… una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e travi, simili ad un ragno colossale. La descrizione dei trabocchi che D’Annunzio fa ne Il Trionfo della Morte è esattamente quello che si prova quando si lascia la roccia e si cammina verso l’orizzonte, percorrendo il pontile di tavole di legno che portano fino al Trabocco Pesce Palombo. Rocca San Giovanni, è qui che Pierluigi Di Lallo è nato. Ed è qui che il giovane regista frentano è tornato a girare un cortometraggio che contiene tante aspirazioni: raccontare la sua terra perché tutti sappiano quanto è bella, raccontare una storia insolita con finale a sorpresa, prendere degli attori da un contesto popolare, la tv, e vestirli di cinema, perché chi è al di qua del grande schermo possa vederli come mai erano apparsi prima. Punti di vista.
Punti di vista, è anche il titolo del corto reso possibile da un sodalizio interregionale: c’è la Marche Film Commission insieme alla Camera di Commercio di Chieti
che due anni fa, quando il progetto ha preso forma, ha capito che magari facendo vedere i trabocchi, la costa a cui danno il nome, ancora sulla carta, il territorio retrostante, si potesse fare promozione in modo speciale. Non si è potuta tirare indietro la Regione Abruzzo, c’è poi il Comune di Atessa, dov’è in parte girato e alcuni sponsor forti di questa sfida, Masciarelli in primis, location e anche parte della storia. Due impiegati comunali di Atessa, uno bello e uno simpatico, sono alle prese con l’altra parte dell’universo, il femminile, ad un certo punto i ruoli si ribaltano, i punti di vista si incrociano e qualcosa di singolare accade nel finale, visto che lo tengono giustamente così segreto. Il cast è in Abruzzo da lunedì, ci resterà fino a venerdì e poi via verso Ancona, l’altra metà della joint ventur cinematografica turistica.
Comunque, che su quel trabocco dove si sta girando una delle scene del corto sta per fare la sua comparsa Matteo Branciamore si capisce dalle ragazzine che lo aspettano tablet e smartphone alla mano. Quando si materializza sul pontile sono i loro gridolini a preannunciare l’arrivo di quello che per loro è Marco Cesaroni, ma che invece non veste qui proprio i panni del ragazzo della porta accanto. Sul set c’è già Emy Bergamo, l’attrice al fianco del Rugantino di Brignano nei panni di Rosetta , c’è un ragazzone biondo con la divisa del trabocco che fa la parte del cameriere, è Matteo Colucci, di Lanciano, allievo della scuola attoriale sempre di Brignano.
E c’è Marco Papa. Sì, Marco Papa. Il comico de La fine del mondo e tanti altri spettacoli anche da solista,
proprio quello che fa ridere migliaia di persone con i doppiaggi stellari in dialetto abruzzese di Troy, Bianganeve… Insomma, lui: “Da non credere, faccio una parte seria – dice confessando la sua emozione di mettere per la prima volta piede dentro una produzione cinematografica – Il cinema, capite? Pierluigi è un amico, io andavo a vedere lui a teatro, ho scoperto che lui veniva a vedere me, insomma quando mi ha chiamato pensavo scherzasse. E’ una cosa che non ho mai fatto, gli ho detto. Bene, mi ha risposto, è arrivato il momento di provare”. Ed ecco che un professor Martini, alias Marco Papa, dovrà comunicare a Branciamore una notizia tragicomica sul suo stato ormonale. Quale? Lo sapremo a settembre, quando l’opera sarà finita. Nel frattempo ci sono le testimonianze dell’avventura, alla conferenza sul trabocco.
