Nella sala grande del Museo Vittoria Colonna a Pescara c’erano davvero tutti, radunati dall’Unione comunale del Pd pescarese per un forum sulla cultura: rappresentanti di associazioni, di compagnie teatrali, di gruppi, attori, registi, direttori artistici, ex amministratori, mecenati, intellettuali, scrittori, poeti, artisti. Erano lì per ascoltare. Ma anche per parlare. Tutti testimoni di un fatto importante che da sempre risulta però secondario nei bilanci pubblici, nelle priorità delle scelte da fare per una città: con la cultura si mangia.
Ci mangiano quelli che ne sono portatori e che se non facessero spettacoli, ricerche, manifestazioni, se non divulgassero la cultura che contengono, non potrebbero vivere, materialmente. Ci mangiano anche quelli che cultura non fanno, ma che sono dove si fa cultura, dove un teatro o un festival vive e fa vivere artigiani, strutture ricettive, ristoranti, economia cittadina, dunque. Ci si riempiono la bocca, però, quelli che da anni non considerano la cultura un pezzo di Pil, chi sventola progetti titanici che non si realizzeranno mai o azzerano progetti che potrebbero prendere vite e forme diverse nella dinamica culturale cittadina.
Di tutto questo si è parlato al Forum voluto dal Pd comunale di Pescara. Un forum politico, da polis, perché la cultura dovrebbe essere il primo cibo della comunità, o, almeno, lo è stato, millenni fa. Ma si è parlato anche di ciò che serve e che potrebbe arrivare con la politica, con l’oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanni Legnini, convinto assertore di una cultura che sia voce di bilancio e non Cenerentola nei documenti programmatici cittadini.
“Con la cultura si mangia – ha ribadito Pierluigi Sacco Docente Economia della Cultura IULM di Milano – E si mangia bene
quando ci sono progetti che non importa dove siano fatti, ma che sono capaci di raccontare una città, una storia, di animarla. Di cultura si può mangiare ancora di più, perché rappresenta economicamente un mondo che serve, perché aiuta la comunità a vivere meglio. Non siamo abituati a guardare alla cultura come a un bene, ad un mondo utile. Ma è indispensabile cominciare a farlo, perché abbiamo un patrimonio importantissimo per le mani che non si può più ignorare”.
Sono tante le ragioni per considerare di più la cultura. In primis per la cultura, poi per la gente, per la città e per quel famoso Pil che la politica trascura ma che la cultura alimenta, nonostante tutto: “Si possono fare progetti di varia misura per esprimere le potenzialità culturali di una società – ha detto Giacinto Di Pietrantonio, uomo di cultura pescarese, oggi Docente dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, Milano – La cultura ci ha accompagnato, ci ha forgiato, provoca confronto, porta avanti la città, attiva le sue dinamiche, la fa crescere, non può stare in una dimensione laterale. La cultura è importante per questo, per quello che dà, ma anche per quello che riceve”. Di Pietrantonio ha ricordato il passato culturale di Pescara, artisti e opere che l’hanno attraversata, la sua esperienza formata da scenari cittadini, ciò che servirebbe per guardare al futuro culturale della città.
Tornare non solo a parlare di cultura, ma a farla, questa l’intenzione del Forum, riaprire discorsi sulle strutture culturali cittadine, su una gestione condivisa e viva di esse attraverso addetti ai lavori che ne rappresentano la vera ricchezza, da sempre, questo hanno ribadito Moreno Di Pietrantonio, capogruppo comunale Pd e Paola Marchegiani, ex assessore comunale alla Cultura.
I partecipanti erano tantissimi, convinti e pronti a testimoniare il valore reale della cultura ed ad affidarle un ruolo più attivo per il futuro della città. E’ quanto ha fatto il sottosegretario Giovanni Legnini, illustrando modi per rendere produttiva l’idea di una cultura fonte di reddito e di lavoro: “Con la cultura si può e si deve tornare a mangiare – ha detto – Come? Gli strumenti sono molteplici: credito d’imposta e agevolazioni fiscali, contratti di sponsorizzazioni ed altri strumenti finanziari innovativi sono la strada da percorrere in tempi di crisi per rilanciare la cultura, che è un’occasione enorme di crescita umana ed economica”.