L’agroalimentare riparte, ma dopo mesi di flessione, anche le imprese del settore dell’olio di oliva hanno buone notizie, grazie all’incremento delle vendite in Italia e all’estero. Rispetto al dicembre 2012, l’intero comparto cresce del 16,6%, grazie soprattutto all’extravergine.
Mercato dunque in ripresa per l’olio d’oliva, sia in Italia che all’estero. Lo dimostrano i dati elaborati da ASSITOL, l’Associazione italiana dell’Industria olearia, relativi alla chiusura del 2013.
Nel dicembre scorso, rispetto alla campagna precedente, le imprese associate hanno registrato una crescita delle vendite sul mercato nazionale pari al 36,5%. A guidare la ripresa, è soprattutto l’extravergine (+42,8), grazie ai buoni risultati dell’extra convenzionale, vale a dire i grandi marchi italiani, che hanno trainato gli scambi (+42,3%), mentre l’olio d’oliva ha guadagnato un +23,6. Il sansa cresce invece del 2%.
Anche il “100% italiano” vive un ottimo momento, con un + 67,5%, mentre il biologico varia di poco, con un incremento dell’1,3. Al contrario, è in forte calo il segmento DOP/IGP, che diminuisce del 27%.
I risultati positivi sul mercato interno arrivano dopo un periodo di forte flessione. Anche per l’export, piuttosto incolore per buona parte dello scorso anno, Assitol rileva un aumento degli scambi (+16,6%) rispetto al dicembre 2012. Più in dettaglio, è la categoria dell’extravergine a registrare un incremento significativo (+18,2%), come pure l’olio d’oliva (+12,6%) e quello di sansa (+28%), seppure su volumi più modesti. Un dato particolarmente positivo se si pensa alla forte propensione all’export delle aziende del comparto oleario che, in media, vendono all’estero il 60% dei loro prodotti.
Positiva anche la perfomance del “100% italiano”, delle DOP/IGP e del biologico. La buona performance del settore a fine 2013 arriva dopo un lungo periodo deludente sul fronte delle vendite. Negli ultimi mesi del 2012, il forte calo nell’offerta di materia prima, legata alla caduta della produzione in Spagna, primo produttore mondiale, aveva fatto lievitare i prezzi all’origine. Ciò, in una difficile situazione economica, ha provocato una diminuzione delle vendite, che ha pesato a lungo su tutto il comparto oleario.
Nella seconda metà dello scorso anno, invece, le buone prospettive della produzione mondiale, in crescita secondo i dati del Coi, il Consiglio oleicolo internazionale, sia nel Mediterraneo che nei Paesi terzi, hanno ridisegnato gli scenari del mercato. A fronte dei grandi quantitativi di materia prima e del miglioramento della situazione economica internazionale, si possono fare previsioni più ottimistiche per l’andamento del settore nel 2014. A conclusione del 2013, tra mercato interno ed estero, le vendite di olio d’oliva sono cresciute del 16,6%, confermando così, anche in tempi di crisi, la capacità di tenuta dell’industria olearia.