Stipati dentro la sala conferenze della Casa Museo d’Annunzio di Pescara con il cuore il gola e i ricordi di una vita in pugno non c’erano tutti e quattro i neo ambasciatori dell’Abruzzo nel mondo nominati dal Consiglio Regionale abruzzese che dal 2010 ha istituito una speciale giornata per i suoi figli migliori emigrati all’estero.
Mancavano Pierluigi Zappacosta, il manager inventore del mouse e di tanto altro che il mondo ci invidia e Gabriele Cirilli, trattenuti fuori per impegni di lavoro, uno al di là dell’Oceano, lantro sui palcoscenici estivi. C’erano però Federica Di Martino, volto del cinema e della televisione nato e cresciuto a Ortona e Rocco Colanzi, provato dalle condizioni fisiche, ma presente insieme ai primi cittadini vastesi delle ultime amministrazioni (Lapenna Tagliente ), sua città natale, prima di emigrare in America Latina e fare fortuna e famiglia lì.
La giornata dedicata all’Abruzzo che vive e respira fuori dal territorio abruzzese è quella del 5 agosto, nata in seguito a una legge regionale istituita nel 2010, ma la celebrazione di questi eccezionali ambasciatori dell’Abruzzo ha preso il via raccontando quattro diverse storie di vita, lavoro e sentimenti abruzzesi, espressi lontano da casa e divenuti ambasciatori ufficiali di una terra che batte anche altrove, grazie a loro.
“Si tratta di personalità scelte in un albo ricchissimo di talenti – dice il presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano, consegnando il piatto di ceramica di Castelli ad ognuno di essi e leggendo motivazioni che illustravano storia e storie personali dei premiati – siamo orgogliosi di avere questi nomi accanto e felici di poter loro dare un riconoscimento che esalti talento, forza e iniziativa”.
La prima a ricevere il premio è Federica Di Martino, bella e brava attrice del teatro e del cinema italiano. Nata ad Ortona, diplomata all’Accademia di Belle Arti Silvio D’Amico, destinataria di premi e riconoscimenti importanti per l’attività teatrale e cinematografica, non ultimo il Flaiano, ha rivelato davanti a tutti un sogno ricevendo il premio: “Saluto conD’Annunzio, un incipit che rende il mio stato d’animo adesso Porto il limo della terra d’Abruzzi, porto il fango della mia foce alle suole delle mie scarpe, al tacco dei miei stivali e vi prometto che appena possibile porterò in scena la Figlia di Iorio in onore del mio Abruzzo e di questo ruolo di ambasciatrice che oggi si aggiunge”.
A ritirare il premio per Pierluigi Zappacosta c’è il fratello Giancarlo: “Sono il fratello povero, nel senso di povero di idee, perché Pierluigi è davvero un vulcano – scherza ripercorrendo le tante tappe professionali del manager abruzzese che oggi brilla nella Silicon Valley californiana – Con Marini ha creato la Logitech, ha scommesso sui motori ibridi di Peppe Ranalli, ha investito idee e azioni nell’albergo diffuso di Sexantio, ha creato Digital Persona, un’altra splendida avventura high tech, dopo il terremoto aquilano è stato il primo a parlare della necessità di una zona franca. Insomma, non sono le idee che mancano a mio fratello e sono felice di farmi portatore di questo premio per lui”.
Applauso commosso e tutta una compagine amministrativa cittadina, vastese, accoglie Rocco Colanzi. E’ partito dalla sua Vasto a 18 anni, direzione Bolivia, Santa Cruz da dove comincia una marea di cose: compra l’Hotel Venezia a Manaus, in Amazzonia, fonda una compagnia di esportazione di legni pregiati, la Bolital, altre aziende di settorecresciute a dismisura nel suo nuovo stato, fondatore della Servicios Petrolers, mette su una famiglia numerosissima, cinque figli, con la moglie Clara, musa inseparabile alla quale commosso dedica il premio abruzzese: “Questo premio è anche suo”, dice fra le lacrime mentre il pubblico gli tributa una ovazione. “Nella vita ho fatto tanto – legge un messaggio – sono felice che questo impegno mi venga riconosciuto. Ogni anno torno a Vasto, da sempre, perché l’Abruzzo è la mia terra, è l’origine di cui sono fiero”.
Il riconoscimento della Presidenza del Consiglio regionale, dando seguito alla legge regionale 4/2011 la legge ha istituito anche la Giornata degli abruzzesi nel mondo, che si celebra oggi nella nostra regione. La legge-Chiavaroli, all’articolo due, conferisce annualmente, l’ onorificenza di Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo a persone di origine abruzzese che, per meriti accademici, culturali, politici, sociali o professionali, si siano distinte nei Paesi stranieri, o nelle regioni italiane diverse dall’Abruzzo, in cui sono emigrate in passato o dove attualmente vivono stabilmente.
MAL D’ABRUZZO : sono girovago ma non per mia scelta, vengo dall’Abruzzo in cui vorrei tornare con i miei cari e, in cui sogno di restare.
Monti innevati, corsi d’acqua scendenti, colline verdeggianti e mare accogliente.
Questi sono i miei sogni ricorrenti, la maestosità della Maiella con i suoi grandi boschi e le miriadi di sorgenti che scendono a valle, attraversando i ripidi valloni ai piedi delle colline vestite di verde e di vigne, fino ad abbracciare il grembo dell’Adriatico mare nostro !
Sono emigrante per lavoro ma, non per mia scelta.
Sono Abruzzese ed ho nostalgia per la mia terra!
Sogno la terra dei vini dei boschi di acacie, dei pini e dei contadini.
Sento l’odore dei fiori che si sposano a quello salmastro del mare. le cale di sassi e la sabbia dei lidi.
Sono lontano ma non per mia scelta, vedo la mia città che si erge sul mare, l’imponente castello e la maestosità del cupolone del mio santo Patrone.
Sono lontano ma non ancora per molto e, per mia scelta decido di tornare per abbracciare le mie radici al tronco della vita.
Sogno quel giorno e nel frattempo mi preparo al meglio.
Sarà domani o l’altro ma, la mia ombre si staglierà ancora nei posti della mia infanzia, dei miei primi amori e della mia gente !
Spero di aver fatto cosa gradita. Viva l’abruzzo e gli abruzzesi, ovunque loro siano !
Grazie mille per questo pensiero e per aver scelto noi per farlo arrivare agli abruzzesi!
Grazie a lei signora Monica. Sono stato anch’io un abruzzese errante, anche se per pochi anni. E se in ciò che ho scritto si rispecchiano i miei stati d’animo per cosi pochi anni, mi immagino quali possano essere invece quelli di chi vivono lontano ma, vicini con i loro sentimenti.