Dice Pierluigi Di Lallo, soddisfatto dopo anni di tentativi, di aver portato le sue telecamere a casa sua: “Sì, perché ji so’ di la Rocc, quà arret – esordio dialettale in onore di Rocca San Giovanni che ospita trabocco, set e commenti dell’evento – La nostra è una terra bellissima, farla vedere spero serva a farvi venire gente. Pensate a quello che è successo con Benvenuti al Sud, al paesino dove il film è stato girato oggi i turisti arrivano coi pullman, sarebbe bello veder succedere la stessa cosa nel territorio che amo. Unico, perché c’è la Maiella, c’è il mare, ma chi te lo ridà un posto così”. Lo scopo è quello di tornare a dare al cinema un compito sociale, turistico anche: “Speriamo che altre produzioni seguano il nostro esempio – dice Fabrizio Saracinelli, produttore esecutivo con la Guasco film e cinema marchigiana aggiudicandosi il consenso del presidente della Camera di Commercio di Chieti Silvio Di Lorenzo che gli è seduto di fronte – Quando ho visto il progetto mi è piaciuto tanto e siamo andati avanti. Mi è piaciuto che fosse teso fra Marche e Abruzzo: questo è un corto, vorremmo considerarla una prova generale di qualcosa che abbia un impatto e ricadute ancora maggiori sul territorio fantastico che abbiamo in Italia e sui talenti attoriali che lo popolano”.
Su Laura Freddi, bellissima e allegra, il regista aveva dei dubbi in prima battuta, che si sono sciolti sul campo, quando ha scoperto che il volto di Non è la Rai, della Velina, della Showgirl e attrice di fiction televisive potesse stare bene anche dietro il nobile ciac del grande schermo: “Non mi voleva – lo schernisce in conferenza stampa – ma per me è stato bello e un vero onore far parte di questo cast e di un progetto così speciale perché ha i tempi del cinema”.
Che ha come scenario una costa piaciuta a tutti: “I trabocchi sono fantastici, il cibo è meraviglioso, da quando siamo arrivati non facciamo che visitare dei posti che tolgono il fiato e assaggiare e bere cibi e vini fantastici. E’ una parte dell’Abruzzo che merita più fortuna e noi speriamo di dargliene, il più possibile, con questo nostro corto”.
Riccardo Graziosi, comico e cointerprete con Branciamore da piccolo veniva in vacanza a San Vito: “Avevo una ragazza in spiaggia – dice – ma ero piccolo, non ricordavo così la costa e girare qui è davvero fantastico, ci sono dei posti belli e si mangia da Dio, questo mi hanno detto per convincermi e avevano ragione!”
Invece Di Lallo, Branciamore lo voleva eccome, ma lui gli aveva detto no, che non faceva corti, poi ha visto il copione ed eccolo lì nel ruolo da sciupa-femmine con sorpresa finale che il copione gli attribuisce: “Lo leggo, gli dico, se mi piace lo faccio, ed eccomi qui – racconta – Anche a me, comunque hanno detto che si mangiava molto bene per convincermi! Comunque è bello potermi provare in un
ruolo che è l’opposto di quello con cui da anni convivo: Matteo Cesaroni è un altro tipo, ma non mi dispiace che la gente se lo ricordi e mi ci identifichi sempre, va bene, io ho solo interpretato un ruolo, significa che il personaggio ha funzionato. Sto facendo altre cose, due progetti grossi di cui non posso parlare. Ho voluto essere in questo perché la storia è bella e qui perché anche questi scenari sono belli. Il cinema dovrebbe fare promozione al territorio, è uno strumento eccezionale”. Anche Emy Bergamo la pensa così e ringrazia tutti, anche il proprietario del trabocco, Bruno Verì: “Perché si mangiano delle cose fantastiche e la compagnia è di quelle allegre, motivate e in grande sintonia”.
Insomma gli ingredienti perché il corto di Di Lallo accorci le distanze fra l’Abruzzo e il resto del mondo ci sono, ora bisogna aspettare che la lavorazione finisca, che il montaggio sia fatto, che il film uscito e portato ai festival per settembre, come annuncia il regista e stare pronti, davanti al grande schermo a indicare col dito e ad accompagnare con sonora meraviglia l’immagine del trabocco e della costa di casa quando compare nelle riprese, una cosa tipo: “Quel paesaggio è roba nostra, visto che bello, venitelo a vedere, non ne siamo gelosi, ne siamo orgogliosi”. Anche se non siamo stati ancora capaci di farlo decollare.
(Per le foto si ringrazia Mario Sabatini)
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