi presto riscontro”.
Un tour, quello del progetto, caduto con una schiacciante intempestività, oppure con una tempestività tragica, dipende dai punti di vista. Di certo gli effetti che il viaggio fa sui passeggeri è unico: “Mi trovo insieme a persone che arrivano da tutto il mondo e che restano incollati ai finestrini con gli sguardi incantati per il paesaggio che gli scorre davanti – riprende Tufano – Ora, però proseguiremo in autobus, perché qualche giorno fa Rete Ferroviaria Italiana ci ha comunicato che il tratto abruzzese è chiuso e per raggiungere Castel di Sangro bisogna andare su gomma”. Perché? Perché quella linea è tanto bella quanto delicata: regala scorci pedemontani di grande suggestione, ma su cui va fatta manutenzione, specie in inverno e succede che le due Regioni, ex sorelle, non vogliono accollarsi i costi, prese in un braccio di ferro con Rfi che glielo chiede, anche se sono partner nel progetto europeo in questione!
Eppure entrambi gli Enti sanno quanto è strategico quel percorso per un turismo che quelli che vantano conoscenze tecniche definiscono “incoming”, anche se forse ancora troppo poco fanno tecnici pubblici e istituzioni perché questo flusso aumenti. “Sono sorde, persino ai dati eccellenti che la linea produce – riprende Tufano – l’anno scorso abbiamo avuto oltre 8.000 passeggeri e non erano abruzzesi e molisani che andavano in giro, erano persone che arrivavano dalle regioni vicine, richiamate dal nostro tam tam, dal passa parola, dalla bellezza degli scenari della linea. Con l’utilizzo della rete anche per il traffico merci, com’era stato progettato e con l’incremento di quello turistico, la linea potrebbe coprire gran parte dei costi. Ma bisogna volerlo”.
E questa è la cosa più complicata da ottenere. A fine giugno la questione in Consiglio regionale ci era pure arrivata, in Commissione Trasporti, con uno studio di fattibilità elaborato dalle associazioni che reggono le sorti del collegamento sulla riapertura della linea in cui venivano evidenziati costi, collegamenti, tutto, ma a quella seduta l’assessore Giandonato Morra non partecipò. E’ datata 22 ottobre, invece, l’interrogazione a risposta scritta dell’onorevole Gianni Melilla di Sel indirizzata al Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi contro la chiusura della tratta (leggi qui) che speriamo mobiliti almeno le alte sfere della politica sulla scomparsa di un collegamento che potrebbe avere varie valenza: turistica, sociale, economica, anche. Il sindaco di Scontrone Ileana Schipani scende in campo in difesa della tratta ferroviaria Sulmona – Carpinone e chiede un confronto politico istituzionale che avvii un salvataggio serio.
Quella linea collegava l’Abruzzo a Napoli, personaggi storici, migrazioni turistiche e culturali belle e importanti sono passate di lì. Ma non basta il passato a creare futuro, che triste sorte. Per farlo Abruzzo e Molise dovrebbero ripartirsi la spesa di 1 milione 200.000 euro, è il costo della manutenzione, una cifra che si può affrontare visto il richiamo che la bellezza paesaggistica sulla linea produce, dei tratti della Siberiana d’Italia è uno dei più belli: si snoda in tre settori tutelati, uno tutelato dall’Unesco e gli altri dai Parchi, com’è possibile che questo lasci indifferenti?
“E’ così però – conclude Tufano – Noi non siamo gente ossessionata dalle ferrovie,, ma siamo un’impresa che produce turismo e lavoro, abbiamo 5 impiegati, promuovendo il territorio che facciamo vedere e gustare attraverso viaggi tematici che uniscono la cultura all’enogastronomia. Adesso siamo rimasti alla comunicazione che la linea è chiusa. A livello turistico questa comunicazione sarà un deterrente per il futuro se non avremo certezze. Basterebbe soltanto guardare gli occhi delle persone che oggi accompagno per capire che il territorio è una risorsa”.
Sarebbe bello immaginare un viaggio per gli amministratori che hanno la possibilità di decidere cosa fare della linea, proiettare anche i loro occhi su quei finestrini su cui non si sono ancora mai appuntati, stando ai passeggeri circolati con Transita. “Serve un sostegno mediatico forte capace di smuovere una volta per tutte progetti e azioni a difesa della linea – chiude Tufano – perché se non riceveremo una sicurezza per il nostro lavoro saremo costretti a fare quello che fanno in tanti, andare via, andare dove, pochi chilometri fuori dai confini altre regioni sono pronte a cogliere l’opportunità che arriva dai viaggi in treno sul territorio”. Che peccato.
(si ringrazia Transita dal profilo di cui sono tratte le foto usate nel pezzo)