Abbiamo avuto una fortuna, qualche mese fa: viaggiare a bordo di uno dei treni della Transiberiana d’Italia nella tratta che va da Sulmona a Carpinone (leggi l’articolo). Una tratta dismessa, ma dalla bellezza paesaggistica disarmante: perché attraversa il cuore pedemontano dell’Abruzzo verde, lambisce il Parco della Majella, rivela gli scenari più densi di storia e verde che la nostra regione vanta. Rivelava, perché il futuro della tratta non c’è: chiusa, quello del 20 ottobre è, purtroppo, l’ultimo viaggio. Perché la linea ha dei costi per Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), va mantenuta, una linea su cui grazie ai viaggi di Transita in poco più di un anno sono passati quasi 10mila passeggeri. Ma soprattutto per una ragione: nessuno, istituzionalmente potente, ha investito, insistito, reclamato che la linea non venisse chiusa.
Tant’è che qualche giorno fa, data 18 ottobre, Transita, la Onlus abruzzese-molisana che muove i viaggi turistici sulla tratta della Transiberiana d’Italia tra le due regioni, aveva pubblicato un appello denuncia: “Cari amici, ancora una volta stanno facendo di tutto per impedire alla Transiberiana d’Italia di continuare la sua corsa. Se avete viaggiato con noi, scriveteci della vostra esperienza in questo post e condividetelo. Vorremmo che Il presidente della regione Abruzzo GIANNI CHIODI – PAGINA UFFICIALE e il presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura, sapessero che la tratta ferroviaria più bella d’Italia non rappresenta il passato, bensì il futuro per il turismo delle nostre due Regioni”.
Non solo. Il giorno prima, era il 17, sempre dal profilo di Transita apprendiamo che la decisione di recidere la linea dall’alto c’è: “Linea da Castel di Sangro a Sulmona chiusa “sine die” e, questo – scrive Francesco Tufano sul profilo Facebook – è l’ennesimo prodotto turistico che va a farsi benedire dopo i tanti nel Molise e nell’Abruzzo (Paleolitico, Sepino, ecc.. ma anche l’Abruzzo non scherza). Migliaia di turisti che erano pronti a farci visita si dirotteranno su altre destinazioni e le speranze di creare lavoro con questo prodotto turistico svaniscono.Un prodotto turistico che poteva essere il fiore all’occhiello delle nostre Regioni, muore miseramente come moriranno i piccoli borghi dislocati lungo questa ferrovia”.
E così il viaggio di domenica scorsa, ieri, l’ultimo viaggio del convoglio sulla linea, in parte è stato fatto anche in autobus.
Ma poi, oggi, sul portale della Regione Abruzzo, come se niente fosse accaduto e nulla dovesse accadere, troviamo questa nota che riportiamo testualmente: “In treno per tre giorni sulla Transiberiana d’Italia, alla scoperta di uno degli angoli più suggestivi dell’Abruzzo. È partito ieri e si concluderà domani il progetto “Adristorical lands”, finanziato con il programma comunitario transfrontaliero Ipa Adriatico, che prevede il viaggio in treno Molise-Abruzzo sulla storica tratta Carpinone-Sulmona. Si tratta, nello specifico, di un Educational tour, riservato agli operatori del settore turistico internazionale, che tende ad esaltare l’abbinamento tra l’offerta turistica naturalistica e la mobilità sostenibile”.
Come come? C’è un programma frontaliero sulla linea che chiude? Si portano penne e firme della rete a vedere un prodotto che non verrà più proposto?
Incuriositi continuiamo la lettura della nota istituzionale e arriviamo al punto che: “La Regione Abruzzo, in qualità di partner del progetto che ha come capofila la Regione Molise, ha voluto in questo valorizzare, dal punto di vista turistico, una tratta ferroviaria di grande rilevanza storica e paesaggistica, non a caso soprannominata la Transiberiana d’Italia”.
Ma, allora, lo sapevano che vale la pena puntare su quel percorso! Eppure danno per scontato che resti, tanto che non rassicurano nemmeno sul futuro che non sembra essere tanto roseo: “Ci troviamo di fronte ad uno dei tratti di strada ferrata tra i più belli e suggestivi del Paese – ha voluto sottolineare l’assessore al Turismo, Mauro Di Dalmazio – Il progetto tende a valorizzare la tratta ferroviaria come risorsa turistica all’interno di un contesto naturalistico che è quello del Parco nazionale della Majella. Siamo convinti che l’abbinamento turismo e mobilità sostenibile possa rappresentare una peculiarità dell’offerta turistica delle aree interne”. I viaggiatori, circa 60 persone tra tour operator nazionali e internazionali, blogger e giornalisti di settore, potranno ammirare le bellezze paesaggistiche del territorio a cominciare dal borgo di Pescocostanzo fino al Piano di Quarto di Santa Chiara della stazione di Palena (la seconda stazione Fs più alta d’Italia). I viaggiatori saranno accolti domani alla stazione di Sulmona dai rappresentanti della Regione Abruzzo e delle istituzioni locali con degustazione di prodotti tipici e visita ad un mercatino tipico”.
Così è se vi pare. Qualcuno ci spieghi.
Intanto la strana sorte della linea diventa un’interrogazione a risposta scritta per il Ministro dei Trasporti, che porta la firma dell’onorevole Abruzzese di Sel Gianni Melilla. Nel testo la storia e le incertezze per il futuro, per leggere il testo cliccare qui
Brava Monica, hai centrato pienamente l’incongruenza dei Politici che dicono ai giovani “lavorate con il turismo sfruttando le opportunità che noi vi diamo” e poi non sanno nemmeno che ciò che loro, rarissime volte, promuovono è inesistente o chiuso.
Cosa dire? Meno male che ci sono tante intelligenze (come la tua) che riescono a fare emergere le incongruenze altrimenti saremmo il famoso “popolo bue” che tanto amano i nostri politici.
Grazie e complimenti!!!!
Francesco Tufano