Da anni alla scuola media di via Mazzini, a Pescara, la terra è al centro della didattica e delle attività degli studenti. La studiano nel corso di scienze. Facendo esperimenti, avvicinandosi ai misteri della natura, al funzionamento dei suoi cicli, alla conoscenza di specie vicine e lontane, comuni e perdute. Ma grazie ad una collaborazione con l’associazione regionale Donne in Campo, della Cia, la terra è diventata anche un obiettivo, per vederci sbocciare la cosa che più le si addice da che mondo è mondo: un orto. Così nel cortile della Mazzini sono sbocciati ortaggi di stagione e sono stati piantati semi, perché alle verdure, ai pomodorini, alle fave, ai finocchi e carite che già fanno capolino dal terreno di uno dei cortili scolastici cittadini, si aggiungano anche mais, fagioli, grani.
“Questi orti sono un traguardo importante – spiega Carla Antonioli, l’insegnante che guida i ragazzi attraverso esperimenti e conoscenza della natura e dei suoi meccanismi – Un traguardo ottenuto imponendo l’importanza dell’attività per i ragazzi, che oggi sanno quali semi si piantano in quali stagioni, conoscono più da vicino le piante che ritrovano in tavola e saranno dei consumatori sicuramente più consapevoli, dovendo scegliere la qualità, perché hanno visto che lavoro c’è dietro ogni fioritura, hanno conosciuto un mondo che di solito non gli appartiene. Un lavoro che stiamo conducendo da tempo nella didattica e che sta dando grandi risultati. Sono i ragazzi stessi che spiegano, illustrano e realizzano quello che imparano”.
A scuola si fa questo, grazie anche all’impegno che le associazioni di categoria mettono perché la terra non diventi una dimensione tanto lontana dalla vita comune. “Abbiamo cominciato con un progetto che si chiama “Se lo mangi lo salvi” – illustra Beatrice Tortora, presidente regionale di Donne in Campo, che con il Parco nazionale Maiella Morrone collabora al recupero di specie arboree e non solo, sparite dai campi abruzzesi – Gli agricoltori custodi di alcuni semi, perché delle colture della nostra tradizione vengano recuperate, li hanno ripiantati, li stanno coltivando e, perché il lavoro fosse completo, abbiamo deciso di affidarli ai ragazzi, perché ne avessero la conoscenza e una parte di tutela. Nasce da qui Orti in città, iniziativa che stiamo portando nelle scuole, per veder fiorire non solo degli orti nei cortili, ma dei consumatori consapevoli del valore della terra e di ciò che produce. Il prossimo passo sarà aprire delle puteche, intese secondo l’accezione dialettale, ma direttamente sul territorio di riferimento”.
Una notizia per tutte spiega bene la dimensione della perdita: fino a 50 anni fa, dice la Cia, in Abruzzo c’erano 50 specie di mele autoctone. Il tempo, l’abbandono della terra, l’acquisto solo di particolari specie, sempre quelle di uno stesso ceppo, ai supermercati, hanno fatto il resto spegnendone la maggior parte. “Il recupero della biodiversità riporta la qualità a tavola oltre che la conoscenza – spiega ancora Beatrice Tortora – Per questo come Cia stiamo spingendo anche su un’altra iniziativa di conoscenza e tutela al contempo, qual è la Spesa in campagna. Ogni mese, con partenza dalla stazione di Pescara, organizziamo un autobus che fa tappa in un comune del territorio, presso un’azienda agrituristica che riassume il lavoro e il valore di tante altre realtà simili. Lì si passa una giornata per capire cosa succede sulla terra, degustarne i frutti e portarseli a casa, perché l’iniziativa chiama a raccolta anche tutti gli agricoltori del circondario verso cui fa tappa. Questo è il terzo anno della Spesa in Campagna, nata prima a livello provinciale, cresciuta con mete di carattere regionali al suo secondo anno e al terzo, baciata da un patto firmato da tutti i comuni del pescarese di accoglienza e promozione del territorio, attraverso l’agricoltura. E’ importantissimo che sia la gente ad andare in campagna perché resti chiaro che il cantiere dell’agricoltura è la terra, non i luoghi del commercio, anche consapevole. Noi abbiamo scelto questa formula per tutelare un territorio che è a rischio, malgrado il settore agroalimentare sia l’unico che regge ora. E anche per valorizzare chi lo tiene in vita e in questo le donne hanno un grande ruolo, visto che un terzo delle aziende agricole nazionali è retto da donne che ritrovano un futuro o un presente nell’agricoltura. Ecco, tutto questo mondo passa anche attraverso gli orti piantati da questi ragazzi, che ci auguriamo diventino la regola in ogni scuola e che insegnino in ogni casa una nuova sfida all’acquisto e al consumo della qualità”.