[box_light]Michele De Chellis è un giovane pacentrano che quest’anno, per la prima volta, ha vissuto la Corsa degli Zingari da lontano, attraverso Facebook. Michele, infatti, si è trasferito per lavoro a Toronto ed ha voluto consegnare a “L’Abruzzo è servito” questo ricordo[/box_light]
E anche quest’anno è passata. Aspettiamo questo momento sempre con impazienza, e ogni anno, anche se il rito è sempre lo stesso, si vivono emozioni sensazioni e colori sempre nuovi. Il paese si trasforma, ogni piccola stradina si riempie di vita, e da ogni balcone della zona vecchia la gente si affaccia trepidante in attesa della campanella. Io abito nella zona nuova, e ogni volta è un’avventura cercare posto per vedere la corsa. Sembra ogni volta una finale dei mondiali.
Due volte ho partecipato anche io, e ciò mi ha reso possibile capire diverse cose. In primis la paura che un pochino prende a vedere il paese da su la montagna, e poi l’adrenalina che hai dentro per la sfida che ti aspetta. Solo quando senti la campanella della chiesa che dà il via capisci a cosa prendi parte. Ti colleghi con un tempo non tuo, e scopri di non far parte di un’Italia minore, ma che anche tu sei parte del mondo che evolve, pur rimanendo fermo nelle sue radici. Arrivi poi in chiesa, e porti in trionfo i vincitori, e li parte la vera festa. La banda, la folla osannante, e per una giornata la modernità sparisce, e rimane la rievocazione di un tempo lontano, magari più difficile, ma pur sempre affascinante. Si accompagna il vincitore a casa, e ognuno gli rende i doverosi omaggi.
E poi, la sera dopo cena, alla premiazione i concorrenti per un attimo, sul palco sopra una folla piena di gente, ti senti per un attimo una rockstar. Quest’anno, causa forza maggiore, non ho potuto assistere all’evento in quanto adesso mi trovo in Canada, ma il mio primo pensiero è stato sapere chi aveva vinto. Perché in fondo, per un vero pacentrano, non è settembre senza la corsa.
Michele De Chellis