Cenone all’insegna della tradizione abruzzese con la Panarda in stile “finger food” dello chef Donatello Cacciatore per Caprice, roccaforte del maestro pasticcere pescarese Fabrizio Camplone nel capoluogo adriatico.
Si tratta di un’alternativa originale per trascorrere la notte di S. Silvestro gustando piatti tipici preparati con ingredienti genuini e di qualità e riuscire ad affrontare l’appuntamento con la Panarda senza mandare indietro nulla. Una tradizione antica, quella del pranzo con decine di portate nato per condividere le leccornie dei banchetti aristocratici con il popolo, per un giorno. Decine di pietanze preparate in onore degli ospiti, che non erano mai meno di venti, un’usanza diffusasi fra il 500 e il 600, ma che potrebbe
avere radici anche anteriori e un must: non potersi tirare indietro per non incorrere nel rischio di offendere il padrone di casa. Nella storia ci sono state panarde legate al significato di ex voto, altre manifestazione di potenza, agio e abbondanza. In ogni caso si tratta di un appuntamento affascinante con la tradizione.
E Caprice l’ha riscoperta in una alternativa e accessibile (per volumi dei piatti) versione finger food. Dunque, le portate prevedono: tajarille e fasciule, lenticchie di Santo Stefano, gnocchetti di patate al cacio marcetto, pallotte cacio e ove , pecora a la cotture, agnello cace e ove, coratella d’agnello, papalina gratinata, baccalà di S. Demetrio, pipindune e ove, briosche alla scrucchjata, rimpizze all’olio d’oliva e anice, soffioni alla ricotta, bocconotti, sassi d’Abruzzo, e per finire il dolce istituzionale, la Presentosa.
Un buffet a km zero, che è anche una eccezionale galleria di sapori e saperi per il territorio abruzzese oltre che per la sua storia.