L’agroalimentare cambia pelle e diventa agri-cultura. O, meglio, offre alle ultime generazioni di imprenditori e talenti agricoli, l’opportunità di farlo. Infatti il ministro Giovannini ha firmato il decreto per il contratto di rete in agricoltura. Si tratta del nuovo strumento di job sharing ideato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per agevolare nuove forme di collaborazione condivisa nella filiera.
E una opportunità condivisa anche con le associazioni di categoria: il contratto compendia le esigenze delle imprese agricole interessate a nuove opportunità di sviluppo, potranno partecipare più soggetti, che avranno la possibilità di assumere un esperto ripartendo tra loro gli oneri legati al contratto stesso. Quindi: opportunità di innovazione anche per le aziende, soprattutto grazie all’assunzione congiunta di nuove figure, come esperti di marketing o di innovazione tecnologica. E via libera alle assunzioni facilitate, per migliorare la posizione delle aziende agricole sia a livello nazionale che internazionale. Le imprese di minori dimensioni, facendo rete tra loro, potranno superare eventuali problemi di sviluppo e conquistare orizzonti impensabili in solitudine.
Le assunzioni congiunte dei lavoratori potranno essere effettuate mediante un’unica comunicazione, all’insegna della semplificazione. Le imprese agricole che proporranno un contratto di rete potranno includere, tra l’altro, cooperative, imprese appartenenti ad un gruppo riconducibile ad uno stesso proprietario o a soggetti legati tra loro da un vincolo di parentela o di affinità entro il terzo grado, come comunicato dallo stesso Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e come precisato dal testo del decreto.
I giovani occupati sono diminuiti in un anno del 12,4%, con un tasso del 15,4%, in diminuzione di oltre 2 punti, mentre i disoccupati crescono del 3,5% con un tasso che raggiunge il 41,6%, +4% in un anno.
Plauso da Coldiretti alle assunzioni congiunte che di fatto aprono nuove opportunità di lavoro a quasi uno studente su quattro: “Le misure introdotte potranno favorire l’accesso anche di personale professionalizzato nell’ agricoltura italiana, che sta affrontando un rilevante impegno per l’innovazione e la qualificazione. Secondo una analisi della Coldiretti, il 23% degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali hanno scelto per il 2013/2014 un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia, perché vi intravedono una prospettiva di sviluppo positivo per il futuro. Una rivoluzione generazionale che va sostenuta con atti concreti in un settore da primato nella competizione globale che traina l’intero Made in Italy”.
Anche Copagri è d’accordo: “In presenza di un forte e rinnovato interesse dei giovani per gli studi di natura agraria, per l’avvio dell’attività d’impresa in agricoltura e per le diverse professionalità nel settore, questo provvedimento rappresenta uno stimolo in più per imprese e lavoratori- dice il presidente Franco Verrascina – E’ altrettanto reale il dato che vede l’agricoltura come l’unico settore in grado di reggere l’impatto della crisi sull’occupazione”.
Lo spiegherei meglio e soprattutto lo indirizzerei meglio con degli esempi che si attaglino il più possibile alla nostra realtà: olivicoltura.viticoltura,allevamento ecc