10 luglio 2013 Stadio Adriatico Cormacchia, Pescara. Secondo concerto di Lorenzo Jovanotti Cherubini per i miei bambini e ormai, ho perso il conto di quale numero di concerto, per me. Sono stata a tutti i concerti di Lorenzo nella mia e in altre città con la mia amica di sempre, rincorso anche in più tappe di uno stesso tour. Ho partecipato a lontanissimi raduni SoleLuna, tantissimi anni fa, quando non eravamo ancora così tanti a seguirlo e si potevano anche organizzare riunioni o cene in pizzeria, dove chiacchierare e parlare di musica, libri e del suo lavoro in crescita, ai tempi dell’ “Albero”. Lorenzo ha sempre amato il contatto diretto con il suo pubblico, basta guardare i messaggi, i video su you tube, twitter, Facebook, o i dvd dei suoi tour, come “Estate 2013”, postato oggi su Facebook, in cui si vedono immagini di tutto il pubblico nelle varie tappe del Back-up tour.
Ho ricordi indimenticabile di un ragazzone altissimo e dinoccolato, con gli occhi trasparenti,veloci e curiosi, un sorriso solare, di quelli che si fanno anche con gli occhi e una risata semplice, inconfondibile. Lorenzo è un grande comunicatore, eccentrico, istrionico, travolgente, in continua evoluzione, un mare in piena, una forza travolgente e scatenante. Lorenzo e la sua musica ci sono sempre stati nei miei ultimi 25 anni, nei momenti più belli e intensi e in quelli più dolorosi e quindi, scrivere di lui è per me necessariamente, uno scrivere di parte.
Arriviamo verso le 7 e intorno allo Stadio vedo già gruppi di ragazzi di ogni età, giovani, meno giovani, famiglie e bambini, come sempre nei concerti di Lorenzo, una tribù che balla, allegra e sorridente. Finalmente siamo dentro e aspettiamo che le luci si spengano. Lo stadio è pieno e l’atmosfera è quella che si avverte nell’aria quando sta per iniziare una grande festa. All’improvviso è buio e sul palco sale la band. Parte la musica di “Django”, il film di Quentin Tarantino e arriva lui. Tre schermi enormi sullo sfondo, circondati da una cornice luminosa e Lorenzo, camicia e giacca giallo-rossa, pantalone corto blu elettrico, calzino a righe, intona “Che bello è ! Quando lo stadio è pieno e la musica, la musica ti fa star bene ! E’ una rivoluzione ! Quando ci si può parlare con una canzone ! ” E’ emozionato, canta, balla, travolge tutto e tutti, si muove di qua e di là sul palco lunghissimo, che arriva fino a metà del prato e divide la folla in due. “E’ questa la vita che sognavo da bambino !…Gimme five…No, che non mi annoio…La mia moto”…e continua in un mix di canzoni dance, che fanno scatenare tutti.
Lorenzo corre, salta, canta e intanto sugli schermi dietro di lui, mentre intona vecchi successi e nuove canzoni, si svolge uno spettacolo nello spettacolo. Immagini che non seguono solo i suoi movimenti, come nei concerti tradizionali, ma vivono di vita propria e raccontano storie a sé, mentre tengono inchiodati gli occhi del pubblico.
Tecnologie innovative, giochi di luci, invenzioni scenografiche, immagini astratte, frammenti della sua immagine modificati e moltiplicati, come durante “Una tribù che balla”, cartoni animati e video toccanti, come i due volti di una stessa medaglia, la vita e la morte, il sole e la luna, la bellissima immagine sullo schermo diviso a metà, del pianto del neonato e quello del respiratore dell’anziano che sta morendo.
O il momento bellissimo in cui racconta che da piccolo, amava fare sempre nella “Settimana Enigmistica della nonna”, unisci i puntini. All’inizio voleva sempre unirli in ordine, poi ha cominciato a non seguire più nessun ordine e ha capito che anche così venivano fuori figure bellissime. Crescendo si è accorto che non sempre i puntini si uniscono come abbiamo pensato o sperato noi, ma che è vita lo stesso e va bene così, purché nulla resti immobile e si vada sempre avanti, credendoci.
“Solo dal caos può nascere una stella danzante” scriveva Nietzsche.
E le stelle a volte, si può anche solo stare a guardarle e le possibilità di quello che possiamo essere o fare sono infinite, perché siamo noi ad avere dentro mille possibilità e dalle stelle possono venire fuori tutti i disegni possibili.
Il messaggio è sempre positivo, di speranza e di prospettiva evolutiva della vita. Non bisogna rassegnarsi all’aria che tira, ma ribaltarla, …”ribalteremo il mondo..”, attraverso quello che ognuno sa fare meglio e con “tutto l’amore che ho”.
“Ci vuole pioggia, vento e sangue nelle vene..e una ragione per vivere, per sollevare le palpebre e non restare a compiangermi e innamorarmi ogni giorno, ogni ora di più…”.
Tensione evolutiva, come nel Lorenzo-pensiero, bisogna vivere, amare, ora, in questo momento, perché poi tutto sfugge continuamente e non c’è tempo da sprecare, “muoviamoci che poi diventa sera”.
Il concerto è una grande festa mobile, una concentrazione di energia positiva, amore, coraggio, forza travolgente, emozioni e gioia.
Tutto lo stadio, come su un immenso lunapark, “muove tutto quello che c’ha da muovere”, balla e respira quella stessa carica ed emozione.
Lorenzo, vestito di mille colori come Arlecchino o di cuore e polmoni, mixa come un provetto dj, sonorità dance con ballate lente e movimentate, trasforma gesti, suoni, ritmi, cori, suoni e parole in una tensione evolutiva continua, in uno spettacolo multimediale, tecnologico ed emotivo, un giusto mix di cuore e gambe, di emozioni e ritmo, che ti scorrono potenti e intense nelle vene.
