“Questo Festival è nato quattro anni fa, da una chiacchierata fatta sul belvedere di Spoltore. Riflettevamo su quanto la birra artigianale raccontasse del territorio e quanto fosse importante che la città da cui è cominciato tutto ospitasse una manifestazione in grado di farlo”, così Arrigo De Simone spiega perché il Festival della Birra Artigianale è nato, lo fa alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, al Comune di Spoltore, appuntamento giunto alla sua 4 edizione, che si svolgerà da domani 19 luglio e fino al 21 nel piazzale antistante il Birrificio Desmond, a Cavaticchi, quello che lui ha aperto nel 2009.
Quattro anni di vita per il Festival e una chiacchierata galeotta che incrociò i destini di De Simone e Jurj Ferri, birraio fondatore della Almond, una storia da pioniere della birra artigianale, lunga undici anni, cominciata sempre a Spoltore, una sorta di distretto della birra made in Abruzzo. “Abbiamo voluto un Festival nazionale, perché non volevamo fare una sagra – dice Jurij – La birra ha un valore culturale, alla birra si legano storie, tipicità, territori che possono essere esplorati, oltre che raccontati. E’ ora di cominciare a farlo”. Festival militante, nessuno guadagna niente, dicono i due patron, che quest’anno, però, ha ricevuto l’attenzione del Comune di Spoltore, che ne ha visto il valore aggiunto e lo ha patrocinato. Dalle altre istituzioni, il silenzio: “La birra caratterizza fortemente il nostro territorio – spiega il sindaco Luciano Di Lorito – Certo, senza nulla togliere a olio e vino che sono due belle e importanti presenze qui, ma la concentrazione che oggi viviamo della birra artigianale, ci spinge a pensare oltre, a farne una ragione di promozione del territorio e dell’indotto, a pensare, magari, ad un marchio che tuteli e distingua lo specifico abruzzese nell’artigianato della birra nazionale che si sta affermando e in cui, grazie a queste e a tante altre realtà, abbiamo voce in capitolo”.
Identità, la parola che muove tante cose intorno alla birra che si produce a Spoltore nei due birrifici, che fanno da mentori anche ad altri due marchi, Leardi e Verrigni, sintomo che in questa dimensione del mondo economico abruzzese c’è spazio per tutti. Ad oggi i birrifici sono 16, ma in un anno diventeranno 20, dice Ferri, una cifra pazzesca, forse la più alta concentrazione territoriale d’Italia considerata demografia ed estensione della regione. “L’altra realtà grossa è la Toscana – spiega Ferri – ma lì sono nostri grandi estimatori e il prodotto che nasce qui prende tante strade nel mondo. Il traguardo vero è usare tutte le materie prime del territorio e qui a Spoltore una volta c’era un distretto importante di spelt, di malto. Andrebbe recuperato, andrebbe rimesso a coltura anche il luppolo, ma con la burocrazia che ci strozza e ci tassa e ci penalizza, e la mancanza di investitori che possano darci una mano a realizzare sogni e progetti, tutto è destinato a restare sulla carta”.
Undici anni fa decise di lasciare un buon lavoro da consulente e mettersi a fare il birraio Jurij, una scelta avallata dalla famiglia, che oggi gli offre l’occasione di raccontare la cultura della birra ai tanti gruppi che visitano il suo birrificio, a quanti la bevono, la degustano, la cercano. “Presto lascerò questa città di cui mi sono innamorato allora, perché il birrificio crescerà e andrà a Loreto – conclude – ma qui resteremo con una piazzaforte, ci faremo altre cose, troveremo il modo di dare respiro ad un comparto che muove un indotto di 6 milioni di euro in quella che dieci anni fa era la Regione Verde d’Europa e che oggi all’Europa restituisce fondi non spesi”.
Festival nazionale si diceva, costruito con altre importanti realtà made in Italy: “Il primo anno abbiamo ospitato birrifici pugliesi, poi del Lazio, alla terza edizione realtà friulane e dal Belgio, oggi ancora il Friuli e un birrificio toscano: abbiamo una lunga lista di birrifici italiani pronti a rispondere ai nostri inviti – racconta De Simone – Accostiamo alla birra, ci saranno circa 30 spine diverse, ad altre tipicità del territorio spoltorese e della Val Pescara, come la porchetta di Pianella, gli arrosticini e la frittura di pesce locali e da sempre ci accompagna anche il Sigaro Toscano, che sarà presente con degustazioni e regali per i partecipanti. Ci sarà la musica anni 50, con The Fuzzy Dice, tributo a Neil Young con i Like Hurricane, rock con la Ultraviolet Band U2. Segno che sono tanti i binomi possibili”. Birra e cibo, ad esempio, su cui proprio il birrificio Desmond ha investito, mettendo in piedi un pub dove si degusta in abbinato con piatti realizzati con la birra e un’associazione culturale, la Desmond Brew Pub che oggi è l’organizzatrice ufficiale del Festival e della rivoluzione culturale e “colturale” legata al mondo della birra artigianale.
“La birra ha sapore e dignità pari al vino, è giusto che abbia un percorso enogastronomico distinto e importante – aggiunge Virgilio Saggese, vice presidente dell’associazione – Un percorso di qualità, che sia legato alla ristorazione di livello, che comincia a considerarci con interesse. Questa è la strada che stiamo cercando di percorrere ed è una strada che può dare opportunità buone all’Abruzzo, alla nostra economia e a tutto un territorio che ha bisogno di risollevarsi e farsi conoscere ancora meglio”.
Si comincia alle 18,30 di domani, presso il piazzale antistante il Birrificio Desmond, in via Cavaticchi 15, un indirizzo familiare a tanti estimatori della birra abruzzese, giovani e meno giovani e a quanti, scegliendola, fanno una scelta di qualità che sostiene il territorio.