“Chiediamo fatti concreti a tutela della fauna selvatica; dal ministero dell’Ambiente all’ente Parco, dalle Regioni ai Comuni, tutte le istituzioni sono chiamate a mantenere alta l’attenzione sulla gestione della fauna del Parco nazionale d’Abruzzo”. Cosi’ in una nota Legambiente sul ritrovamento di nove camosci morti, ieri, sulle montagne del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise al quale viene chiesto ”un cambio di passo” nella tutela della sua fauna selvatica: la lista di esemplari di orsi, lupi e cervi trovati morti nel Parco e nella sua zona di perimetrazione esterna – sottolinea infatti l’associazione – e’ gia’ molto lunga.
”Sebbene la causa della morte di questi 9 esemplari non sia ancora chiara – commenta Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente – e sebbene siamo in attesa di conoscere gli esiti degli esami autoptici per esprimere un giudizio complessivo, e’ abbastanza chiaro che in questo Parco esiste, e non da oggi, un serio problema di tutela e gestione sanitaria della fauna selvatica. Basta scorrere la lunga lista di ritrovamenti effettuati in questi anni per essere preoccupati da quanto sta accadendo e constatare che le risposte messe in atto sono ancora inadeguate”. Va chiarito che le popolazioni di camosci appenninici, secondo i recenti censimenti effettuati dai parchi coinvolti nel progetto Life Coornata, sono sostanzialmente in buona salute e non rischiano l’estinzione. Ma desta preoccupazione l’accertamento che la causa della morte dell’orsa ritrovata a marzo scorso a Gioia dei Marsi fosse la tubercolosi bovina, contratta dal plantigrado per aver mangiato una carcassa di bovino infetto. (fonte ASCA)