Non era mai successo: per la prima volta nella storia degli italiani è stata servita in tavola nel 2013 meno di una fetta di pane a pasto per persona. Il consumo del bene alimentare più prezioso è sceso al minimo storico dall’Unità d’Italia a oggi.
Lo dice lo studio “Il pane quotidiano nel tempo delle rinunce” presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione in corso a Cernobbio. Nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, si mangiavano – sottolinea la Coldiretti – ben 1,1 chili di pane a persona al giorno, ma da allora si è verificato un progressivo contenimento dei consumi che oggi sono scesi ad appena 98 grammi a persona.
Se il 78% degli italiani ha tagliato sulla spesa per il pane, con il 42% dei cittadini che nel 2013 ha ridotto le quantità acquistate mentre ben il 36% si è orientato verso tipi meno costosi, è non solo per una questione di diverse abitudini alimentari ma perché il prezzo medio del pane è lievitato.
E’ tra Napoli, dove costa 2,01 euro al chilo, e Venezia, dove si spende 4,65 euro al chilo, mostrando una incredibile variabilità tra le diverse città con valori che variano tra i 3,80 euro al chilo a Bologna, 2,94 a Torino, 2,74 a Palermo, 2,43 a Roma e 2,67 a Bari. Per contenere i costi e soprattutto per garantirsi la qualità a tavola si è verificato rispetto al passato un aumento del 18% del numero di italiani che nel 2013 preparano il pane in casa.
C’è anche il tipico pane abruzzese in mostra al XIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione. Il forum, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio Ambrosetti costituisce l’appuntamento annuale del settore che riunisce i maggiori esperti, opinionisti, ed esponenti del mondo accademico nonché rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed estere e quest’anno, proprio in apertura, ospiterà la prima mostra dinamica “Il pane quotidiano nel tempo delle rinunce” con l’esposizione di tutti i pani tradizionali regione per regione.
Si fa il punto sul boom del pane fai da te, ma anche il ritorno delle ricette con gli avanzi di un prodotto antico ma sempre presente sulle tavole.
Per l’Abruzzo saranno protagonisti quattro tipi di pane tradizionale di farina di: mais, solina, saragolla e patate. Pani che verranno accompagnati da una ricetta tipica: pallotte cacio e ove, realizzate dai cuochi di Villa d’Este secondo l’antica ricetta regionale. Le diverse tipologie di pane abruzzese, preparate dall’azienda agricola di Elice (Pe) di Simonetta Vadini, saranno tra le protagoniste di un focus sui prodotti alimentari simbolo della tavola in un momento di difficoltà economica, con analisi esclusive su andamento di acquisti, preferenze, risparmi, sprechi.
In esposizione il pane di mais, tipico della zona teramana a forma di filoncino e pagnottella ovale; il pane di saragolla, cereale introdotto in Abruzzo dalle popolazioni protobulgare intorno al 400 d.C.; il pane di patate, noto nella provincia aquilana per la prolungata conservazione che può essere protratta anche per una settimana senza che il prodotto perda morbidezza e fragranza; pane di solina, una varietà di frumento conservata in molte zone ad agricoltura marginale della regione, con particolare riferimento alle provincie di L’Aquila, Chieti e Pescara e considerato il grano con apporto glutinico più equilibrato per l’organismo umano.