Mentre le statistiche definiscono franato anche l’ultimo baluardo del potere d’acquisto delle famiglie, costrette a ridurre qualità e spesa agroalimentare, nel mercato il bio decolla. Lo dice una ricerca dell’Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) su indagini della Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica e rilevazioni Ismea Gfk-Eurisko. In pratica: in Italia nel primo semestre 2013 c’è stata una diminuzione del 3,7% dei consumi alimentari convenzionali, ma la crescita del biologico ha sfiorato il 9%.
Un record confermato dal settore in cui operano 50mila operatori, dove ci sono 1,2 milioni di ettari coltivati, 3 miliardi di euro di giro d’affari e che sta aprendo le porte anche all’export: che vede l’Italia leader in Europa per le esportazioni di prodotti biologici dal valore di oltre un miliardo di euro. “E’ un’opportunità che va sfruttata fino in fondo perché apre scenari di sviluppo per il nostro sistema agroalimentare e per l’insieme del made in Italy: il bio non è solo alimentazione ma anche cultura, territorio, innovazione, sostenibilità, etica”, così Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab.
Biofach, maggiore fiera mondiale del biologico che apre oggi a Norimberga fino al 15 febbraio. Numeri mastodontici per l’evento che coinvolge 2.400 espositori e 40.000 operatori, fra cui 400 espositori italiani in viaggio per ampliare gli orizzonti del mercato che vede la Germania uno dei principali consumatori dei nostri prodotti: ortofrutticoli, freschi e trasformati, vino biologico, olio e prodotti dal forte carattere made in Italy, pasta ad esempio.