La festa del Majo, riproposta per il terzo anno, è inserita nel progetto più ampio “Recuperiamo le tradizioni”e si propone di rievocare alcuni antichi riti tradizionali che hanno scandito la vita agro-pastorale della gente abruzzese.
Da piazza S.Giustino partirà , alle ore 10.00, di giovedi 1 maggio 2014, un corteo , la Maggiolata, costituito da un carro addobbato di fiori e fronde, con sopra un giovane che impersona il Majo e un fantoccio che rappresenta il Majo; dai suonatori di “du botte” e dalle coppie di danzatori dei laboratori Tradizionale di Balli e Canti tradizionali abruzzesi, vestiti con abiti filologici e ornati con gioielli tipici della tradizione; gli studenti dell’IIS “ Umberto Pomilio” con abiti simbolici della festa.
La Festa del Majo, organizzata dalla onlus “Camminando Insieme”, è l’ultima e più importante festa di primavera.
E’ un rito diurno, (come spiega il Prof Francesco Stoppa sulla Rivista il “Buon e il Bello “ di Aprile) “in cui i maggiolanti girano per le strade” , annunciando l’arrivo di Maggio. “…Il Majo è infatti un giovane maschio che indossa un cappello conico fatto con un’intelaiatura di canna coperto di paglia e da mazzetti di fiori”
Il corteo si snoda nelle strade del Centro Storico di Chieti dove si eseguiranno canti propiziatori e danze.
Il Canto dei Dodici Mesi è il canto protagonista della festa , viene cantato anche nel Carnevale abruzzese e si conclude con il Majo. Sei coppie rappresentano i mesi dell’anno e si dispongono in cerchio, al centro c’è un tredicesimo figurante che rappresenta l’anno. I dodici mesi chiamati al centro dall’anno , uno alla volta , descrivono e vantano le proprie caratteristiche, mentre l’anno li ammonisce sulla loro caducità ricordando loro che devono lasciare posto l’uno all’altro senza tregua.
Tutti i mesi hanno dei simboli caratterizzanti.
Il ballo del Palo Intrecciato viene ballato di piazza in piazza e prevede un intreccio di nastri intorno ad un palo, che rappresenta l’albero, e i virgulti primaverili della vegetazione che risorge.
“La danza si esegue in cerchio….il palo centrale è la congiunzione tra cielo e terra, attorno al quale pendono i nastri a coppie (lacce)… I nastri sono impugnati dai maschi ed offerti alle femmine e le coppie passano alternativamente al di sotto e sopra i lacce rappresentando…il rigoglio della vegetazione”(Prof. F. Stoppa “il Buono e Bello” Aprile).
La celebrazione continua con saltarelle e quadriglie fino al momento del pasto campestre , da prenotare.
Si degusta l’antico piatto delle “lessagne”, una variante frentana delle virtù teramane.
Questo cibo ha come ingredienti 9 tipi tra legumi e cereali, 9 tipi di verdure (verraine, spraine cacigne ecc), e 9 spezie (il 9 in Frentania ha valore di buon auspicio per il raccolto) e viene realizzato con ingredienti già cotti forniti coralmente dai soci dell’associazione e ripassati con un misto di cotiche, osso di prosciutto e tenuti in caldo, aggiungendo brodo; viene servito da mezzogiorno fino al tramonto
Il cerimoniale si conclude con il rogo del fantoccio del Majo, atto rituale finalizzato alla fertilizzazione della terra
La rievocazione della Festa del Majo vuole promuovere la continuità tra la comunità umana e il suo passato e riscoprire il legame tra l’uomo e la natura evidenziato da questi riti di rigenerazione attraverso il ritorno ciclico di vita-morte-rinascita: simbolismo culturale sempre attuale perchè rappresenta le radici stesse della nostra civiltà.