“L’Abruzzo è un territorio ricco di risorse, è il parco naturalistico d’Italia. Ma la sua gente è bucolica e non ha velleità imprenditoriali. I produttori stanno bene economicamente però quel benessere potrebbe essere amplificato con un piano Marshall mirato a potenziare ricettività, enoteche, ristoranti. Occorre fare cultura del bere bene, sbicchierare, assaggiare nuovi vini, organizzare assaggi e cene guidate a invito senza ragionare sul mancato guadagno. Investire per creare la domanda se è vero che volete vendere i vostri vini”.
Luca Maroni si dice “incantato per quanto fatto finora” dall’Abruzzo del vino, ripetutamente premiato anche quest’anno dal suo Annuario dei Migliori vini italiani. Ma non si risparmia una svegliata alla mentalità abruzzese più inconsapevole delle proprie potenzialità, puntando il dito sulla scarsa ricettività delle istituzioni preposte a promuovere “un comparto che più di altri produce ricchezza commerciale e ambientale”.
“E’ il momento di spingere su questo petrolio d’Abruzzo ora che decine di produttori sono riconosciuti a livello mondiale. Basterebbe promuovere il prodotto abruzzese, farlo conoscere per venderlo” sottolinea l’ideatore di un metodo di degustazione”. Quest’anno l’Abruzzo – afferma il giornalista romano discepolo di Luigi Veronelli – si è confermato più versatile e performante tra le regioni italiane, capace di raggiungere l’eccellenza in tutte le fasce di prezzo. Vini leader in tutte le categorie, numeri 1 del patrimonio nazionale grazie alla grande varietà di uve. Con la leadership nei rosati, che ha soppiantato la Puglia nel rapporto qualità/prezzo. “C’è da chiedersi” continua Maroni “se esiste possibilità di recupero di un altro vitigno autoctono abruzzese. Con la varietà di vitigni abruzzesi in vasca si può fare concorrenza al prosecco: bollicine easy per sfidare il grosso del mercato. Spumante charmat come il brut dei Terzini premiati nell’ultimo Annuario, anzichè sfidare la nicchia di mercato con il metodo classico. Il rapporto qualità-prezzo sarebbe vincente in assoluto”.
Tra i suggerimenti elargiti dall’esperto legato a doppio filo all’Abruzzo (nonna di Avezzano, spiega, e quando non è a Roma abita con la famiglia a Rocca di Mezzo) non manca un cameo per l’oro verde. “Occorre spingere di più sulla promozione dell’olio extravergine d’oliva: a differenza del vino, la qualità del prodotto abruzzese è più alta del percepito”.
Jolanda Ferrara