E’ una delle riviste più longeve della storia culturale abruzzese ed è anche una delle più intrise di identità antropologicamente intesa. Sin dalle origini. Sostenuta dalla passione determinata dei suoi abbonati è uscito il nuovo numero della “Rivista abruzzese” diretta da Lia Giancristofaro.
Rivista storica, si diceva, perché fondata da Francesco Verlengia, storico dell’arte e direttore della Biblioteca Provinciale “De Meis” di Chieti. Trimestrale rivoluzionario, perché non ospita pubblicità dentro, si stampa a Lanciano, dal 1974 pubblica come editore una collana di Quaderni monografici, con particolare riferimento alle tradizioni popolari abruzzesi, una collana di pregio Abruzzo Religioso ed ha anche un sito internet di riferimento (clicca per vederlo).
L’amore per la cultura antropologicamente intesa arriva dalla natura del suo direttore senior, Emiliano Giancristofaro, che l’ha guidata dal 1964 fino al 2000, etnologo, studioso del folklore abruzzese. Amore che ha aperto le porte di un Abruzzo raccontato attraverso le sue tradizioni popolari, la cultura, i suoi figli illustri e poco conosciuti, vissuti e viventi dentro e fuori dai confini regionali.
Un amore che continua ancora e con lo stesso slancio e determinazione del padre nella direzione della figlia Lia Giancristofaro, ricercatrice in Demo-Etno-Antropologia presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” e titolare di cattedre di Antropologia Culturale e Antropologia Interculturale.
Tantissimi gli articoli nel numero che chiude il 2013: dagli spunti di riflessione sul rapporto animali e uomo, sull’arte, sulla scrittura, sui i libri antichi, ad articoli dedicati alle cattedrali di Atri e San Cetteo, ai culti popolari, al folklore del sapone e della detergenza sostenibile, a Rocco Carabba, alcuni dei titoli riassunti nella prima di copertina.
Gli articoli di questi 67 anni portano firme illustri, anzi eccellenti nel senso etimologico del termine: dallo storico Raffaele Colapietra, a Roberto Almagià, Camillo Guerrieri Crocetti, Alberto Cirese, Elena Croce, Benedetto Croce (con scritti inediti), Alfonso M. di Nola, Corrado Marciani, Francesco Iengo, Piero Palumbo, Raffaello Franchini, Fausto Battini, Raffaele Colapietra, Carlo Prandi, Giuseppe Profeta, Eide Spedicato.
Fondata in un momento in cui l’Abruzzo aveva esigenza di esprimere la sua storia, come simbolico retaggio di una rivista omonima nata in territorio Teramano, si legge nella sua storia.
Bello il principio, vergato nero su bianco, di libertà che da allora la ispira “L’indipendenza dalle clientele e dalle logiche di potentato è stata e continua ad essere l’unica guida di questa rivista, la quale ha veste molto semplice in bianco e nero ed è del tutto priva di pubblicità commerciale, privilegiando, più d’ogni altro, l’interesse del suo lettore-tipo: non necessariamente un erudito o un accademico, bensì una persona libera che apprezzi tutte le espressioni della cultura, in particolar modo quelle legate all’Abruzzo, purché siano state prodotte con rigore scientifico, pensiero critico e l’estrema dignità dello studio volontario”.
Per averla cliccare qui per informazioni e i prezzi.