Di seguito l’intervista ad un giovane creativo pugliese padre di un software che semplifica così tanto la vita dei produttori di olio, da essere adottato dalla Coldiretti nazionale. Lo ha incontrato per noi Brigitte Pepe, giornalista ormai naturalizzata abruzzese, con la passione per l’enogastronomia.
Si chiama Piervito Colonna, classe 1974, nato a Bari, vive a Castelluccio dei Sauri (Fg) è il padre di diversi software sul web, la scorsa settimana ha incontrato a Bari, Pescara, Roma e Firenze gli operatori degli uffici della Coldiretti per formarli sull’utilizzo di ‘ExtraCaa’ software realizzato ad uso esclusivo dell’organizzazione a tutela dei lavoratori agricoli. “Da Roma hanno scelto un prodotto sviluppato a Castelluccio dei Sauri per una gestione importante nell’ambito dell’olivicoltura nazionale”, spiega. Fiducia nata dal successo di Extravirgin, ormai online dal 2006, grazie alla collaborazione dei più prestigiosi operatori nel settore oleario. Racconta la sua idea e la sua passione. Amministratore dell’azienda online, imprenditore a tutti gli effetti. “Sì, proprio così con tanto di debiti a seguito, ma va bene lo stesso, non lavoro mai con lo scopo del guadagno fine a se stesso, adoro quello che faccio. Nextfuture, il nome dell’azienda, l’ho scelto perché ha un’aria tecnologica ma positiva, il futuro prossimo è un concetto che mi affascina dal primo momento in cui ci ho pensato”.
“Un frantoio della nostra zona mi chiese di sviluppare un modesto applicativo per pesare le olive. L’anno seguente mi chiese di sviluppare alcune funzionalità per la gestione della produzionedell’olio, e ancora l’anno successivo altri due frantoi della zona mi richiesero lo stesso software, così via. Più che un’idea diciamo che è stata un’intuizione. Il classico ‘trovarsi al posto giusto al momento giusto’ per intuire che il mercato aveva bisogno in quel momento proprio di quello che tu potevi fornire. Una ‘botta di fortuna’, insomma”, rivela con modestia.
Da Extravirgin nasce il software ‘ExtraCaa’, acquisito in esclusiva dalla Federazione ItalianaColdiretti per la gestione di alcuni adempimenti europei richiesti agli olivicoltori. “Dunque anziché rivolgerci direttamente a chi lavora la terra, ci siamo rivolti a chi fornisce loro assistenza: Caa (Centro di Assistenza Agricola)“. Il software verrà utilizzato in tutti gli uffici nazionali Coldiretti in esclusiva.
“Il programma Extravirgin è un software gestionale, è stato acquistatoda frantoi oleari, ci sono altri prodotti simili al nostro; il nostro, è attualmente il più utilizzato in Italia, credo. Ogni utilizzatore si abbona ad un servizio di assistenza e consulenza annuale, inviati telematicamente al portale Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale)“.
Contiamo circa 1100 abbonati e forniamo consulenza a oltre 300 altri frantoi dalla Sicilia al Trentino, per la gestione della loro produzione in conformità con le norme europee.
Il segreto del successo del software?
“Il non parlare ‘informatichese’ consente, di seguire schemi propri anziché quelli imposti dagli studi accademici e capire come rendere più immediato l’approccio con uno strumento spesso incomprensibile quale è il web. Nella mia azienda non lavorano tecnici informatici! Per scelta lavoro solo con persone appassionate ma non scolpite da studi accademici. Mi sono diplomato geometra, ho iniziato il corso di laurea in ingegneria civile ma mi sono fermato perché questa mia passione non mi dava modo di dedicarmi agli studi, iniziavo persino a vederli una perdita di tempo”.
A cosa giocava Piervito da piccolo?
“Piervito da piccolo… era molto curioso, affascinato dalla meccanica e dalla matematica. Il computer l’ho scoperto da grande, avevo ventisette anni, quando telefonai al mio amico Gaetano per chiedere dove si metteva il CD nel mio nuovo PC perché le mie misere nozioni di informatica si erano perse in anni di disinteresse totale per l’argomento. Dopo solo due anni ero responsabile del settore informatico per una multinazionale e dopo altri due anni registravo la partita Iva della mia azienda. Anche in questo caso la fortuna ha fatto la sua parte per aver capito quale fosse la mia strada”.
“I miei collaboratori sono tutti giovanissimi, età media ventidue anni, una grande squadra dipersone veramente eccezionali. Loro si occupano dell’assistenza e della formazione a distanza di ogni singolo utilizzatore, a dispetto della loro giovane età sono molto maturi e con un’energia che solo chi ha quell’età può vantare. Il Team Leaderha solo ventuno anni. Io lavoro nella tranquillità della mansarda di casa mia mentre i miei colleghi sono a Foggia in un altro ufficio.Ci sono cinque dipendenti in ufficio e tre collaboratori esterni che prestano il loro servizio da altre parti d’Italia”.
Altre sfide?
“Jenuina è un’altra azienda neonata. E’ nata proprio dallo scambio di idee con i miei clienti i quali spesso producono olio di qualità fantastica ma essendo fondamentalmente dei contadini non riescono a commercializzarlo come vorrebbero. Il risultato è che dall’estero chi è in cerca di prodotti italiani incontra le solite industrie che di qualità spesso ne hanno ben poca e di italiano ancora meno. Allora l’idea è quella di dare voce ai produttori artigianali (non di solo olio) e far conoscere i prodotti all’estero. Per far questo occorrono competenze e risorse in termini di investimento che purtroppo loro non possiedono. L’obiettivo è che nei prossimi anni dall’estero chi vorrà acquistare prodotti agroalimentari italiani di qualità possa utilizzare Jenuina per avere quello che cerca. Nelle prossime settimane Jenuina sarà fornitore esclusivo per una catena di negozi italiani a Barcellona, in questi giorni iniziano ad arrivare i primi ordini e incrociamo le dita”.
Avete usufruitodei Finanziamenti dell’UE?
“Li abbiamo chiesti ma non ce li hanno dati, quindi sono fondi miei personali. L’investimento ètutto sulle mie spalle, ovviamente se l’attività funziona si manterrà da sola. Sull’esempio di Amazon la più grande azienda di commercio elettronico statunitense, ho l’idea di una azienda senza utili ma che possa mantenersi, diventare sempre più grande e far crescere chi ci lavora. Io spero di poterla far camminare con le propriegambe appena possibile e continuare il mio lavoro di programmatore. Adoro vedere realizzate le mie idee, un pensiero che diventa la quotidianità di qualcuno. Mi commuovonel pensare che stamattina qualcuno ha acceso il computer è ha usato quella procedura che non mi ha fatto chiudere occhio per due settimane, forse sarà banale ma la mia soddisfazione è questa”.
di Brigitte Pepe, giornalista e foodblogger