I fuochi pirotecnici riempiono di suoni e colori la valle che ospita Pacentro. Ma quando la campanella della Chiesa della Madonna di Loreto suona più volte, la folla, stipata in tutte le viuzze, su balconi e gradini, ammutolisce. E’ il segnale che gli “zingari” sono partiti da Colle Ardingo, da una grossa pietra spaccata, dipinta con il tricolore che spicca tra il verde intenso degli alberi. La corsa è partita! Tra fatica e dolore, i partecipanti, a piedi scalzi, si precipitano giù dal sentiero, pietre e sterpi non li fermano, poi risalgono per entrare in paese.
Quando il primo concorrente appare alla fine del bosco, a una manciata di minuti dalla campanella, la folla rumoreggia e applaude. E’ ancora una volta lui, Alessio Marcaurelio, 19 anni, già vincitore di due edizioni consecutive della Corsa degli Zingari. E’ leggero, agile, con una muscolatura lunga e affusolata. Il traguardo è tagliato.
Nella piccola chiesa della Madonna di Loreto, Alessio giunge vincitore poi si accascia a terra, davanti alla statua della Vergine per ricevere le attenzioni del personale della Croce Rossa che gli cura le ferite ai piedi. Dopo di lui, arrivano gli altri concorrenti, Simone Bosio, Piero Angelini, Bruno Cavallaro, altri giovani e altri “veterani”. Tutti ripetono il rito, si accasciano a terra tra gli scatti dei fotografi assiepati nella chiesa, stanchi, doloranti ma felici, si abbracciano, si riposano, si parlano, si cercano, mentre la folla di curiosi e turisti li segue con lo sguardo dall’esterno e la banda attende di suonare in onore del vincitore.
“Quest’anno non mi aspettavo di vincere” confessa Alessio mentre si riprende dalla fatica della corsa. “Alla partenza avevo tre concorrenti davanti e ho pensato di non farcela. Invece sono riuscito a superarli e a vincere. Partecipare a questa corsa ha un significato importantissimo per me , perché pochi hanno il coraggio di farlo. Mi alleno in montagna per tutta l’estate, corro in discesa con le scarpe e anche scalzo. Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato, soprattutto la mia famiglia e un mio amico che ha seguito gli allenamenti”.
563 edizioni. Tante ne conta la Corsa degli Zingari, una delle manifestazioni più antiche d’Abruzzo che ieri si è ripetuta a Pacentro, alla presenza di circa cinquemila persone stipate in ogni angolo del paese che consentisse una visione, anche parziale, della competizione. Tutti con la sguardo puntato verso la Pietra Spaccata, luogo della partenza e, secondo la tradizione, luogo in cui fecero tappa gli angeli che trasportavano la Santa Casa della Madonna dalla Terra Santa a Loreto Marche. All’origine della corsa, la voglia di riscatto sociale degli “zingareun”, gli emarginati e i reietti che, con la vittoria, guadagnavano un pezzo di stoffa per farsi confezionare da un sarto un vestito mai posseduto prima. Oggi, a simboleggiare quel pezzo di stoffa, un drappo nero con cui il vincitore, Alessio Marcaurelio, si è coperto quando ha percorso le vie del paese sulle spalle dei suoi “compari”, insieme agli altri quattro concorrenti che lo hanno seguito. Poi in piazza, tra la folla, a ricevere ancora abbracci e complimenti ed assistere al lancio di una mongolfiera che ha colorato di arcobaleno il cielo di Pacentro. Infine, per Alessio la premiazione sul palco insieme allo zingarello che ha vinto la corsa dei bambini, la competizione baby che si svolge nel primo pomeriggio lungo le vie del paese con i piccoli atleti, alcuni davvero piccolissimi, che corrono a piedi scalzi sostenuti dai genitori.
E’ tempo di archiviare l’edizione 2013 della Corsa degli Zingari con il saluto del Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano che ha assistito con entusiasmo all’intera manifestazione: “E’ uno dei riti più suggestivi della nostra regione” dice. “Quest’anno c’è stata una maggiore partecipazione anche di persone avanti con l’età. E’ una tradizione bellissima a cui le istituzioni devono essere sempre vicine”.