E’ una tradizione davvero suggestiva quella che Scanno ripercorre ogni anno, il 10 novembre 2013, con le “Glorie di San Martino”. Le strade del magnifico paese incastonato tra le montagne abruzzesi vengano illuminate dalla luce del fuoco che arde da tre grandi torri. E il rito propiziatorio, che si rifà ad antiche cerimonie celtiche e longobarde, si ripete tra canti e balli. Alla storia, alla musica e al divertimento si aggiunge anche la gastronomia con la preparazione di una pizza dolce che nasconde il segreto dell’abbondanza.
In queste ore ci si prepara, a Scanno, per ripetere il rituale cui partecipano anche i bambini. Domenica prossima, 10 novembre, sulle alture circostanti, tra alti “palanconi” (pali di sostegno), vengono innalzate delle “torri” di legna e ceppi che sono appunto le “glorie” e che possono raggiungere un’altezza di 20 metri. Alle 18.30 in punto, vengono accesi i fuochi in tre contrade: a Priore di Cardella, a La Plaja e a San Martino. Mentre le pire ardono, tutto il paese si raccoglie nell’aia di sant’Angelo per assistere al rito. Le “glorie” continuano a bruciare creando effetti suggestivi e spettacolari e i bambini si tingono il viso con la fuliggine. I capi contrada, insieme ad altri abitanti, si recano in piazza Santa Maria della Valle dove danno vita a cori e sfottò in una sorta di sfida che però non ha vincitori né vinti. Terminata la baldoria, si recano a portare il palancone nell’abitazione delle ultime coppie che si sono unite in matrimonio e che quest’anno saranno una per la contrada Cardella e tre per la contrada San Martino. Sono gli sposi, poi, ad offrire in strada un banchetto a coloro che hanno portato il palancone, tavola su cui viene servita anche la pizza con “quattrini”. E’ una ricetta fatta con farina gialla, mele, noci, fichi secchi, sale e zucchero. Dopo aver fatto la fontana con la farina si mescolano tutti gli ingredienti e si legano con acqua bollente e mosto cotto. Poi la pizza viene cotta in forno o su una padella antiaderente. Un tempo, nella pizza si metteva una monetina in segno di abbondanza. Un’usanza che oggi, purtroppo, è andata persa. (foto dalla pagina Facebook, “Scanno la perla d’Abruzzo“)