Una sagra davanti allo stabilimento della ventricina più buona della penisola, parola del campionato nazionale del salame piccante, dove gli insaccati dell’azienda La Noce hanno letteralmente sbancato, dal primo momenti in cui sono venuti al mercato. Una sagra che va avanti dal 2 agosto e che si conclude oggi, nel piazzale antistante la tenuta Di Ciano, dove storia e tradizione fanno tendenza da un po’ e dove un nuovo motore dell’attività romba, grazie alla giovane Eliana, che porta avanti nome e dignità dei salumi di famiglia.
La loro storia aziendale comincia nel 2010, ma la ventricina che appena nata è subito diventata la regina del Campionato Italiano del Salame, sbaragliando podi e sottraendo ribalte a prodotti con storia e tradizione consolidatissimi (il nostro articolo), ha un passato familiare di quelli belli e importanti, che affondano le radici nel secolo che si è chiuso 13 anni fa a Montazzoli, dove si trova l’azienda Agricola La Noce.
Il banco di degustazione è a Cala Lenta, la rassegna enogastronomica andata in scena dal 5 al 7 luglio sulla Costa dei Trabocchi, sono al Mercato del Gusto di Coldiretti, ma in quel di San Vito vanno spesso a far conoscere i loro prodotti. La storia, dicevamo, arriva dalla bocca di Eliana Di Ciano, 25 anni sorriso da teenager e un piglio da imprenditrice navigata. Piglio che ha permesso alla ventricina di famiglia di diventare la più buona e famosa d’Italia e di rappresentare l’Abruzzo in quel di Cernobbio, metà giugno scorso, al Campionato del Salame Naturale. “La mia famiglia coltivava cereali, lo ha sempre fatto – dice – distese di grano e l’amore per le tradizioni. Un amore che ci siamo sempre portati a tavola, grazie a mia madre che è un’ottima cuoca e grazie anche a mio nonno, che da tradizione faceva tutto a casa, anche la ventricina. E’ stato da quella ricetta ch è nata la ventricina che oggi produciamo: anni fa l’avevamo rifatta, abbiamo pensato di produrla, perché era buona e per ampliare il campo alla nostra azienda interessandoci anche di altro. E’ stata una buona idea”.
Avviata la produzione del salume Eliana apre ancora altri orizzonti all’impresa di famiglia, quelli della rete, il web. E da lì scopre il concorso: “Stavo navigando e mi è venuto sotto gli occhi un invito a partecipare – racconta – ho letto come si faceva, ho inviato un salume sotto vuoto, senza sperarci troppo e non ci ho più pensato. Dopo qualche tempo ci contattarono per dirci che non solo alla prima partecipazione eravamo arrivati secondi, producevamo la ventricina da un anno! Ma che avevamo vinto anche il premio per il salame piccante più buono d’Italia, con la stessa ventricina. Non ci credevo, ma abbiamo partecipato anche gli anni dopo ed è andata sempre bene”. Eh sì: miglior salame piccante dal 2011 al 2013 e secondo posto per il podio principale tutti e tre gli anni. Un record, anche per il concorso che mai aveva avuto un vincitore unico di due premi. “Da allora è stata la svolta, la vittoria ci ha aperto un sacco di strade e ce ne ha chiuse altre, ma va bene lo stesso, siamo felicissimi che la ricetta del nonno abbia avuto questo successo”, dice sorridendo e glissando sull’effetto che la stangata al premio ha avuto su altri onorevoli concorrenti corregionali.
Eliana lo fa intendere, ma non lo racconta, affiancata dal fidanzato Matteo che la segue nelle fiere e alle degustazioni, decine in tre anni, è lei il motore dell’azienda che gravita intorno alla mamma, Linda Ferrara, anima, invece de “La Noce” e anche ideatrice della “sagra della ventricina premiata” che si ripete da tre anni, proprio lì, davanti ai loro cancelli, in contrada Fonte San Giovanni a Montazzoli e che molto dice sul rapporto fra quella ventricina e il resto del mondo piccante in cui è immersa: “Abbiamo tanto spazio e per fare conoscere il salume che era stato premiato abbiamo pensato di organizzarla dove viene prodotto – aggiunge Eliana – Quest’anno, vorremmo abbinarci anche dei piatti realizzati con la ventricina, forse un ragù, arricchito di verdure perché sia digeribile per
tutti, vedremo. Intanto la nostra giovane tradizione va avanti”.
Se le chiedi perché quella ventricina è risultata più buona di tante altre lei non ha dubbi, anzi, ha una teoria: “Noi la facciamo con il finocchietto e con il peperone, non mettiamo altro. Ma il sapore della carne dipende dall’alimentazione dei maiali. Utilizziamo i nostri animali che alleviamo e ai quali facciamo mangiare i cereali che produciamo da sempre, seguendo un metodo antico. Il segreto è tutto lì e appartiene solo a noi”.