La “tolla” è una specie di aglio che cresce in campagna, più tondeggiante rispetto ad un aglio fresco. Nelle campagne abruzzesi, da tempo immemore la cucinano con le prime fave, quello che viene fuori è un piatto povero, ma ricchissimo di sostanze, storia e significati, che a Tollo, la città del vino in provincia di Chieti, assume una declinazione particolare, grazie ad un evento che domenica 12 maggio tornerà a dare voce a questa tradizione culinaria antichissima dopo otto anni, Toll e Fave.
“Dal 2005 la mnifestazione non si faceva più – dice il sindaco di Tollo Angelo Radica – L’amministrazione di cui sono alla guida ha voluto riportarla in vita, ma con un significato e una valenza diversa. La finalità è quella di creare attorno ai prodotti tipici degli eventi per aumentare la percezione turistica di Tollo. Con Toll e Fave non facciamo una sagra, o una festa di piazza come avveniva un tempo, ma apriamo i ristoranti del nostro paese a questa tradizione, che cucineranno questo antico piatto. E attraverso un convegno racconteremo tradizione e significati di qualità”. In praticatutti i ristoranti prepareranno a pranzo e a cena Toll e fave.
Alle 18 presso il Ristorante Vizi E Virtù si terrà un contro con tre esperti Davide Acerra (Slow Food), Gino Primavera (insegnante) e Angela Pomponio (Onav) che parleranno dell’importanza della valorizzazione dei prodotti tipici per lo sviluppo del territorio e l’abbinamento dei vini con il piatto.
“Questo piatto è forse uno dei migliori della nostra tradizione culinaria contadina – continua il sindaco – affonda la sua storia nella povertà degli agricoltori di una volta, perché è un piatto poverissimo, essenziale, che si fa dieci giorni all’anno perché la tolla, l’aglio, si trova solo in questo particolare periodo. Da qui nasce anche l’idea di fare un atlante dei dei piatti tipici locali, per far nascere comunicazione e politiche ricettive nuove che stiamo sperimentando già attraverso altre eccellenze del paese. Un evento che guarda al futuro, insomma, ma con occhi nuovi”.
Una ricetta antica raccontata da una memoria storica del paese.
C’è una cucina particolare a Tollo dove questo piatto fa eco da decenni, quella della famiglia Puca, nella contrada che in paese chiamano “Pelus”. Lì abita Maria Annone, la memoria storica vivente di “Toll e Fave”, il piatto. “Io l’ho imparato da mia suocera, che a sua volta l’ha imparato dalla sua e da chissà quante altre suocere – spiega Maria – E’ facile da fare, io le ho cucinate prima per la mia famiglia e poi pure in piazza, tante volte”.
Il procedimento è lo stesso da una vita, Maria Annone in Puca lo fa così: lessare le tolle per una decina di minuti, nella stessa acqua versare le fave. in un tegame alto versare l’olio, quando è bollente, aggiungere il peperone rosso secco, dolce, che va tolto una volta fritto. A questo punto bisogna aggiungere tolle e fave e quando il peperone fritto si sarà raffreddato, ci si mette dentro e si mescola. Il piatto verrà verde e rosso, come quello delle suocere tollesi!
Ma le fave della campagna locale sono tutta un’altra cosa. Se volete assaggiarlo al massimo del suo sapore conviene andare.