Le previsioni sono beffarde: ieri l’Apocalisse, oggi, in confronto, il paradiso. Tutti i fiumi d’Abruzzo sono esondati. Tutti gli argini d’Abruzzo non hanno retto alla necessità delle acque di valicarli, inevitabilmente, specie dopo la decisione di aprire le chiuse della
diga di Penne. A Pescara si temevano scene come quelle dell’alluvione del ’92 e fra i quartieri allagati, la drammatica fine di una donna in un sottopasso divenuto un abisso, il fiume che ha trasbordato gli argini rendendo le vie golenali un nuovo corso, il ricorso storico si è fatto sentire, richiamando alla memoria scene che si ripetono identiche da sempre. Guardate questa foto degli anni ’30: è Pescara, allagata come adesso.
Torna il sereno sulle case evacuate a Pescara, Spoltore, Città Sant’Angelo e Montesilvano, sulle scuole chiuse, sulle strade franate, sulle attività ferite, mentre il presidente della Regione Gianni Chiodi si appresta, seguito da una schiera di sindaci e pubblici amministratori, a chiedere il riconoscimento della calamità naturale. Il sole brilla sui fiumi che si stanno ritirando, sui dragaggi non fatti, sulle cementificazioni addomesticate da anni di politica compiacente di destra, di sinistra e di centro, sui centri commerciali chiusi per allagamento, sugli insediamenti a ridosso dei fiumi, sui sottopassi divenuti un’insidia da cui difendersi alle prime gocce di pioggia, al punto da dover veder girare su internet
un atroce vademecum su come liberarsi da un’auto che affonda, che i geni del web marketing ieri sera hanno dato in pasto a Facebook, invitando la gente comune, le potenziali vittime, a leggere e condividere.
Il fiume corre veloce e porta di tutto. All’appello mancano una ventina di imbarcazioni, fra barchette, motoscafi e vele: “Sono quelle che siamo riusciti a contare – dice Mimmo Grosso, voce della marineria pescarese – Nove sono state localizzate, le altre dieci no, quindi quando sarà possibile riprendere a lavorare dovremo fare i conti anche con relitti affondati, detriti, reti e contenitori di
supporto agli approdi che ci sono lungo il fiume, non sarà facile. I danni stiamo cominciando a contarli adesso, ma finché non sarà possibile tornare in mare sarà difficile capirlo. Di certo dopo quella del ’92 è la situazione peggiore che abbiamo vissuto”. Accanto a lui c’è Mario Sorgentone, ex consigliere comunale, ma soprattutto ingegnere, dice che se non ci fosse stato il dragaggio 200mila metri cubi di acqua avrebbero dovuto trovarsi una collocazione: “Una superficie pari a venti ettari”, dice Sorgentone, mentre i pescatori sono pronti ad entrare nella calamità naturale chiesta dalla Regione.
Camminando lungo il fiume si sente la sua forza, diventa attrattiva, per le decine di persone che si fermano a guardarlo, a fotografarlo, a fissarlo con occhi, obiettivi e telecamere impegnate da due giorni per documentare maltempo e catastrofi conseguenti. Scendendo verso la foce, lungo la banchina nord i segni del maltempo sono nell’ondata di piena, che si seda solo vicino al mare, nel fango che corre veloce insieme ad alberi, gomme, rami, reti, barche. Sulla battigia c’è anche una zattera di salvataggio, sedie, bombole di gas, sulla battigia si è arenato anche un cavallo, la sua carcassa è stata trasportata dal fiume chissà da dove e restituita alla spiaggia dopo una fine a cui ha dovuto arrendersi, come tanti altri animali inghiottiti dal fango e dall’acqua nei canili delle città vicine.
Torna il sole sulla fatidica domanda: è adesso che facciamo? Spenta da un’altrettanto fatidica certezza: i piccoli danni non avranno ristoro, per i grandi si dovrà aspettare, speriamo che la calamità venga riconosciuta e tiriamo avanti fino al prossimo cataclisma.
Ecco le previsioni di Abruzzo Meteo.
[box_light]E’ tornato a splendere il sole sulla nostra Regione dopo le abbondanti precipitazioni che hanno favorito, nella giornata di ieri, frane, allagamenti e esondazioni. Nelle prossime ore saranno possibili residui annuvolamenti ma la tendenza è verso un ulteriore miglioramento delle condizioni atmosferiche su tutto il territorio regionale con ampie schiarite e temperature in ripresa. Non cambierà di molto la situazione nei prossimi giorni, fino a venerdì la nostra Penisola sarà interessata da un’area di alta pressione che garantirà tempo stabile e prevalentemente soleggiato su tutte le regioni almeno fino a venerdì, anche se nelle prossime ore al meridione saranno presenti annuvolamenti e precipitazioni, anche temporalesche, specie su Sicilia, Calabria e Salento.
Da venerdì una poderosa discesa di aria gelida sfiorerà la nostra Penisola, raggiungendo i vicini Balcani e l’Europa orientale, tuttavia al passaggio di questo nucleo gelido potranno manifestarsi episodi di instabilità sulle regioni adriatiche dove, tra l’altro è attesa una generale e sensibile diminuzione delle temperature. Sulla nostra Regione si prevedono condizioni iniziali di cielo sereno o poco nuvoloso con possibili annuvolamenti sulle zone montuose ma la tendenza è verso un ulteriore deciso miglioramento delle condizioni atmosferiche su tutto il territorio regionale. Tempo stabile anche nella giornata di mercoledì. Temperature: In aumento nei valori massimi, in lieve diminuzione nei valori minimi. Venti: Deboli dai quadranti orientali con residui rinforzi. Mare: Generalmente mosso con moto ondoso in graduale attenuazione.[/box_light]
(Per le foto si ringrazia Giovanni Di Fabio)