Ricomincia dal Museo delle Genti d’Abruzzo (via delle Caserme 22, Pescara) il viaggio della giovane intellettuale ed esploratrice inglese Estella Canziani. La sua visita in Abruzzo, iniziata nell’agosto 1913 ed illustrata nei minimi particolari nel volume “Attraverso gli Appennini e le Terre degli Abruzzi”, viene ripercorsa oggi nel libro fotografico di Giorgio Marcoaldi “Abruzzo – un viaggio nel tempo” e nella mostra documentaristica che lo accompagna. Il libro, pubblicato dalla giovane casa editrice CEMultimedia Edizioni di Roma, viene presentato per la prima volta al pubblico a Pescara, nel museo delle Genti d’Abruzzo, domenica 16 giugno 2013 alle ore 18. L’appuntamento segna l’inaugurazione della mostra collaterale che resterà visitabile fino al 20 luglio agli orari del museo (lun – ven 10,00-13,00; gio – sab 21,30-00,30) per poi spostarsi in alcuni dei luoghi visitati dall’antropologa inglese e a Roma.
Giovane intellettuale e artista della società aristocratica inglese, nel suo volume pubblicato in Inghilterra nel 1928 Estella Canziani riporta fedelmente la sua esperienza trascorsa nei paesi di Castelvecchio, Santo Stefano, Calascio, Castel Del Monte, Scanno, Cocullo e L’Aquila, che lei visitò insieme al padre e che immortalò con illustrazioni, disegni e resoconti. Nel suo diario l’acuta viaggiatrice registrò ogni cosa, dai panorami mozzafiato all’abbigliamento delle donne, dai racconti alle tradizioni, comprese le tante superstizioni che sono all’origine di simboli e amuleti ancora oggi riprodotti come gioielli.
Il progetto fotografico
Il viaggio di Estella è diventato il soggetto per un racconto, attraverso le immagini, di un Abruzzo che ancora vive con orgoglio le sue tradizioni. Nel 2013, esattamente cento anni dopo, il fotografo romano Giorgio Marcoaldi mette a confronto gli scorci scelti e dipinti dalla giovane inglese con quelli da lui fotografati negli ultimi venti anni, alcuni per caso e molti altri ritrovati con meticolose ricerche, mettendo così a nudo l’immutato misticismo dell’entroterra Aquilano e la sua bellezza indomita. Il valore etnologico del progetto fotografico “Abruzzo – un viaggio nel tempo” è evidenziato dal testo bilingue (italiano/inglese) dell’antropologa abruzzese Annunziata Taraschi, e dai numerosi oggetti e costumi fotografati, attinti dalla collezione privata dei Mastri Orafi di Pescara Giampiero e Fabio Verna e dal patrimonio del Museo delle Genti d’Abruzzo. Le didascalie sono ricavate dal testo originale della Canziani.
La mostra
La presentazione in anteprima nazionale del libro fotografico che avverrà domenica 16 giugno, coincide con l’inaugurazione di una speciale mostra documentaria. L’esposizione è allestita nelle sale del piano superiore del Museo delle Genti d’Abruzzo e comprende 14 pannelli fotografici 110×110, che mettono a confronto gli scatti fotografici di Marcoaldi con le illustrazioni della Canziani; gli abiti e i monili tradizionali abruzzesi; i medesimi oggetti in ceramica e gli amuleti da lei disegnati 100 anni fa. Nel percorso vengono esposti anche oltre 20 volumi in lingua originale pubblicati alla Canziani tra il 1911 e il 1960, che vanno dai diari di viaggio in altre regioni, come il Piemonte, ai libri per bambini. Un video a proiezione continua mostra ai visitatori le fasi della realizzazione del progetto fotografico. La mostra sarà visitabile anche dal 10 agosto al 1 settembre a Calascio (Aq) e il 17 agosto e il 7-8 settembre 2013 a Castel Del Monte (Aq).
«Le informazioni raccolte da Estella Canziani nel suo viaggio in Abruzzo costituiscono un patrimonio indiscusso per gli studi demo-etno-antropologici. – spiega Annunziata Taraschi, antropologa nata a Tossicia e residente a Pescara, che ha condotto gran parte delle sue ricerche nell’Aquilano – Certe tecniche artigianali o progetti come quello dell’Albergo Diffuso di Santo Stefano di Sessanio, basati sul recupero delle culture identitarie, non solo evocano il passato ma ci offrono soluzioni valide ancora oggi, indicandoci una nuova linea di progresso civile. Il suo viaggio di conoscenza, se apparentemente la accomuna alla tradizione del Gran Tour (un momento d’obbligo nella formazione dell’aristocrazia europea) dall’altra riflette il nuovo interesse per la documentazione etnografica».
«Cercando le location per i miei soggetti mi sono accorto che queste zone non sono tanto cambiate in 100 anni, anche se alcune foto sono irripetibili, come quelle di alcuni paesini dell’aquilano colpiti duramente dal terremoto del 2009 – spiega l’autore Giorgio Marcoaldi – Spero che la mia opera possa contribuire a ricostruire quella “coscienza di sé” della nostra bella Italia, a partire dall’Abruzzo, così come è accaduto per l’Italia dal ‘700 in poi grazie ai visitatori europei, quando il Paese era frammentato e diviso. La terra “medievale” descritta dalla Canziani è ancora un cuore pulsante, in parte dolente, ma che può essere vissuto e ricostruito nel rispetto di quelle pietre che tanti sacrifici degli uomini hanno visto nel corso dei secoli».
«Questo libro vuole anche essere un omaggio all’arte fotografica d’autore, quella che non teme il confronto con le altre arti figurative, capace di suscitare incanto e curiosità nell’osservatore, come accade davanti ai più famosi quadri fiamminghi – spiega l’editore Emanuele Coppola, della CEMultimedia Edizioni, fotografo naturalista e fondatore della prima agenzia fotografica naturalistica italiana – L’opera di Marcoaldi dimostra come pellicola e sensore digitale possano oggi essere utilizzati proprio come un pittore del Quattrocento avrebbe fatto stendendo sulla tela oli e terre colorate».
Estella Canziani, giovane intellettuale e artista della società aristocratica inglese è vissuta a Londra dal 1887 al 1964. Figlia di un ingegnere civile italiano e di una ritrattista inglese, era un’etnologa ante-litteram. I suoi racconti non sono paragonabili a quelli ‘distaccati’ dei tanti viaggiatori e vedutisti del Gran Tour: il suo intento era raccogliere tutti i dettagli di paesaggi, scorci e tradizioni prima che questi sparissero, una precarietà avvertita più volte così come era presente la sua preoccupazione per i terremoti, tutti motivi per cui la sua opera sembra ancora così attuale e acuta.