Il falco spicca il volo, librandosi alto nel cielo e sfidando la forza del vento. Vola sui resti di una cittadella fortificata che racconta la storia di popoli e regni, racconta di eserciti, di soldati, di assedi, vittorie e sconfitte. E sembra quasi di vederli e sentirli, mentre il falconiere richiama a sé Isabeau concedendole il pasto per la sua performance. Intorno si stagliano le montagne, il Gran Sasso, la Maiella, i monti Gemelli, mentre lo sguardo corre fino al mare, tra boschi e campi, oliveti e vigneti.
E’ stato davvero emozionante lo spettacolo che ieri la Fortezza di Civitella del Tronto ha accolto tra le sue mura ospitando il falconiere Giovani Falcong Granati, che ha affascinato visitatori, piccoli e grandi, con le esibizioni dei suo falchi e delle poiane nella vasta piazza d’armi.
Due ore trascorse a conoscere le abitudini di questi meravigliosi rapaci, illustrate dalle parole e dalla passione del falconiere e accompagnate dal passo dei lupi. Tutti ammutoliti e sorpresi davanti a esercizi acrobatici e voli in picchiata. “Il falco sacro in Medio Oriente è stato sempre molto venerato e ha rappresentato persino il fulcro di alcure culture politeiste” spiega Giovanni Granati. “Presso gli egizi, il dio Horus era rappresentato con le sembianze del falco sacro. Ancora oggi, in Medio Oriente, la caccia con il falco rappresenta uno degli sport principali e il girfalco viene usato per la caccia alle hubara, fagiani di notevoli dimensioni”. Cenni di storia per entrare nell’atmosfera prima che il falco Isabeau compia i suoi loop acrobatici. Il falconiere comincia a far ruotare velocemente il logoro, una sorta di preda simulata attaccata ad una corda. L’esercizio ha inizio nel momento in cui scappuccia il falco appollaiato su suo avambraccio e parte il rito. Isabeau scrolla la ali quasi volesse sciogliere i muscoli, poi spicca il volo, alzandosi alta nel cielo e precipitando in picchiata, a sfiorare le teste dei visitatori. Compie i suoi voli, agile e veloce, nell’ampiezza della piazza, aprendo le ali dai colori autunnali, poi, richiamata dal falconiere, torna sul suo avambraccio per nutrirsi con un pezzo di carne fresca che mangia voracemente. Isabeau si riposa, mentre è la volta di Maverick, un falco pellegrino incrociato con un Lanario africano, più piccolo, ma più veloce, capace di percorrere 350 km l’ora e compiere evoluzioni molto acrobatiche durante la performance di caccia. “Nel momento in ghermisce la preda e procede a strappare le carni” spiega Falcong, “assume una postura tale per cui con le ali protegge la protegge”.
Lo scenario cambia. Per raccontare Anacleto, il gufo reale, il falconiere si sposta al chiuso in modo che possa compiere piccoli voli ed essere accarezzato. Anacleto ha occhi gialli magnetici e vola sulle teste degli ospiti per fare conoscenza e amicizia. Gli fa compagnia un barbagianni, più riservato, che Giovanni mostra mentre è in fase di cambiamento del piumaggio. “Appartiene agli strigiformi ” spiega “rapaci notturni, con un piumaggio morbido e delicato che ha lo scopo di far permeare all’interno l’aria per rendere il volo silenzioso. I falconi invece hanno piumaggio rigido, che respingendo l’aria permette maggiore aerodinamicità durante le picchiate. Il barbagianni, differentemente dal gufo reale, possiede un iride scura per il fatto che la sua attività di caccia si svolge durante ore notturne. Il gufo reale possiede invece un’iride gialla, poiché la sua attività di caccia si svolge anche di giorno”.
Mentre i due lupi, Wolf e Deha, seguono tutti gli spostamenti del gruppo accompagnati da un falconiere “in erba”, il piccolo Angelo, figlio di Giovanni Granati,che si fa trascinare in un’atmosfera di gioco, i visitatori si preparano allo spettacolo conclusivo che avviene di nuovo nella terza piazza: la conoscenza con le poiane Harris, Lu e Rael , un maschio e una femmina.La prima è appollaiata sul tetto della chiesa di San Giacomo, mentre Rael è su un muretto ad osservare incuriosita un signore che gli scatta fotografie da pochi centimetri.
“La poiana fa parte del gruppo degli accipirtrini insieme alle aquile” spiega Giovanni Granati. “A differenza degli altri, le poiane hanno la particolare caratteristica di cacciare in gruppo. Perciò ognuno è specializzato in un’attività, uno stana la preda e l’altra la uccide. Ha la coda più lunga del falco, quindi può virare in spazi più stretti e compiere evoluzioni con maggiore controllo del proprio corpo. In questa specie la femmina è più grossa del maschio”. Il logoro comincia a ruotare e le poiane compiono le loro performance, eleganti, leggere ma pronte a ghermire la carne non appena il falconiere sancisce che l’esercizio è finito. Qualche domanda e i rapaci tornano al loro riposo insieme ai lupi. La fortezza li ospiterà ancora, l’8 dicembre prossimo, per una nuova escursione wild con Giovanni Granati e il suo staff, per far volare l’immaginazione sulle ali dei falchi.
[box_info]Giovanni Granati, oltre che di falconeria, si occupa anche di Bird Control, cioè l’allontanamento di specie volatili nocive da parte dei rapaci addestrati.Il principio base sul quale si fonda il controllo dei nocivi tramite rapaci addestrati è la paura istintiva, immediata, genetica, che numerose specie di uccelli hanno quando vedono, anche a distanza, la sagoma di un rapace. Un pratica che ha messo in atto lo scorso anno anche nei cieli di Teramo[/box_info]
Il sito di Giovanni Falcong Granati
La Fortezza di Civitella del Tronto