Stefano Schirato di professione libera la vita negli scatti delle fotografie cercate nei posti e fra le storie speciali che il mondo può offrire. Insieme a Simone Cerio e Marco Di Vincenzo, giovani fotografi professionisti, ha stabilito uno spazio fisico, a Pescara, dove radunare pensieri e progetti sul mondo, si chiama Mood ed è questo, oltre ad essere la sede di una scuola di fotografia per chi ama raccontare per immagini. All’open day inaugurale di Moodphotography hanno risposto in tantissimi, giovani e non: raccolto l’eco da Facebook sono andati in via dei Marrucini 84, hanno preso e lasciato informazioni per tornarci con la propria attrezzatura e voglia di imparare o perfezionare i tratti di una passione che li accomuna ai “docenti”.
Loro sono lì ad accoglierli e a raccontarsi, distribuendo sorrisi e informazioni sui corsi, su come verranno strutturati, sul perché hanno deciso di farli. “L’Abruzzo è la mia terra, Pescara la città in cui vivo e dove non c’era ancora un luogo che potesse riunire chi ama la fotografia – dice Stefano Schirato – Questo spazio nasce per questo e per tutti coloro che hanno un progetto buono da far crescere e un po’ di tempo per
parlarne e costruirlo insieme. Nasce per fare dei corsi, ma anche per portare qui fotografi importanti e organizzare incontri, eventi”. Sulle pareti ci sono tante esortazioni, da quella che fa da slogan al gruppo: non estingerti, distinguiti, alla filosofia che lo anima, stampata su una delle foto più evocative del concetto, posta proprio di fronte all’entrata: “Non vediamo le cose come sono. Le vediamo come siamo”, che fu di Anaïs Nin.
Di Schirato si sa molto, tutto quello che fa diventa pubblico, dentro e fuori dall’Italia: dai reportage celebri e premiati, come quello su Chernobyl o quello intensissimo sugli equipaggi dimenticati, sui malati di mente, l’anoressia, ai ritratti che accompagnano il suo amore per il cinema, per la musica, per la cultura. Fra le storie raccontate ce ne sono di allegre e di toccanti, una galleria che riempie i maggiori periodici italiani, tanti, e porta l’Abruzzo che gli scorre nel sangue su testate come il New York Times, il Post, l’Herald Tribune, le Figarò. Energia accumulata in anni di progetti e studi che lo hanno portato e lo portano a lungo via da casa e se gli chiedi se con la scuola ha intenzione di mettere radici: “Da qualche parte a una certo momento della vita ci si deve pur fermare – si schernisce – Questa è una tappa bella di un cammino che continuerà, come sempre”. Sulle pareti ci sono le loro foto, ma le pareti sono uno spazio di Mood, possono trasformare la scuola in galleria, in luogo di eventi, o di ritorni, come quello da “imprese” a cui ad esempio Schirato sta lavorando: un reportage sulla situazione dell’immigrazione in Grecia e uno sul femminicidio, che culminerà in una mostra, a Milano, per l’8 marzo.
Una dimensione, il racconto, che domina le vite anche di Simone Cerio e Marco Di Vincenzo. Entrambi pescaresi, entrambi portatori di una tensione narrativa espressa per immagini che porta il primo su fronti animati da conflitti e contraddizioni internazionali per l’agenzia Parallelozero e riviste italiane e straniere, il secondo alla ricerca di tutto ciò che nella realtà si avvicina all’arte a cui si è formato. A tenerli insieme è uno scopo: fare di Mood una “casa della fotografia” dove organizzare workshop, incontri con autori internazionali, laboratori fotografici, promuovere mostre personali e collettive, “respirare” fotografia.
Una casa che ieri ha aperto le porte.
Per conoscerli meglio
Stefano Schirato, il sito