Scriveva del suo Abruzzo con uno stile rapido, ficcante, incisivo. Oggi, a Torricella Peligna quello stile avrà la forma del Premio che lo celebra e da sette edizioni e che da anni aiuta altri stili ad emergere. Per ricordare John Fante (Denver, 8 aprile 1909- Loss Angeles 8 maggio 1983), la sua opera e lo straordinario contributo dato al ricordo della gente d’Abruzzo, il Comune di Torricella Peligna, paese d’origine dello scrittore americano, ha indetto due concorsi letterari organizzati nell’ambito del festival “Il Dio di mio padre” (23-25 agosto 2013).
Quest’anno anche tramite un contest dedicato a scrittori neofiti, che hanno potuto partecipare ad un binario social del premio, pubblicandosulla pagina Facebook del Premio un breve racconto, la gara è ristretta a 15, fino al pomeriggio di domenica si potrà scegliere il vincitore si dovrà condividendo su Facebook e Twitter il racconto che si preferisce, scegliendolo dalla pagina del Centro dedicata. Una giuria “sociale” che si unirà a quella tecnica che accompagna il Premio dalla sua nascita.
Le facce dure dei contadini, la loro condizione di povertà e miseria, il lavoro nei campi e la storia di suo padre Nick, invece, restano eternate in uno dei romanzi fantiani più letti al mondo, “La confraternita dell’uva”. Lì l’Abruzzo di Fante rimbalza dalle righe della storia. E un Abruzzo fatto di facce, di colori, di ricordi, di odori e dei sapori che ritrova nel libro, quelli di una cucina antica e sempre uguale, anche oltreoceano.
“Nick Molise…Era un montanaro venuto dall’Abruzzo, un nasone dalle mani grosse, basso (uno e sessanta), largo come una porta, nato in una parte dell’Italia in cui la miseria era spettacolare quanto i ghiacciai circostanti e dove qualunque bambino che fosse riuscito a sopravvivere per i primi cinque anni ne avrebbe campati ottantacinque…..Non gli piaceva quasi niente, in modo particolare sua moglie, i suoi figli, i vicini, la chiesa, il prete, la città, lo stato, il suo paese e il paese dal quale era emigrato…. Ma le donne, quelle gli piacevano…Gli piacevano pure il suo lavoro e una mezza dozzina di paisani che, come lui, erano italiani del genere dittatoriale…Il suo amore per la pietra rappresentava un piacere ancor più pregnante della sua passione per il gioco, o per il vino, o per le donne.”
Il premio aveva due sezioni:
– una per racconti inediti dedicati a John Fante per il trentennale della morte dello scrittore italoamericano. Per la partecipazione al concorso, il racconto doveva essere pubblicato sul profilo Facebook del Festival letterario ‘Il Dio di mio padre’ dedicato a John Fante, fino al 30 giugno ne sono arrivati tantissimi, oggi, come detto la gara è ristretta a 15.
– l’altro binario è il “Premio John Fante Opera Prima ”, per il romanzo o la raccolta di racconti, un’opera prima, in lingua italiana ed editati in Italia nel corso dei dodici mesi precedenti il bando. La Giuria tecnica, composta da Francesco Durante (presidente), Masolino D’Amico e Giulia Alberico, provvederà a scegliere le tre opere finaliste e li sottoporrà a una Giuria popolare che ne decreterà il vincitore. Le opere dovranno essere consegnate entro il 15 giugno 2013.
“John Fante è uno scrittore americano, losangelino, che però risente molto del suo background italiano – scrive Giovanna Di Lello, curatrice del Festival Il Dio di mio padre – Torricella Peligna, la tradizione contadina della nostra regione sono tematizzati nella sua opera, e questo attraverso la figura del padre, che in Fante è sempre presente. Come sappiamo, suo padre Nick, un muratore emigrato negli Stati Uniti da Torricella Peligna, è stato una delle sue fonte d’ispirazione più importante. E’ da qui che parte il nostro progetto di festival e l’omaggio a questo grande scrittore.”
Un Premio diventato un appuntamento e un impegno per Torricella: “Per l’amministrazione – ha detto Tiziano Teti, sindaco di Torricella Peligna- è un impegno da portare avanti, quello del festival, proprio per rendere omaggio a chi come John Fante ha fatto conoscere al mondo il carattere, qualche volta duro, della nostra gente che si coniuga con una sensibilità affinata dalle difficoltà di una vita passata in luoghi bellissimi ma anche, soprattutto nei secoli scorsi, isolati e poco accessibili”.
Tutte le informazioni sul sito www.johnfante.org.