8 diverse mostre fotografiche divise in 5 sezioni per un totale di 19 autori, tra cui le personali dei famosi Franco Pagetti e Irene Kung, e le antologie storiche di Heinz Waibl, Giovanni Michelucci, Giorgio Manganelli, ma anche visite ai musei cittadini e ancora percorsi in un borgo incantevole dove fermarsi per l’aperitivo, la cena e il dopocena grazie ad un’offerta ristorativa all’aperto, tra le vie e le piazze. Sono numeri e caratteristiche di Loreto View, il Festival di Fotografia del Paesaggio promosso dalla Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino, che apre la seconda edizione domani 4 luglio alle ore 18 nel centro storico.
L’occasione culturale è nata per sviluppare progetti legati alla fotografia e alle tematiche del paesaggio con un’offerta di ampio respiro all’interno della cittadina di Loreto, nell’entroterra pescarese, antico centro d’arte dalla peculiare fisionomia storico-architettonica.
Il concetto “paesaggio in vista”, richiamato dal leitmotiv di Loretoview, esplicita tanto l’esigenza di ricondurre nelle sue peculiarità il paesaggio naturale e urbano all’attenzione del fruitore finale, quanto quella di arricchire questo stesso paesaggio con interventi artistici e didattici che coinvolgano i medesimi fruitori.
Il media prediletto è la fotografia: oltre a numerose mostre fotografiche dal taglio anche internazionale – nella prima edizione sono stati esposti grandi maestri come Michael Kenna e Franco Fontana, fotografi affermati (da Stefano Schirato a Gino Di Paolo e Luciano D’Angelo), nomi storici come Olinto Cipollone o Giovanni de Riseis, giovani promettenti (tra cui Simone Cerio e Iacopo Pasqui) –, visite ai musei cittadini, percorsi liberi tra location esclusive spesso inaccessibili o inusitate, ed anche, sempre restando fra novità e tradizioni, eleganti offerte enogastronomiche all’aperto accompagnate da note di musica.
Arte, natura e cultura del territorio sapranno convivere dall’estate fino al primo autunno, per conoscere dal borgo di Loreto Aprutino “obiettivi” sempre più lontani.
Le Mostre
L’elemento portante di Loretoview 2014 è rappresentato dalle 5 sezioni di mostre fotografiche organizzate all’interno del centro storico, occupando, grazie alla disponibilità di spazi interni ed esterni, location storiche e le stesse vie cittadine: la fotografia vissuta dal borgo, il borgo vissuto attraverso la fotografia.
La prima sezione – GUEST – ospitata nell’ex Convento di San Giuseppe e nel Castelletto Baldini Palladini Amorotti, ha l’obiettivo di mettere a confronto due distinti linguaggi della fotografia contemporanea, la scelta di due “ospiti” come Franco Pagetti e Irene Kung è mirata ed eloquente. Il legame è un confronto tra porzioni del mondo, tra paesaggi che richiamano differenze storiche e di civiltà, quasi un invito a nuove riflessioni sulla contemporaneità in angoli diversi della Terra.
Da un lato i paesaggi afgani fermati dall’alto del famoso fotoreporter italiano Franco Pagetti, collaboratore di testate come Time Magazine, New York Times, The New Yorker, Vogue America, Le Figaro Magazine, Le Monde, The Independent, Days Japan, che ha documentato l’Afghanistan in diversi momenti (1997, 1998, 2001, 2009 e 2010), immagini evocative di scenari da cronaca estera mitigati dall’ingombrante bellezza della natura, a proposito dei quali l’autore scrive: «Lassù ti puoi scordare degli umani. E quelli che ti vengono in mente sono sepolti sotto la polvere della storia. […] Più di tutto può la natura, però. Maestosa e matrigna. Il fatto è che queste genti con la natura matrigna hanno imparato a fare i conti, a convivere, ad amarla anche».
Dall’altro i colti “ritratti” delle “città invisibili” immortalati dall’elegante fotografa svizzera Irene Kung, una formazione pittorica alle spalle e diverse mostre personali in Italia e all’estero, pubblicati da importanti testate internazionali a dimostrazione dell’originalità di un obiettivo capace e impeccabile puntato su capolavori dell’architettura di tutti i tempi. La Kung infatti vuole riprodurre la realtà attraverso il proprio sguardo fotografico scegliendo “must” appartenenti a città ed epoche diverse che diventano dei ritratti urbani ben riconoscibili ma immersi in un’atmosfera onirica: suggestioni del passato, tracce di memoria, monumenti immortali per l’immaginario collettivo, da Parigi a Roma a New York e oltre ancora, che permettono di cogliere lo spirito di quei luoghi in maniera pura e dedicata, priva di contaminazioni circostanti, mettendo in luce nella loro individuale bellezza i caratteri assoluti e riscoperti di aspetti performativi del paesaggio.
