Una bollicina può essere sigillo di un avvenimento che nessuno aveva mai immaginato di realizzare. E’ accaduto a Manuela Cornelii, consigliere nazionale Ais (Associazione italiana sommelier), che ha avuto, seduto in cattedra accanto a sé, Gérard Liger – Belair, professore universitario di Fisica all’Università di Reims Champagne-Ardenne, autore del libro che aveva letto nel 2007, “Bollicine. La scienza e lo champagne”, pubblicato in Italia da Giulio Einaudi Editore. Il francese, su iniziativa dell’Ais, ha tenuto una Lectio Magistralis al Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara che ha rappresentato un momento per fare della scienza nascosta in una bollicina di champagne, il collante per un altro progetto, quello dedicato alla raccolta fondi per la stampa braille dei libri di “Tecnica della degustazione” e per la realizzazione di audiolibri in collaborazione con Aid (Associazione italiana dislessia).
Il progetto sociale
Una raccolta fondi fortemente voluta dalla stessa Manuela Cornelii, che oltre ad essere consigliere nazionale Ais, si occupa anche delle campagne di sensibilizzazione tenute dall’associazione italiana. “Non per il profitto – è infatti il suo motto – ma per dirottare il denaro nelle casse dei progetti sociali“. Quello della stampa braille non è l’unico progetto che Manuela ha in mente, anzi, ha in cantiere altre due idee importanti: la prima, che sta dando già i suoi primi frutti, chiamata Bianco – Rosso – Green, è una campagna di recupero e riciclo dei tappi in sughero, di cui ne è l’esempio l’opera realizzata dalla promettente artista abruzzese Jessica di Martino, esposta proprio in occasione dell’evento al Museo delle Genti d’Abruzzo.Il secondo, invece, lo sta portando a termine con estrema determinazione Ivano Menicucci, socio dell’Associazione italiana sommelier con la passione dell’elettronica. L’idea è stata chiamata “Wineye” ed ha l’obiettivo di trasformare il colore del vino in suoni. Un progetto che permetterà ai non vedenti di poter analizzare senza nessun tipo di ostacolo il vino da degustare. Wineye, infatti, si propone, attraverso un microcircuito elettronico che simula lo spettro visivo umano, di effettuare l’analisi del colore di un vino preso in esame e tradurla in parole. Uno spettrofotometro portatile e con un costo limitato, meno di 15 euro.
La Lectio Magistrali e la degustazione
Una nobile causa, dunque, è stata quella che ha spinto Gérard Liger – Belair, arrivato in Italia per un piccolo tour di conferenze, a tenere una Lectio Magistralis intitolata “L’Odissea di una bollicina”. Sì, proprio così, lo scienziato francese ha incantato per più di tre ore il suo pubblico parlando della vita delle bollicine di champagne, dalla nascita allo scoppio di ognuna di esse. Ci sono voluti quindici anni di studi in laboratorio, per arrivare ad avere questi importanti e parziali risultati. Chimica e fisica supportate da fotocamere e macchine da presa capaci di catturare spettacolari immagini ad altissima velocità.
Le parole del professore hanno catapultato tutti all’interno di un flute di champagne, dal momento in cui, stappata la bottiglia, ed evaporata quella parte di anidride carbonica, il liquido delicatamente scende lungo le pareti del bicchiere librando tutti gli aromi. Un flute, una coppa, caratteristiche diverse che si fanno responsabili della longevità di una bollicina. Ed è proprio così che inizia l’ascensione verticale, l’Odissea della bollicina, che vola veloce per tornare a confondersi con ciò che ha dato vita alla sua forma perfetta, l’aria.
Fotogrammi spettacolari, forme geometriche inaspettate nascoste dietro un’entità così effimera. Le bollicine hanno fatto la storia, sono state la testimonianza di cambiamenti sociali importanti, sono il sigillo di molti avvenimenti che ogni uomo almeno una volta ha avuto modo di vivere, un matrimonio, una laurea, un anniversario da ricordare o un momento da dimenticare. Con le bollicine sono state varate migliaia di navi, hanno preso inizio i grandi viaggi, le grandi traversate. Le bollicine, per quanto siano state messe a nudo dagli scienziati, conserveranno ancora a lungo quell’aurea di mistero che hanno sempre nascosto all’interno di esse, del resto “i veri intenditori non bevono vino, degustano segreti” (S. Dalì).
Francesca Mancini