La cornice è quella della cucina DesPan, un laboratorio dove i cuochi pescaresi spesso si allenano per fare il punto sulle cose fatte e da fare per tenere il passo del meraviglioso mondo della gastronomia nazionale. Una cucina che ha acceso i cuochi e dato spazio alla creatività di alcuni dei migliori chef pescaresi e non solo tali, perché il pesce azzurro potesse avere dignità di impiattamento.
“Sceglierlo significa trasformare un ingrediente povero in qualcosa di buono, sano e accessibile – dice il presidente Lorenzo Pace introducendo l’iniziativa – Si tratta di un pesce comune, che offre a tutti la possibilità di essere gustato, ma che va servito con accortezza, sia per il sapore che per i rischi che comporta maneggiarlo, uno fra tutti l’anisakis. E’ però, come avremo modo di vedere, un ingrediente che nobilita il menù, perché si presta a qualsiasi interpretazione: crudo, cotto, assemblato con altri sapori. Insomma funziona, con tutto il suo patrimonio di proprietà nutritive che bisognerebbe riportare dentro la dieta settimanale di grandi e più piccoli”.
La platea è quella dei cuochi e chef dei maggiori e minori ristoranti d’Abruzzo. Ci sono anche tanti liberi professionisti, nomi e volti di blog e siti animati dalla passione per la cucina e l’esperienza dei piatti presentati. Sono lì che ascoltano e assistono ai cooking show dei colleghi chiamati a interpretare lo spirito del pesce azzurro e tutte le sue sfumature.
Comincia Nicola Rapino, con la sua insalata di sgombro, cruda, eseguita seguendo tutti gli accorgimenti per renderla sicura, composta come si fa con un quadro espressionista, raccogliendo i colori di tutti gli ingredienti in una composizione primaverile.
Poi tocca al filetto di spada marinato secondo lo chef di Pescion, Luca Mastromattei. Un nome di quelli legati al mare e abituati a proporlo nei menu dai più poveri ai più arditi, crudi compresi. Ma i filetti di Luca sono cotti e proposti insieme ad un ingrediente di terr, meglio, di cielo, le uova di quaglia. Perché l’estro fa la sua parte.
Bellissima la corona dell’amicizia a base di ricciola di Domenica Vagnarelli. Mentre la compone racconta che era nata subito dopo il terremoto, dedicata ad un’amica chef, Marzia Buzzanca, per regalarle un abbraccio simbolico che le desse la forza, che ha avuto, di andare avanti e riaprire il suo locale proprio al centro del cuore dell’Aquila trafitto dal terremoto. Bella e buona.
Le crocchette di suro con salse e insalatine estive di Nicola Fossaceca sono un viaggio fra colori e sapori a cui lo chef stellato ci ha abituato. Anche lui chef di mare, nel suo ristorante al Metrò, di San Salvo, ma aperto alle contaminazioni 2terrigne” perché il piatto unisca e dia non solo sapore, ma intensità di ingredienti. Bellissme, non trovate.
Come un vero e proprio meeting pot è la Terrrina di alici e peperoni arrostiti, meringa all’aglio e tuille di olive di Gaeta dello chef Michele Ottalevi, ristorante Michelangelo. Alla vista appare come un vero e proprio timballo di mare, omega tre e fibre però, la proposta che contiene.
Conclusione all’estro creativo dello stellato Davide Pezzuto. Abituato alle sfide impossibili o quasi, sceglie Spaghetti aglio e olio acqua di prezzemolo, sarda e farfallone croccante, per raccontare il suo punto di vista sul mare. Ed è un punto di vista con un orizzonte largo il suo, colorato e saporito come il mare e la sua cucina cosmopolita sanno fare.