Vignaioli e cantinieri d’Abruzzo e d’Italia tenetevi forte: dagli Stati Uniti arriva uno strumento rivoluzionario per farsi il vino in casa. Si chiama WinePod ed è un cilindro alto un metro e venti, quanto un ragazzino, di forma ovaloide, che può vagamente ricordare uno shaker o un frullatore di alto design. Scorrendo il demo e le istruzioni sul sito il meccanismo sembra elementare: va riempito di uva e il marchingegno viene automaticamente attivato dal computer: gli acini vengono pressati automaticamente e, dopo qualche mese, è possibile raccogliere l’equivalente di 48 bottiglie.
L’inventore è Greg Snell, 47enne che in verità aveva già lanciato sei anni fa una campagna di raccolta fondi, coinvolgendo circa 150 potenziali acquirenti nell’impresa che non andò bene. Ora, invece, pare stia studiando uno sbocco diretto per la Cina, dove il vino e la vinificazione stanno diventando di moda e dove si stanno orientando interessi e affari di molti vinificatori, anche abruzzesi. Comunque, l’aspirante concorrente di questi imprenditori costa 4.499 dollari (circa 3.300 euro), ha già un front office a Shanghai da dove Snell proverà a piazzare intanto qualche centinaio di macchine per il 2014.
Passiamo alle critiche enologiche. Al Wine Pod fa le pulci Neil Cammies, giornalista esperto di vino per il Western Mail, nel Galles, avvertendo che la macchina non può assicurare un prodotto pregiato, ma rende un vino semplice, per palati non eccessivamente esigenti. Avverte anche che lo sbocco cinese non è detto che sia la Panacea per i produttori del Pod, perché anche in Oriente In più, secondo altri osservatori, rivolgersi al mercato cinese non è una scorciatoia, perché anche nel paese asiatico la competenza e la professionalità sono in miglioramento e sempre più consumatori vogliono bere vino di un certo livello anche lì.
Comunque, l’invito che il sito lancia raccontando il macchinario è: “Pronto a vivere il sogno di diventare un produttore di vino? Con il WinePod 2013 si possono fare un ottimo lotto di vino senza alcuna precedente esperienza. Vi insegnerà tutto ciò che dovete sapere per fare grandi vini. Il WinePod è il primo sistema di cantina personale del mondo, e il modello 2013 ha migliorato il controllo della temperatura, e un nuovo torchio ad razionamento diretto”. Tanto per cominciare.
Per usarlo va scaricato un software ad hoc anzi, meglio, Doc, per i rudimenti tecnici. Poi a vendemmia fatta o a frutti acquistati, va caricata uva di alta qualità e il Wine Pod misurerà e monitorerà il processo di fermentazione, zuccheri, acidità e consiglierà che tipo di adeguamenti saranno necessari work in progress per arrivare ad un vino bevibile.
In pratica, addio romantiche immagini di allegre vendemmie e di uva pestata con i piedi fra canti, balli, musiche e banchetti: i due vinificatori nel demo non indossano abiti da lavoro e procedono senza nemmeno una macchietta addosso.
Che ne pensate?