La motivazione in tempi di spending review può suonare legittima: risparmiare. Ma l’importo di quanto il Comune di Pianella risparmia per dire addio ad una certificazione prestigiosa, qual è quella di essere con la sua storia olearia una delle Città italiane dell’Olio e con la sua realtà enologica una delle Città del vino è davvero imbarazzante: circa 2400 euro! Così ha deciso il Consiglio Comunale nella seduta dello scorso 30 gennaio. E con l’ordine del giorno che vedete (clicca) ha deciso di dire addio alle associazioni ‘Città dell’Olio’ e ‘Città del Vino’. Addio alle diciture sui cartelli stradali, sulla carta intestata, sul logo web del comune che spariranno, se resterà ferma questa decisione, a partire dal 2015.
Secondo il gruppo consiliare Pianella Amica no. Il gruppo di opposizione capeggiato dallex candidato sindaco Gianni Filippone, attuale consigliere provinciale contesta aspramente questa scelta definita “scellerata” prima che incredibile: “Soprattutto per la motivazione che l’Amministrazione Comunale adduce, che non sta né in cielo e né in terra – dice
Filippone – Se il motivo è il risparmio non si capisce perché si debbano tagliare meno di 2.400 euro (sono 1.360 per l’appartenenza alle Città dell’Olio e 1.007 per quelle del Vino), ma non ci si fa scrupolo di aumentare le indennità ai responsabili di servizio, qui paghiamo quasi quanto il Comune di Pescara!” Di farli ragionare in sede consiliare, dice Filippone non c’è stato verso: “Avevamo ipotizzato anche il versamento della cifra da parte nostra, io sono consigliere provinciale, sono pronto a rinunciare all’indennità relativa perché Pianella resti fra le Città del Vino e dell’Olio. Non me lo hanno concesso, così come non hanno concesso ai produttori di dire la loro. Perché la pensano diversamente: siamo nelle Città dell’Olio dal 1997, nell’altra associazione dal 2004, siamo nel triangolo d’Oro, con Loreto e Moscufo per la produzione olearia e che razza di messaggio passa a livello nazionale: che una realtà così non ha 2.400 euro per stare in una rete di qualità internazionalmente riconosciuta?”
La notizia coglie di sorpresa anche il vice presidente nazionale e coordinatore regionale delle Città del Vino e a capo di Res Tipica Fabrizio Montepara, che è abruzzese: “Sono davvero meravigliato per quello che sta accadendo a Pianella – commenta – e mi dispiace che questa decisione sia maturata nel pieno silenzio. Anche perché Pianella è realtà importante nella produzione vinicola e olearia della regione Abruzzo, uscire da questa rete non è positivo. Sto prendendo contatti con l’amministrazione del sindaco Sandro Marinelli per capire da cosa sia maturata questa decisione e come possa recedere dall’intento di uscire. A questo fine li invito a stare dentro la rete, conoscendone meglio potenzialità, iniziative, occasioni di mettere in mostra il proprio territorio. Ma starci sul serio, non si può prendere una decisione così drastica senza capire che significa Città dell’Olio o del Vino e quanto questa rete sia solida e importante per la qualità del prodotto dei territori. Non si può fare da soli, la rete offre vantaggi di immagine, ma anche di contatti con enti burocratici, politici e amministrativi con cui dialoghiamo. Con realtà più grandi dei settori con cui il confronto è sempre costruttivo. Per il vino ad esempio siamo con la Franciacorta e le Langhe, su quest’ultimo territorio l’Unesco si sta muovendo per riuconoscerlo patrimonio dell’Umanità. Non c’è da tirarsi indietro, ma da sfruttare e andare avanti.”
Sulla questione si mobilita anche la Cia di Pescara, i vertici provinciali della Confederazione Italiana Agricoltori lunedì invieranno al Comune di Pianella una lettera formale per invitare l’Amministrazione a recedere. La cittadina, cinque anni fa aveva ricevuto dalla Cia la Bandiera Verde dell’Agricoltura, una bandiera che ha un preciso valore, che coesiste con lo status di città dell’Olio e del Vino.
Anche perché raramente si recede da un mondo così. Forse nessuno in Abruzzo e fuori dall’Abruzzo, considerando l’equazione costi/benefici lo ha mai fatto. Beh, Pianella a parte.
“Noi usciamo e Loreto entra – spiega Filippone – Chissà perché. Magari gli rivendiamo i cartelloni stradali, così ci si guadagna qualcos’altro a stare fuori! Scherzi a parte, sull’economia del territorio si deve puntare. Chiederemo a gran voce la revoca della delibera, sentendo e coinvolgendo anche istituzione e territorio, magari raccogliendo firme, come stiamo facendo per tenere il presidio della Asl, anche quello in vendita! Lotteremo fino alla fine perché questa scellerata decisione venga annullata. Il Comune ha tempo per capire bene quanto sia negativa, perché l’iter di uscita ci dà un po’ di spazio per ripensarci. L’atto va ritirato, anche se ormai a livello nazionale la figuraccia l’abbiamo fatta e per Pianella, il nostro olio e la qualità del nostro vino, non è proprio una cosa bella”.
Nel documento firmato anche dal consigliere Massimo Di Tonto si fa la cronistoria della presenza nella rete delle due Città: “Pianella è stata tra le prime città aderenti alla nota associazione ‘Città dell’Olio’ sin dal lontano 1997. Dall’anno 2004 invece per la Città del Vino. In virtù di questa risalente iscrizione alla Città dell’Olio, Pianella ha ricoperto incarichi negli organi direttivi dell’Associazione ed altri in futuro ne avrebbe ricoperto. Molteplici le manifestazione alle quali Pianella e i produttori locali hanno partecipato, favoriti dall’appartenenza all’Associazione: Fiera Olio Capitale di Trieste e Fiera di Arco sul Lago di Garda in Provincia di Trento, GirOlio”.
Un brutto colpo alla cittadina che ti accoglie come Città dell’Olio e alla storia di un’economia che rischia di “scivolare” sopra la decisione di prendere la strada di un’altra Città.
Monica, vai ad intervistare quell’aquila di sindaco. Suggerisci a CIA e Coldiretti una riunione pubblica.