Il caro-tasse che si aggiunge alla crisi dei consumi spinge in basso il commercio ed il turismo: in meno di 60 giorni l’Abruzzo ha perso infatti altre 377 piccole imprese del terziario, ad un ritmo superiore alla media nazionale. E’ quanto emerge dallo studio dell’Osservatorio Confesercenti relativo ai mesi di gennaio e febbraio 2014. Nello specifico, hanno chiuso i battenti 107 aziende in provincia dell’Aquila, 99 in quella di Chieti, 93 nel Teramano e 78 nel Pescarese, con una riduzione del numero di imprese registrate fra dicembre e febbraio che tocca -1,3 per cento, superiore a tutti gli indici di area: la media nazionale è – 1 per cento, il centro-nord si attesta al -1,1 per cento, il sud a -0,9. A soffrire di più ancora una volta, è il settore dell’abbigliamento, che nei primi 2 mesi dell’anno lascia sul campo quasi 100 aziende (97), a fronte di appena 19 nuove aperture.
Fra i Comuni capoluogo arranca soprattutto Teramo, che facendo il confronto fra febbraio 2014 e febbraio 2013 ha visto assottigliarsi la base di negozi specializzati in questo segmento del 4,5 per cento, a fronte di -0,5 dell’Aquila, -1,6 di Pescara e +1,7 per cento di Chieti, dove incidono le nuove aperture all’interno della grande distribuzione dislocata sul territorio comunale. La città che detiene il maggior numero di negozi di abbigliamento resta comunque Pescara (487), seguita da L’Aquila (199), Chieti (180) e Teramo (147).
Gli unici dati positivi arrivano dalla somministrazione e dell’e-commerce.
Il settore food è cresciuto in Abruzzo del 3,8 per cento negli ultimi fra febbraio 2013 e febbraio 2014, a fronte di una media nazionale di +2,9 per cento, ed e’ trainato da Pescara (+5,2 per cento), ma cresce anche all’Aquila (+4,3 per cento) e Teramo (+3,7 per cento). In controtendenza solo Chieti (-0,9 per cento). Continua poi il radicamento dell’e-commerce, che ormai conta in Abruzzo 271 imprese attive con Pescara in primo piano (88), seguita da L’Aquila (70), Chieti (67) e Teramo (46), ma la novità di questa rilevazione dell’Osservatorio è la crescita degli intermediari del commercio, i classici agenti e venditori: il ritmo di crescita abruzzese è consistente, +2 per cento di media regionale (contro una media italiana di +0,9 per cento), con punte di +8,4 per cento nella città dell’Aquila.
“La riduzione delle tasse – sottolineano in una nota Bruno Santori, presidente regionale di Confesercenti, ed il direttore Enzo Giammarino – è a questo punto un obbligo morale al quale gli amministratori devono rispondere immediatamente. Ai politici diciamo che non si può esprimere solidarietà durante le nostre manifestazioni e poi far finta di niente subito dopo. Siamo pronti a mobilitarci nuovamente”.