Circa 1200 passeggeri hanno affollato i treni storici che la Fondazione Ferrovie dello Stato, in collaborazione con il Parco della Majella, ha proposto sabato e domenica scorsi in occasione della riapertura della Ferrovia del Parco, con corse sulla spettacolare linea ferroviaria Sulmona- Castel di Sangro. L’iniziativa rientra nel progetto Binari senza Tempo, che punta al recupero, in varie zone d’Italia, di tratte ferroviarie ad alto valore storico e paesaggistico, per la bellezza dei territori attraversati dai tracciati e per i manufattiche vi insistono.. Un’idea che ha riscosso un grande successo di pubblico visto che a pochi giorni dal lancio i posti erano già tutti esauriti, e che si ripeterà alla fine di giugno, come preannunciato dalla Fondazione.
“E’ andata oltre ogni rosea aspettativa” commenta l’ingegnere Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione. “Tra ospiti e biglietti, abbiamo contato, sulle tre corse, 1200 presenze. Putroppo abbiamo dovuto rifiutare le richieste di circa 300 persone, tra prenotazioni e liste d’attesa, a cui vanno ad aggiungersi tutte le persone che erano in attesa alle stazioni e che non sono potute salire sui treni. Ringrazio in particolar modo, il Comune di Caampo di Giove, dove abbiamo trovato una grande accoglienza e quello di Roccaraso, dove il Parco della Majella aveva organizzato il pranzo presso l’Istituto Alberghiero”.
All’iniziativa hanno risposto, in particolar modo, le popolazioni dei comuni raggiunti dalla Sulmona- Castel di Sangro, che sono state le prime a rispondere all’iniziativa della Fondazione. “Ho sentito molti passeggeri, a bordo del treno, ripetere la frase me lo ricordo 40 anni fa. Erano persone desiderose di ritrovare i ricordi di quei viaggi. C’è anche un altro elemento da sottolineare. Domenica, la seconda corsa è partita in coincidenza con l’arrivo del treno da Roma. E’ stata affollata, quindi, daromani che sono rimasti sorpresi dalla bellezza di una linea così paesaggistica“.
La Sulmona – Castel di Sangro, la Ferrovia del Parco, è lunga 76 km e costituisce un vero e proprio capolavoro dell’ingegneria ferroviaria italiana.
Aperta nel 1892 fino a Cansano e poi per tappe successive fino a Isernia, la linea subì pesanti danni durante il secondo conflitto mondiale, tanto che il suo ripristino si concluse solo nel 1960.
Dai 350 metri sul livello del mare della “città dei confetti”, Sulmona, il binario “attacca” i fianchi della montagna e conduce, in solo 25 Km di percorso, ai 950 metri di Cansano. Numerosissime le opere d’arte che la qualificano come una linea ad alto valore tecnico e ferroviario, oltre che paesaggistico.
La ferrovia attraversa infatti il Parco nazionale della Majella e tocca note località di soggiorno come Roccaraso. A Rivisondoli-Pescocostanzo si raggiungono i 1.268 metri conferendo all’amena stazioncina, prossima all’altopiano, il primato di secondo punto più elevato della rete FS dopo la stazione di Brennero. Boschi e panorami stupendi, dalla Majella al Gran Sasso d’Italia, con una varietà di climi e di vegetazione che sono valsi alla “Ferrovia del Parco” anche l’appellativo di “Transiberiana d’Italia”.
Alla riuscita delle due giornate ha contribuito il Parco della Majella organizzando l’ accoglienza dei passeggeri e la degustazione dei prodotti tipici.
(si ringrazia per le foto Piera Graziani)