Abbiamo scelto di raccontare questa storia perché innanzitutto è bella. Perché è un tributo DOC per la festa degli innamorati. E perché riguarda Montepulciano e Trebbiano in un momento in cui la Germania mette in discussione
qualità e affidabilità dei due vini principe d’Abruzzo (leggi il nostro pezzo). Grazie a questa storia, invece, diventano un simbolo d’amore bello e intenso nelle Cantine Masciarelli che stanno assaporando un regalo che arriva da lontano, dalla Botte di Gianni Masciarelli, scomparso nel luglio 2008.
Si tratta di due mini produzioni, la prima di bianco, la seconda di rosso che Marina Cvetic, succeduta al marito nella conduzione dell’azienda di famiglia, dedica proprio a lui. Un dono d’amore e di memoria.
La storia affonda le sue radici a qualche anno fa, quando lei trova in cantina un piccolo tesoro conservato in due tonneaux di rovere francese da 700. Li aveva scelti e riposti lui, ma non ha fatto in tempo a dare un orizzonte a quella intuizione, finché non sono affiorate. E sua moglie ne ha fatto due grandi vini bianco e rosso vinificati nella vendemmia 2010, e fatti riposare e affinare per 30 mesi. Trebbiano per cominciare (891 bottiglie dal Vigneto S. Silvestro, circa 2,5 ettari). Dopo il bianco è arrivato il Montepulciano nell’altro tonneaux, frutto del vigneto Vigna Cave a S. Martino Sulla Marrucina: 869 bottiglie, presentato in anteprima nazionale e internazionale a Roma, presso il ristorante Il Pagliaccio, il giorno del compleanno di Gianni, in maggio.
Le prove di degustazione, come sottolineano gli esperti nel pezzo dell’Ansa che parla della Botte di Gianni (leggilo la foto della botte in copertina è tratta da lì), tra i quali Daniele Cernilli, rivelano ”fragranze sorprendenti”. Per James Suckling il bianco è “un vino che fa pensare agli Chablis Grand Cru. Un vino da bere adesso”. Un prodotto speciale, insomma, come la sua storia.