Dopo la prima parte dance è il momento di “Gente della notte”, dove ricorda i suoi inizi e gli anni 80 – 90, gli anni di piombo, i mondiali di calcio, la caduta del muro di Berlino e poi un medley sul tema della notte, di vari cantanti italiani ( Dalla, Ligabue, Venditti) per introdurre, con un boato dello stadio, “Ti porto via con me “.
…”È una notte come tutte le altre notti
È una notte con qualcosa di speciale
Una musica mi chiama verso sé
Come acqua verso il mare
Vedo un turbinio di gente colorata
Che si affolla intorno a un ritmo elementare
Attraversano la terra desolata
Per raggiungere qualcosa di migliore
Un po’ oltre le miserie dei potenti
E le fredde verità della ragione
Un po’ oltre le abitudini correnti
E la solita battaglia di opinione
Vedo gli occhi di una donna che mi ama
E non sento più bisogno di soffrire
Ogni cosa è illuminata
Ogni cosa è nel suo raggio in divenire
Vedo stelle che cadono nella notte dei desideri..
Senti il dolore si scioglie nel tempo che scorre e che scivola via
non resterò qui a guarda ..ho già iniziato a viaggiare..
in questa parte di mondo la strada comincia..comincia la vita”
E poi arriva il momento più intenso con le ballate più lente, dedicate ai suoi affetti, alla mamma e al fratello Umberto, che non ci sono più, a Francesca, sua moglie e a Teresa, sua figlia. “Raggio di sole”, “A te” , “Le tasche piene di sassi “, “ Baciami ancora” , “Il più grande spettacolo dopo il big bang”, “Mi fido di te” , “ Tutto l’amore che ho” , per finire con “Ragazzo fortunato” e “Penso positivo”.
“L’ ombelico del mondo”, “Mezzogiorno” e “Safari” fanno ballare tutti insieme e il concerto si chiude con un Lorenzo scintillante di speranza e gioia, in un vestito interamente dorato, che, dopo aver sventolato un enorme bandiera gialla con uno smile, intona “Penso Positivo” e ripete ad infinito come un mantra magico: “ Ce la possiamo fare”.
..“Io penso positivo perché son vivo perché son vivo, io penso positivo perché son vivo e finché son vivo, niente e nessuno al mondo potrà fermarmi dal ragionare, niente e nessuno al mondo potrà fermare, fermare, fermare quest’onda che va…”
e nella bellissima “Terra degli uomini”..
..”e sotto ai miei piedi c’e’ un baratro
e sulla mia testa c’ho gli angeli
e qui siamo proprio nel mezzo
nella terra degli uomini
dove suona la musica
l’amicizia si genera
dove tutto e’ possibile
dove un sogno si popola
la chitarra si elettrica
e risuonan gli armonici
dove ridono i salici
dove piangono i comici
e la forza si amplifica
e il sangue si mescola
e l’amore e’ una trappola
mica sempre pero’
qualche volta ti libera
e ti senti una favola
e ti sembra che tutta la vita non e’ solamente retorica
ma sostanza purissima
che ti nutre le cellule
e ti fa venir voglia di vivere fino all’ultimo attimo“
Nel suo libro sul tour Lorenzo ha scritto :
“Se è vero che nell’infanzia è riposto il motore che ci porterà per il resto della vita, io credo di avere un motore di piccola cilindrata spinto sempre al limite. A due anni stavo per morire. Non funzionava qualcosa nel mio organismo e in pratica non assimilavo niente. Una pagina di Pasolini raccolta nelle sue “Lettere luterane” parla di quelli come me. In breve lui dice : il progresso della scienza ha fatto in modo che milioni di bambini che pochi anni prima sarebbero morti per mancanza di rimedi efficaci oggi sopravvivano. Questo popolo di sopravvissuti per cause innaturali ha un rapporto con la vita meno naturale e quindi c’è da stare attenti, perché costoro sono i protagonisti di una certa mutazione antropologica. Eccomi, io sono uno di quelli. Sono un post-qualcosa e ne vado orgoglioso, e di questo sono grato alla scienza, a mio nonno Lorenzo che aveva detto “ Questo bimbo ha ginocchia grandi e diventerà forte “ . Forse per questo mi pare che tutto sfugga sempre, che bisogna correre, che non c’è tempo da perdere. Che vorrei vedere tutte le città del mondo, tutti i paesi, ascoltare tutta la musica possibile, fare dischi, farne ancora, migliorarmi, tracciare un segno.
La sensazione di gratitudine è una di quelle che provo più frequentemente. Combatto il risentimento, quando affiora in me, perché lo consideri un sentimento che fa solo male e non serve a niente. La gratitudine invece la lascio fluire, quando arriva, mi ci faccio il bagno. Nella mia lista di ringraziamenti c’è la mia gente, che va da quelli che mi conoscono come le proprie tasche come la mia famiglia, fino al popolo dei miei concerti e dei miei dischi, che mi conosce comunque, perchè dentro ci sono io, in carne ed ossa. Respect! Gratitude!
Al mio pubblico voglio dedicare la poesia più corta di tutti i tempi di Muhammad Alì, il campione:
“Me…We”.
…e noi la dedichiamo a te, Lore’…
Gratitude!..ci vediamo alla prossima festa, ragazzo fortunato e pieno di sogni e di energia…
“La fortuna è di incontrarti ancora”!
Cristina Pace Palitti
(Foto Di Peco)
Se non ci fossi stata anch’io, mi sarebbe bastato leggere questo post.. Per vivere l’emozione di quei momenti, nota dopo nota.. Lory