Magia, malefici, pozioni, vari incantamenti bollono nel pentolone de La notte delle streghe edizione 2015. Il paese è pronto a tornare tutto streghesco sin dal mattino del 17 agosto (leggi il programma). Lungo le arroccate vie del borgo medievale è facile trovare artigianato, articoli in tema e, chissà, anche magiche pozioni non venefiche, tanto per assaggiare un’atmosfera che diventa emozionante quando scende la sera e i paesani si trasformano in attori: streghe e fattucchiere, vittime e figuranti per raccontare storie che fanno venire la pelle d’oca, complice l’aria frescolina di montagna.
Sotto gli “sporti” domina il profumo di streghe, reso acuto da un mito cresciuto con gli anni, raccontato sottovoce di bocca in bocca.
Un testo antico fa da storyboard di un vero e proprio evento tanto frequentato da dentro e fuori l’Abruzzo da portare il sold out da giorni (andate sul sito e provate a vedere quanti biglietti, venduti anche online, sono rimasti!). La suggestione c’è, non coinvolge soltanto i bambini, attratti e intimoriti dall’incontro annunciato, ma coglie gli adulti, che riscoprono o scoprono un mondo e paure di quando erano bambini.
Si legge in “Se ascoltar vi piace. Dai Quaderni di Francesco Giuliani” (Lindau, Torino 1992):
“Qui un tempo non lontano si credeva alle streghe, e ce ne sono che ci credono ancora.
Quando una creatura si ammalava e il medico non ci capiva nulla e non c’era medicina per guarirla, subito si sospettava che le streghe di notte se la succhiavano. E stupidamente si credeva che le streghe entravano nella casa dal buco della chiave o dal tetto. I parenti, gli amici e i vicini, tenevano subito consiglio, e si deliberava che bisognava fare il giro del paese di notte e passare sotto sette sporti.
Il giro si faceva verso la mezzanotte quando le vie erano deserte, e la comare del battesimo doveva portare in braccio la creatura seguita da altre donne tutte in silenzio e, se pure si incontrava qualcuno non si doveva fare una parola, con tutto questo credevano di allontanare le streghe e far guarire la creatura.
Si faceva anche in altro modo, si vegliava la creatura per otto o dieci notti, nell’ultima notte anche ad ora tarda si prendevano panni della creatura, si andava fuori dal paese dove due strade si incrociavano, e li si mettevano i panni sopra un pezzo di legno, si battevano fortemente e poi si bruciavano. Qualche volta capitava che la creatura si guariva, e si rafforzava la credenza nelle streghe…”
E così l’associazione culturale “La Notte delle Streghe, ru rite de’ re sette sporte” nasce a Castel del Monte nel 1996 per tramandare riti, credenze e magiche atmosfere per non farsi cogliere da fatture e malefici, trasformandolo in un vero e proprio spettacolo!
Il paese con la sera diventa blindato. Si entra a gruppi, perché a ciclo continuo fino a notte fonda, si ripete una storia che ha come scenario i punti più caratteristici del borgo medioevale di Castel del Monte. Il percorso conduce il gruppo su tutti i palcoscenici paesani, dove prendono vita rappresentazioni evocative della tradizione streghesca e storie da brivido. Quanto alle streghe… “Tra musica, canti e balli medioevali, giocolieri e buffoni di corte verranno scacciate dentro le mura del castello e fuori le paure e raccontate delle storie”, assicurano i castellani.
(foto e video sono tratti dal sito della manifestazione)