E’ arrivata in Abruzzo dalla Calabria al seguito del marito in divisa, portandosi dietro la passione per la cucina e anni di esperienza maturata nella famiglia di ristoratori. Era il 1987: destinazione Vasto, dove dopo poco è diventata il motore e l’attrazione delle cucine dell’Hotel Caravel, di cui è chef, anzi Lady Chef.
Perché Rosalba Marte ha un altro obiettivo oltre la realizzazione di vari sogni fra cui un ristorante tipico a Vasto: quello di fare emergere la categoria in rosa. Dalla patria dei cuochi, Villa Santa Maria, di cui è fiera portatrice del distintivo, malgrado le sue origini siano più a sud, lancia un appello a tutte le signore della cucina abruzzese: “Uniamoci, emergiamo, facciamoci conoscere, sentire e assaggiare”
Ecco. A Villa l’abbiamo incontrata grazie alla preparazione della 35esima Rassegna dei Cuochi che si è conclusa ieri. In cucina è un vero portento: organizza, crea, coordina. Ne sa qualcosa il suo aiuto cuoco pugliese, Rosario Colucci, che del suo piglio deciso scherza, chiamandolo “carisma”, ma riconoscendole una determinazione positiva, quella da cui si può imparare il mestiere.
“Cucino da quando sono nata”, esordisce lei raccontando la sua vita avventurosa, mamma di 3 figli, il primo avuto a 14 anni! Nonna di 5 nipoti, l’ultimo di pochissimi mesi. Chef, cuoca, capo in cucina e grande sostenitrice delle capacità di genere:
“L’Abruzzo è pieno di Lady Chef, stiamo cercando di coordinarci, di metterci insieme, perché il nostro talento emerga – sottolinea – L’idea è quella di diventare interpreti, di più di quanto lo siamo adesso, perché siamo nelle cucine importanti, abbiamo talento da vendere, anzi da assaggiare, e perché in questa categoria un po’ di rosa ci sta bene. Aiuta a condividere percorsi e progetti”.
Un risultato abbastanza significativo, quanto simbolico lo hanno ottenuto: portare la statua di San Francesco Caracciolo in processione durante la due giorni di Rassegna. “Sembra poco, ma non lo è – spiega infatti “Alba” la chef – Perché ha evidenziato che ci sono anche le Lady in questo mondo”. La ragione di certa timidezza? Il fatto di essere pragmatiche, di pensare al lavoro, ma il talento c’è. Eccome.
Lei timida non è, affatto. E la categoria la onora con diversi riconoscimenti. E’ reduce da un premio importante qual è lu “Copp d’Ore” 2013, è arrivata seconda allo chef Silvano Pinti, quindi prima fra le chef, a voler distinguere i generi. Presto dal Presidente della Repubblica riceverà un collare ambito e di grande prestigio. “Le gare sono belle, perché ci mettono alla prova con tutta l’esperienza che abbiamo maturato – spiega – Quando sono arrivata a Vasto avevo tanta voglia di esprimere quello che sapevo e di continuare ad imparare, integrando la mia storia culinaria con quella di questa meravigliosa regione dove abbiamo scelto di restare a vivere. Il primo incontro significativo l’ho avuto col brodetto, il brodetto alla vastese, capite, un piatto d’onore per il territorio. Prima di interpretarlo a mio modo mi sono messa a guardare come faceva una massaia, moglie del titolare dell’albergo che mi ospitava, lei mi consigliò di usare pochi ingredienti semplici e, soprattutto, il pomodoro fresco. Così ho fatto e il mio brodetto alla vastese oggi è uno di quei piatti richiestissimi nel ristorante dell’albergo”.
Tradizione, le importa molto questo aspetto della cucina: “Non amo la cucina molecolare, microbiotica, supertecnologica, amo la cucina semplice, fatta di prodotti a km zero quando è possibile e provenienti dal territorio, perché nel piatto finisca una vera e propria storia di gusto e di gusti”. Così determinata che tiene le dita incrociate perché si realizzi un piccolo sogno, un ristorante, a Vasto, che sia un crocevia dei sapori della tradizione: quella abruzzese che l’ha resa celebre, quella calabrese da cui è partita, e anche quella siciliana, in onore delle origini maritali. “Sono pezzi di cucina importantissimi quelli che assorbo da queste tre regioni – sottolinea – che vivono bene insieme. Vorrei che nel mio ristorante avessero spazio e che mangiarli fosse un vero e proprio percorso di conoscenza. Tengo le dita incrociate, perché questa possa divenire una realtà al più presto”.
Dita incrociate anche per la scalata del successo in rosa nella categoria. Noi vogliamo crederci, non perché le donne debbano avere percorsi preferenziali, ma perché è giusto che prendano lo spazio che serve per comunicare con il proprio talento. “Lady Chef, uscite dalle cucine – grida allegra Rosalba Marte – E’ arrivato il momento di farci conoscere. A costo di girare tutte le cucine d’Abruzzo smuoveremo il vostro talento perché emerga come succede in altri campi. In questo mondo c’è posto per la storia e l’esperienza di tutti!”
Ci aggiungiamo al suo appello e ci mettiamo a disposizione per raccontare l’effetto che ha prodotto. Lady Chef d’Abruzzo siete state avvertite!