Il buio intorno accende meglio i riflettori sulla semplice bellezza della location: complice l’arrivo del Natale, sopra il cortile ciottoloso e il prato dell’Osteria La Corte di Spoltore i filari di luce ne rivelano l’accogliente imponenza. Ambiente rustico, minimale, legno, luce calda e soffitti alti dentro, da cui scende un fantastico albero di Natale che domina sui tavoli carico di palle colorati, sospeso. La presentazione della Guida di SlowFood Abruzzo e Molise è al piano di sopra della corte, lì ci sono il presidente Raffaele Cavallo, i responsabili nazionali delle Chiocciole Marco Bolasco e Daniela Battaglio, insieme a Massimo Di Cintio che ne ha curato il versante abruzzese. C’è anche Lorenzo, l’ultimo arrivato in casa Cavallo, una beneaugurale mascotte della serata, chiamata in causa dal moderatore Slow Paolo Castignani, giornalista di Rete 8.
“Questa guida è un punto di incontro importantissimo perché rende gli osti degli ambasciatori eccezionali del territorio – ha aperto i discorsi ufficiali Raffaele Cavallo – Raccontandoli abbiamo cercato di fare emergere tutta la qualità di cui sono portatori, com’è consuetudine della guida e come ci invita a fare uno stile che si è distinto proprio per dare spazio a persone e storie”.
Sponsor ufficiale è l’emergente Consorzio di Vini Tullum, c’è Andrea Di Fabio che rimarca come la comunicazione sia di aiuto specie in periodi come questo, in cui i territori sono colpiti dal maltempo e la qualità per andare avanti ha bisogno di risorgere.
La guida delle Osterie d’Italia lo fa da 24 anno, lo spiega Marco Bolasco, io coordinatore dei coordinatori: “Da sempre abbiamo costruito una guida “social” – dice – perché fa innanzitutto rete fra collaboratori che diventano dei sensori particolari del territorio e noi ne abbiamo di preziosi; e poi perché racconta pezzi di identità territoriali, luoghi di incontro, di confronto e di conoscenza, lo fa attraverso la cucina: ciò che un oste mette nel piatto è una sintesi di tanti fattori. Questa è la filosofia Slow, che però è veloce nel pensiero, perché passa bene al pubblico”. La guida sta andando bene, è venduta, è cercata, è usata. Con diverse novità “social”, appunto. “Abbiamo voluto inserire gli orti annessi alle Osterie perché ci sembravano innovativi e rappresentativi della realtà che va avanti attraverso la terra – dice Daniela Battaglio – Ci sono menù vegetariani, menu per celiaci già da tempo, una sezione speciale dedicata agli arrosticini, perché è una realtà che esiste e sta diventando grande. L’Abruzzo ha confermato la sua qualità mantenendo i nomi dell’anno scorso e una qualità dell’accoglienza che è alta e gradita. Ora ci prepariamo al numero dei 25 anni della Guida che corrono per il 2014 e sarà un lavoro particolare con novità davvero speciali di cui torneremo presto a parlare”.
L’Abruzzo ha 42 schede e una sezione aperta agli arrosticini: “Ma dobbiamo stare attenti a questa tendenza – avverte Massimo Di Cintio dopo aver ringraziato i collaboratori che hanno scovato, assaggiato e descritto i locali – perché la qualità del tipico sia comunque alta e
non una moda che passa. Ci sono due locali in più dello scorso anno, abbiamo evidenziato anche quelli con cantina propria e con l’aggiunta del formaggio, categoria in discesa e questo dà il segno della crisi che c’è anche in questo mondo. Belle le realtà emergenti con gli orti, le osterie per vegetariani e quelle che fanno parte dell’Alleanza dei Cuochi per il presidio, che hanno il compito ufficiale di tutori dei piatti tradizionali”.
Poi a tavola con le sei trattorie che ricevono i riconoscimenti, assaggiate in un menu che racconta la loro filosofia. Si apre con la Passata di ceci “sultano” crudità e olio nuovo della Taverna 58 di Pescara dove c’è Giovanni Marrone che alle chiocciole è abituato e accoglie la nuova con la sua serena timidezza.
Il secondo piatto è un tortino di zucca, salsa alle alici ed erba cipollina dell’Osteria Zenobi di Colonnella, un’altra garanzia contrassegnata dal numero di chiocciole acquisito negli anni.
Per i Tagliolini alla Vecchia Marina arriva l’oste dell’omonima osteria di Roseto degli Abruzzi, luogo del pesce e del territorio che arriva con il suo sapore di mare dal piatto scelto per presentarsi
Si passa ad un menù di carne con le Pappardelle con il ragù di cinghiale della Taverna de li Caldora, a Pacentro, dove la coppia storica dei proprietari riceve da anni con il gusto Slow di tutto il circondario.
Porchetta d’agnello per i Sapori di Campagna, osteria d’alta quota, di Ofena che offre anche un vellutato tappeto di patate viola per spiegare quanto sia importante anche rilanciare specialità che ci appartengono e che rischiavano di sparire.
Dulcis in fundo le Delizie d’autunno, tris di dessert dell’osteria Font’Artana di Picciano. Sono questi i nomi delle osterie per eccellenza scelti da Slow Food Abruzzo, a cui si aggiunge anche il versante molisano nelle premiazioni che seguono e che coinvolgono anche i creatori della guida e gli ospiti: Marcello Spadone, chef stellato che con l’Osteria La Corte ha scelto di portare avanti una nuova avventura in quel di Spoltore insieme a Rocco Cardone e Maurizio Della Valle, che hanno aperto le porte alla serata fatto gli invitati, ecco Spadone che mangia a tavola e ceduto i comandi della cucina ad una brigata davvero speciale.