Cappello da cuoco e matterello, pronti a mettere al bando merendine e Coca-Cola in favore di focacce, dolci fatti in casa e succhi di frutta naturali. E’ stato l’entusiasmo dei bambini il vero protagonista del corso che si è è tenuto nei giorni scorsi presso il ristorante Ninì, a Montesilvano Colle, dove ha dispensato consigli e suggerimenti per vivere in salute la dottoressa Elena Alquati, dello staff dell’oncologo Franco Berrino, Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, promotore di una sana alimentazione nella prevenzione della malattie. L’iniziativa è stata articolata in due giornate: la prima riservata alle mamme, la seconda interamente dedicata ai bambini. E la risposta dei più piccoli è stata davvero sorprendente perché, attraverso il gioco, hanno preso coscienza di quanto sia importante scegliere e mangiare cibi sani, impastandoli e preparandoli con le loro mani, con l’aiuto delle mamme.
L’obesità infantile
Educare i bambini, sin dalla tenera età, ad alimentarsi in maniera corretta è determinante non solo per una sana crescita, ma anche per combattere l’obesità infantile, che può predisporre alle malattie croniche degenerative. All’aumento di questo fenomeno tra i bambini concorre l’assunzione di cibi quali patatine, coca cola (pensate che 1 coca cola vaporizzata produce una tazzina intera di zucchero) e tutte le bevande zuccherate, i fast food, il tempo passato davanti alla televisione, e un eccessivo consumo di proteine, soprattutto carni e formaggi, e di merendine. L’alimentazione, dunque, va cambiata, ma il cambiamento, secondo gli insegnamenti dell’oncologo Berrino, deve passare prima attraverso si genitori.
Il cibo dei bambini è quello dei genitori
La parola d’ordine dunque è seguire un’alimentazione che limiti bevande zuccherate, alimenti raffinati, carni rosse, formaggi, patate, dolci industriali e sale e privilegi, invece, cibi di provenienza vegetale con un’ampia varietà di cereali non raffinati, legumi, verdure, frutta (anche secca), noci, mandorle e nocciole. E poi fare attività fisica, che fa sempre bene. Ma è indispensabile che siano prima i genitori a cambiare il proprio cibo. Da qui l’esigenza di dedicare una parte del corso, che si è svolto presso il ristorante Ninì, interamente alle mamme, per insegnare loro cosa preparare ai bambini e soprattutto invitarle a coinvolgere i figli nella preparazione degli alimenti, perché i bambini mangiano più volentieri ciò che cucinano.
La fondatezza di questo suggerimento è stato dimostrata dall’entusiasmo dei bambini che hanno partecipato alla seconda giornata del corso. Con il loro matterello e seguendo i consigli della dottoressa Alquati, hanno steso un impasto fatto con un mix di farine integrali di antichi grani autoctoni del territorio abruzzese e realizzato delle focacce, arricchendole con olive e mandorle. Una volta cotte, le hanno mangiate ed apprezzate, dimostrando che sono curiosi di provare nuovi sapori se hanno la possibilità di farlo.
Attraverso il gioco, l’educazione ad una corretta alimentazione
“Il corso era rivolto ad una quindicina dei bambini, ma ne sono venuti 40. Questo è il primo dato che dimostra il successo dell’iniziativa. Sono caduti tanti preconcetti perché attraverso il gioco il bambino è riuscito a divertirsi e ad imparare “, spiega il dottor Nicola Salvatorelli, coordinatore del corso.
“E’ ormai imprescindibile che si intervenga sulla cultura, sulla società e sui modelli che non sono in grado di dare indicazioni corrette su una sana alimentazione. Se i bambini mangiano patatine fritte è perché non hanno alternative. Ne vedo molti che vanno a fare colazione al bar perché le mamme dicono di non avere tempo. Non è vero, per preparare una buona colazione non ci vuole poi molto tempo. Ecco perché è necessario che siano i genitori a cambiare per primi il loro cibo per educare i bambini”.
Longevity, la prossima iniziativa
A proposito di qualità della vita, gli organizzatori del corso preannunciano una nuova iniziativa, in programma a dicembre, che sarà incentrata sul tema della “longevity” e che vedrà la partecipazione del professor Berrino e di ricercatori di fama internazionale. “Il nostro obiettivo”, conclude Salvatorelli, ” è fare diventare Montesilvano un centro di studi sullo stile di vita per migliorarla ed allungarla, perché è ormai dimostrato che le aspettative dell’uomo si sono allungate fino a 125 anni”.