La vera rivelazione dell’edizione 2013 di Pescara Abruzzo Wine, premio di vino e cultura creato da un gruppo di sommelier pescarese è lei, Adriana Tronca, il seme della cantina Vigna di More. E’ un’azienda speciale, perché si trova a Tione degli Abruzzi. Già, L’Aquila. Già zona montana. Infatti Adriana nei suoi 6 ettari aggrappati alla montagna a 700 metri di altezza coltiva viti di kerner e petit manseng, insieme ad altri semi e piante della storia autoctona d’Abruzzo: frutta e anche zafferano dop.
Quando viene chiamata a ritirare il premio come Cantina Emergente sorride: il suo piglio deciso, rotto appena dall’emozione c’è e la accompagna ogni giorno nella sua azienda piccola ma dagli orizzonti chiari.Leggendo la sua storia e la storia di Vigna di More, scopriamo che da lei ci sono le sole vigne abruzzesi di pinot nero e traminer a 700 metri di quota, crescono in buona compagnia di cococciola e chardonnay. Wow!
Un premio meritatissimo, a una tenacia che non cerca splendore o titoli patinati, ma rappresenta l’Abruzzo che prova e riesce a farsi un nome malgrado la crisi. Bravà.
La Sala Consiliare del Comune di pescara è gremita di gente. A condurre la kermesse c’è Luca Panunzio, chef e motore della Locanda Manthoné, mattatore della serata dell’Associazione Sommelier, Delegazione di Pescara che da otto anni sta dietro al premio, insieme a Regione, Provincia, Comune, Fondazione PescarAbruzzo e Camera di Commercio, oltre a una sfilza di sponsor presenti allo spettacolo e alla degustazione finale.
Il fine è quello di fare cultura sul bere: bere consapevole, bere di qualità, è il motto dei sommelier, ma anche fare territorio, coniugandosi alle campagne di promozione in atto anche dal Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo, del Consorzio Colline Teramane e del Consorzio Tullum. Nei giorni precedenti la finale sommelier, gourmet, gastronomi e clienti hanno scelto quali imprenditori premiare: più di 5mila schede quest’anno, vidimate da una commissione che ha decretato i vincitori fra i tre vini più votati delle rispettive categorie: bianco, cerasuolo, rosso giovane, rosso maturo, vino da dessert, spumante, bianco col miglior rapporto qualità prezzo, idem per il rosato e rosso. Tutti gli interessati erano presenti, insieme agli altri premiati della serata che è iniziata nel tardo pomeriggio ed è andata avanti fino al buffet.
Ecco i nomi. Oltre alla cantina di Tione, si aggiudica il titolo di miglior vino bianco il Trebbiano Valentini. Miglior ceraiolo è quello della Cantina Terzini. Miglior rosso giovane è il Montepulciano “Casablanca” dell’azienda agricola Fratelli Barba. Miglior vino da Dessert è Santità, Marchesi de’ Cordano. Miglior spumante è il “36” brut di Eredio Legonziano di Lanciano. Il miglior bianco con rapporto qualità-prezzo ok è il Pecorino Bio della Cantina frentana Rossa San Giovanni; mentre il rosato è il Baldovino ceraiolo della Tenuta I Fauri di Chieti; il rosso di questa categoria è il Malandrino di Cataldi Madonna.
Dai vini ai vignaioli. L’azienda vitivinicola dell’anno è la Cantina Marramiero di Rosciano, finalista con l’azienda Costantini di Città Sant’Angelo e la Tenuta Ulisse di
Crecchio. Premio speciale “Il bianco di Giulio” è andato a Franco D’Eusanio e alla sua cantina Chiusa Grande, il vinosofo.
Poi riconoscimenti anche alla stampa: c’è Paolo Lauciani, firma e motore di Bibenda, oltre che nome storico, formatore, innovatore dei sommelier italiani. Ritirando il premio racconta quanto è ricco il territorio italiano di storie e di qualità e invita a farsene portatori. Premiati anche Paolo Mastri del Messaggero di Pescara e Silvano Barone, a capo della Rai Abruzzo.
C’è anche un premio sul miglior libro sul vino, andato quest’anno a “Natural Woman. La mia Sicilia, il mio vino, la mia passione”, scritto da Arianna Occhipinti per la
Fandango Libri 2013.
Miglior sommelier è Cristina Sacchetti, lei è la responsabile servizi della delegazione Ais di Pescara, mentre enologo dell’anno è Luca D’Attoma, toscano, enologo in Abruzzo per l’azienda La Valentina di Spoltore.
Un premio anche a un ambasciatore del vino, Pepi Mongiardino, imprenditore storico dell’import vinicolo di alta qualità a Genova. Per la cantina fuori regione la premiata è La Spinetta, astigiana di Castagnole delle Lanze. Miglior vino biologico è quello di Feudo Antico, rosato Igp di Tollo; mentre il miglior vino fuori regione è Terre di Lavoro, dell’azienda Galardi di San Carlo di Sessa Aurunca, casertano. E, ancora, migliore 5 grappoli Duemilavini 2014 Pathos rosso igt, della cantina Santa barbara di Ancona.
Per il miglior olio c’è quello extravergine monovarietà intosso dell’Azienda agricola Forcella di Città Sant’Angelo e miglio prodotto enogastronomico è la ventricina di “capitan” Fracassa, la storia firma di Sant’Egidio alla Vibrata ambasciatrice del gusto e del territorio abruzzese dentro e fuori l’Italia.
(Per le foto e la gallery che segue Mario Sabatini )