Il mondo dell’editoria abruzzese saluta Veniero Luigi De Giorgi, scomparso ieri a 70 anni a causa di un male incurabile. Non solo quel mondo: sono anche i mondi abruzzesi della televisione, dell’illustrazione, della fotografia, del giornalismo, della cultura, dell’arte e dell’imprenditoria che guarda all’Oriente che lo salutano, perché Veniero De Giorgi è stato tutto questo durante la sua vita (l’immagine di testa è tratta da una recente intervista rilasciata a Rete 8).
Negli anni attraversati dai fermenti del ’68 lui è stato il fondatore di Tele Abruzzo, con sede a L’Aquila, era il 1973, lui radunò un gruppo di promettenti firme del giornalismo locale e nazionale e fece informazione nella prima emittente privata regionale. All’epoca a dominarlo era la spinta verso l’informazione: la sua tv nel 1974, a un anno dalla nascita, ebbe il coraggio di fare la prima “diretta” a Pescara su uno dei temi forti che animavano l’opinione pubblica e politica di quegli anni, il divorzio. Mentre Marco Pannella e Mauro Mellini ne dibattevano nell’aula magna dell’università, una cassetta registrava le fasi del dibattito e veniva proiettata in piazza Salotto, centro della città, per darne conto al pubblico.
Negli anni in cui l’informazione puntava al futuro e al quotidiano, lui stampava uno splendido periodico, l’Illustrazione Abruzzese per raccontare la bellezza del passato e i talenti d’Abruzzo attraverso tutti i nomi che li hanno resi tali. In quelli in cui l’arte guardava ai contemporanei e diventava underground, lui faceva scoprire i pittori ottocenteschi abruzzesi e puntava i riflettori su Michetti, Cascella e li accendeva sui fasti e sulle ombre del Vate e del suo complesso rapporto con la città e la regione natale. Editore attento ai particolari, cultore della bellezza in tutte le sue forme, una bellezza che ha cercato di diffondere anche attraverso le tante mostre documentarie, fotografiche, etnografiche che ha portato in giro per l’Abruzzo e fuori dai confini nazionali.
Prima che l’Italia fosse inondata dai capitali d’Oriente, non erano ancora gli anni ’90, lui portava delegazioni di imprenditori ed enti pubblici abruzzesi in Cina, nell’allora sconosciuta provincia dello Shaanxi, sede di un lungimirante gemellaggio e di tanti progetti di cooperazione e di contatti da lui tenuti tramite Kappamedia, la sua avventura imprenditoriale in Oriente, quando lo spirito del pioniere di opportunità che si sarebbero rivelate in futuro lo dominava.
La Cina è stata il suo orizzonte a lungo, da promotore della fondazione Istituto sviluppo economico culturale Italia Cina Oriente Africa (Iseico/a), da animatore culturale di iniziative che avessero la reciprocità negli intenti. Ma al mondo ha sempre guardato, anche quando ha pensato di rimettere insieme le vite dei tanti abruzzesi che andati via da casa avevano costruito una storia importante in altre nazioni, pur rimanendo legati alla propria terra. Lui li raggiunse e li riportò in Abruzzo, grazie alla giornata dedicata agli Abruzzesi nel mondo, istituita dalla Regione e organizzata in collaborazione con lui.
La sua ultima apparizione pubblica risale all’ultima di queste giornate, celebrata con la consegna di un premio, in un’affollatissima sala convegni di casa d’Annunzio l’8 agosto scorso. Lui era lì, con la sua macchina fotografica a catturare le immagini di uno dei tanti eventi che ha creato per la regione in cui aveva deciso di restare, investire, lavorare, aiutare altri talenti, soprattutto giovani, ad emergere.
Negli ultimi anni l’anima dell’editore era tornata ad imperare fra le mille idee che lo animavano. Nel 2013 era stato anche al Salone del libro di Torino, a maggio, per la presentazione de “Il fanciullo e la strega”, una lettura psicanalitica de “La figlia di Iorio di Francesco P. Michetti e Gabriele d’Annunzio”. Fra le tante cose create, anche un film, “Dal Mediterraneo a Oriente. Sulle orme di Alessandro Valignano. Un missionario abruzzese a Macau”, il gesuita che nel ‘500 fu motore delle relazioni tra Occidente e Oriente.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un’anima speciale, dal carattere imponente, la testardaggine alta, ma il cuore grande e la mente sempre aperta verso la conoscenza del nuovo. La camera ardente sarà aperta fino alle 12 di domani presso l’ospedale civile di Chieti, il posto che ha scelto per congedarsi dagli amici.