Si presenta come una non sagra, perché coltiva l’ambizione di andare oltre la sagra Pecorino & Pecorini, che riaccende le vie di Farindola, reduci dal celebre Festival dedicato all’altrettanto celebre pecorino del luogo, da 9 all’11 agosto prossimi. Luogo: centro storico, le piazzette di degustazione sono tre; partner: 21 cantine, 9 ristoranti, 12 attività fra formaggi, dolci, pane, olio, tartufo e altri prodotti tipici d’A
bruzzo; intrattenimento: 3 concerti per 3 serate e anche 2 convegni a tema sulla qualità del pecorino farindolese, sul comparto enogastronomico abruzzese, sul futuro di una filiera che abbraccia mare e monti e cerca dalla terra il suo riscatto. L’evento è giunto alla sesta edizione, patrocinato da Regione Abruzzo, Provincia di Pescara e Comune di Farindola, una manifestazione si differenzia dalla classica sagra, privilegiando la dimensione del dopo-cena di atmosfera in un percorso affascinante tra gusto, arte e cultura.
Infatti la conferenza di presentazione dell’evento è diventata un convegno dedicato proprio al ritorno all’agricoltura abruzzese, questo il modo per fare largo all’iniziativa.
“Questo ritorno è importantissimo per tre cose – dice l’assessore provinciale all’Agricoltura Angelo D’Ottavio – offre la consapevolezza di mangiare la qualità, aiuta ad affrontare la congiuntura critica che viviamo, difende e promuove il territorio, perché un terreno coltivato è un terreno su cui non si produrranno incendi, che non finirà nel degrado. Questo ragionamento intorno al pecorino e a ciò che promuove, perché c’è il formaggio, ma ci sono le viti, il vino, l’olio, c’è il territorio che si presenta”.
Un territorio che non può fare promozione da solo: “Non devono esserci solo le sagre a far conoscere ciò che il territorio produce – dice Domenico Francomano, direttore del Gal Terre Pescaresi – E’ indispensabile dagli voce, promuovere progetti che costruiscano un futuro diverso all’economia dei nostri territori e che descrivano la qualità e il suo percorso in modo pieno. Si tratta di promuovere la cultura e di creare ai prodotti un cammino che funzioni dentro e fuori dalla località di origine”.