Il premio per il Brut della Cantina Terzini di Tocco da Casauria è di quelli che contano, perché arriva da un nome istituzionalizzato da un’istituzione della lingua italiana come la Treccani, su cui Luca Maroni è descritto nella sua qualità di “analista sensoriale”. Un uomo dei sensi, tant’è che il suo vernissage fino alla scorsa edizione si chiamava proprio Sense of Wine, quest’anno, invece è più diretto: “I migliori vini italiani”. Ovverosia, l’agognato annuario di Luca Maroni, una kermesse di premi, degustazioni ed esposizioni iniziata il 6 e fino al 9 febbraio nella scenografica location del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia a Roma, degustazioni a raffica il 7, 8 e 9 febbraio (con Gala di Apertura giovedì 6 febbraio).
E nel galà di apertura il premio per gli Spumanti è andato ad una regione che cotanto analista sensoriale ha nel cuore. Infatti Maroni premia il Brut metodo charmatt, in autoclave, della Cantina Terzini realizzato con Trebbiano (60%) e Cococciola (40%) da un enologo che fa alchimie con il territorio qual è Vittorio Festa, padre di bollicine abruzzesi speciali, come il Santagiusta di Vigna di More e il primo Doc classico 36 della cantina Eredi Legonziano, ma indica il Brut Terzini fra i 10 migliori vini d’Italia, insieme anche ad altri due vini: il Montepulciano D’Abruzzo Janù 2009. Jasci & Marchesani (Montepulciano d’Abruzzo all’85% e Cabernet Sauvignon al 15% per questo rosso di uve da agricoltura biologica) e lo Chardonnay Rudhir Histonium 2011, sempre di Jasci & Marchesani, miglior produttore italiano in assoluto per indice di piacevolezza secondo Maroni, con i due vini citati che hanno guadagnato il punteggio di 99/99. Sempre per l’annuario, infine, il miglior vino secondo indice valore/prezzo è il Montepulciano d’Abruzzo 2012 di Farnese. Insomma una grande attenzione per la nostra regione.
“Brut Terzini, bollicine Abruzzo profumate e lievi”, dice chiamando Roberto, uno dei due titolari sul palco: “E’ stata una scommessa particolare – dice – resa possibile dal nostro enologo Vittorio Festa, mescolare il trebbiano con la sorpresa della cococciola che abbiamo scoperto quattro anni fa quando siamo nati. L’idea era quella di dare freschezza alle bollicine, una giusta schiuma e dare spazio al gusto di tutto il nostro pubblico, infatti le vendite sono andate abbastanza bene”.
Il Brut era in ottima compagnia sul palco, con vini in arrivo da Franciacorta, astigiano, Oltre Po pavese. Alla rassegna ha partecipato anche la Cantina cooperativa frentana Eredi Legonziano, nell’annuario già da qualche anno e sotto speciale osservazione di Maroni anche per le nuove bollicine che però non hanno fatto in tempo ad essere recensite: “L’Anno prossimo porteremo anche noi le nostre bollicine – dice uno dei delegati – Il 36 non ha fatto in tempo a partecipare, è venuto dolo la selezione, ma ci sarà l’anno prossimo”.
Essere nell’ Annuario dei migliori vini italiani 2014 ha fascino e prestigio: ha premiato ben 101 etichette eccellenti: 40 rossi, 20 bianchi, 17 spumanti, 9 dolci, 5 rosati, oltre a 9 premi speciali.
Le sue valutazioni dei vini espresse sono frutto di un metodo ad hoc, basato sull’Indice di piacevolezza-qualità: che varia da 1 a 99 punti ed è ottenuto sommando i punteggi in trentatreesimi attribuiti a ciascuno dei tre parametri che determinano la piacevolezza-qualità di qualsiasi vino (consistenza, equilibrio, integrità).
L’Annuario del migliori vini italiani conta 1.160 pagine, 10.251 vini, 1.737 aziende produttrici, 41.004 valutazioni degustative, ben 111 pagine di indici, 33 pagine di statistiche e graduatorie.
La rassegna romana prosegue secondo il seguente Programma
Se invece volete divertirvi a scorrere la classifica le prime 100 etichette premiate da Luca Maroni nel suo Annuario, cliccate pure sui vini premiati.