La seconda sezione – STORICA – ospitata nel seicentesco Palazzo Guanciali, “fa qualche sguardo indietro” attraverso tre antologie d’immagini realizzate da tre personaggi della cultura italiana del Novecento, la cui diversa estrazione e formazione si riflette nella visione del paesaggio sintetizzata negli scatti, con scenari italiani ed esteri. Un corpus nutrito è quello del noto graphic designer Heinz Waibl – uno dei maggiori comunicatori visuali del secolo passato, al quale il M.a.x. museo di Chiasso dedica proprio nel 2014 un’importantissima antologica – con decine di fotografie di paesaggi urbani e naturali (da Chicago a Stromboli fino all’Irlanda) legate dal motivo “la fotografia con l’occhio del designer”.
Disegnano con le inquadrature spazialità del paesaggio cittadino italiano, invece, le immagini del grande architetto Giovanni Michelucci, uno dei padri dell’architettura italiana moderna, che raccontano un personale percorso d’indagine sulle realtà osservate negli anni, evidenziandone preesistenze, novità e contrasti.
È invece un percorso di “fotografia letteraria” quello del celebre scrittore Giorgio Manganelli, presentato con un’esposizione tra scatti inediti a supporto di puntuali “parole edite” del suo reportage in Abruzzo, finito nelle lettissime pagine del libro “La favola pitagorica” (Adelphi), che regalano nuove interpretazioni del territorio e delle sue particolarità.
La terza sezione – SITE SPECIFIC – disegna un percorso che toccherà Via del Baio, Via Cesare Battisti e Largo Unità d’Italia con una selezione d’immagini di grande formato esposte appositamente in esterna del fotografo naturalistico Bruno D’Amicis, vincitore del primo posto assoluto nella categoria “Nature” del prestigioso “World Press Photo 2014” e di quattro menzioni all’“European Photographer of the Year”, nonché collaboratore di testate come National Geographic Magazine World Edition, GEO, BBC Wildlife, Il Venerdì di Repubblica, Bell’Europa. L’immagine della natura interpretata dall’obiettivo di questo giovane e straordinario fotografo, tra panorami e focus di flora e fauna, racconta il carattere più intimo e primordiale delle montagne d’Abruzzo, evidenziando lo spiccato interesse per i temi della conservazione degli ambienti naturali e della biodiversità molto cari all’autore.
Ospitati negli spazi dell’imponente Castello Chiola, dodici giovani fotografi sono invece i protagonisti della quarta sezione – YOUNG – dedicata alle più libere interpretazioni contemporanee del paesaggio naturale, urbano, umano, immaginario. Marco Antonecchia, Sabrina Caramanico, Francesca De Rubeis, Patricia Dinu, Pierluigi Fabrizio, Alessandra Giansante, Enrico Libutti, Francesca Loprieno, Miss TumiStufi, Ciro Meggiolaro, Giuliano Mozzillo e Roberto Zazzara, ciascuno con il proprio dittico fotografico, compongono un caleidoscopio unico sul tema del paesaggio, tra visioni e ispirazioni differenti, quasi a fermare una sintesi della realtà tra impulso individuale e anelito universale.
La quinta ed ultima sezione – UNCONVENTIONAL – è nata per ospitare un particolare sguardo fotografico sul paesaggio, innovativo e non convenzionale, sia nella scelta dell’approccio alla materia, sia negli esiti di questa ricerca fotografica sulla realtà. Tra video, fotografia e poesia il bolognese Andrea Basili propone un’installazione di forte impatto cromatico, che racconta eludendo l’immagine di boschi e foreste, di una natura che si trasforma in energia pelagica nella quale immergere desideri e intenzioni, come nota l’autore, e dalla cui osservazione scaturiscono «onde policrome che hanno sostituito la fisicità di una dimensione che non mi apparteneva».
Per tutte le informazioni e il programma:
www.loretoview.it