E’ di 250 milioni di piante, di cui 6milioni in Abruzzo, il patrimonio nazionale di ulivi oggi a rischio per la crisi provocata dalla chiusura di ristoranti e agriturismi dove le vendite si sono praticamente dimezzate. Lo afferma la Coldiretti Abruzzo nel sottolineare il ruolo economico, ambientale, culturale e salutistico della produzione dell’olio di oliva, colonna della dieta mediterranea. Un patrimonio nazionale minacciato in molte regioni dal fenomeno Xilella e in tutte dai cambiamenti climatici e dalle oscillazioni produttive. L’Italia, infatti, quest’anno ha detto addio a quasi una bottiglia di olio extravergine “Made in Italy” su tre, con il crollo del 30% della nuova produzione nazionale che dovrebbe attestarsi attorno a 255 milioni di chili (analisi di Coldiretti sulla base delle previsionale Ismea e Unaprol).
In Abruzzo, si prevede una diminuzione del 22% rispetto al 2019 su una produzione stimata di quasi 7 mila tonnellate. Ciò che più pesa quest’anno è la chiusura dei ristoranti che rappresentano un importante mercato di sbocco.
L’olivicoltura è un comparto fondamentale in Abruzzo per l’economia agricola regionale. Sono circa 46mila gli ettari coltivati che rappresentano circa il 50% della superficie agricola arborea utilizzata. Circa 60mila le aziende di cui 15mila che coltivano prevalentemente olivo.